Ieri Apple ha annunciato ufficialmente di aver venduto più di 5 milioni di iPhone nel corso del primo weekend di disponibilità del prodotto in 9 paesi nel mondo.
Un numero stratosferico, che batte il record precedente raggiunto dall’iPhone 4S nel 2011 e che, tuttavia, non soddisfa Wall Street. Il motivo? Gli analisti avevano previsto che nei primi tre giorni Apple avrebbe venduto “almeno” 6 milioni di unità.
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Q3 2011, il 19 luglio i risultati fiscali
La conference call per l’annuncio dei risultati del terzo trimestre dell’anno fiscale 2011 di Apple si terrà il prossimo 19 luglio. La chiamata con gli analisti delle grandi firm avrà luogo come sempre alle 14:00 ora di Cupertino, dopo la chiusura dei mercati (le 23:00 in Italia).
La guidance per il trimestre fornita dal Chief Financial Officer Peter Oppenheimer è come sempre piuttosto conservativa, 23 miliardi di dillari di fatturato, o 5,03$ per azione. Nonostante la discrepanza fra le previsioni di analisti professionisti e blogger finanziari (solitamente più precisa) sia di 2 miliardi di dollari, in entrambi i casi il consensus indica cifre ampiamente superiori alla previsione ufficiale di Oppenheimer.
Q3 2011 Apple: le diverse stime di analisti e blogger finanziari
Il terzo trimestre dell’anno fiscale 2011 di Apple si è concluso lo scorso sabato, 25 giugno. Come sempre gli analisti professionisti delle maggiori firm del settore hanno dato le proprie stime sul fatturato che Apple ufficializzerà verso fine luglio e altrettanto hanno fatto i blogger finanziari (o analisti indipendenti se preferite). Anche a questo giro la discrepanza fra il consensus dei pro e degli indipendenti è superiore ai 2 miliardi di dollari. Neanche a dirlo le previsioni più ottimiste sono quelle dei blogger. Che in altre parole sono quelli che da dieci trimestri a questa parte ci azzeccano, a discapito dei blasonati colleghi dal colletto bianco.
Q2 2011: stasera i risultati fiscali
Questa sera, alla chiusura del Nasdaq, si terrà la conference call per l’annuncio dei risultati
Tim Cook, chiù iPhone per tutti
Per anni Apple è stato il brand informatico elitario per eccellenza. Qualità a prezzi alti cui molti aspiravano ma che non tutti si potevano permettere. Questo aspetto è stato enfatizzato talmente tanto in passato che alla fine è divenuto una cifra universalmente accettata dell’approccio Apple: “se vuoi il computer con la Mela sgancia il quattrino” o, da un altro punto di vista “chi più spende meno spende”. Con l’avvento dell’iPod prima, poi dell’iPhone e dell’iPad, ovvero quei prodotti che hanno permesso all’azienda di compiere lo shift da Apple Computer Inc. a Apple e basta, la tendenza ha iniziato ad invertirsi e se oggi l’Average Selling Price dei prodotti della Mela rimane alto, oggettivamente anche i Mac (che si vendono esponenzialmente di più) sono diventati molto più abbordabili.
A Tim Cook questa tendenza sembra piacere, e parecchio, tanto che a sentire Toni Sacconaghi di AllianceBernstein (già Bernstein Research) il COO vorrebbe definitivamente sfatare il mito “classista” di una Apple che fa prodotti per ricchi.
Black Friday: 8,8 iPad ogni ora venduti da ogni Apple Store USA
E’ bello sapere che gli analisti finanziari che si occupano di Apple non si riposano neppure durante il primo ponte delle festività natalizie statunitensi. L’analista di Piper Jaffray Gene Munster e la sua ciurma si sono presi la briga di appostarsi in un buon numero di Apple Store americani per controllare che cosa compravano i clienti accorsi per le offerte del Black Friday 2010. Ne è venuta fuori la tabellina che vedete in apertura. Il prodotto di maggior successo è stato l’iPad, con 8,8 unità vendute ogni ora in media da ogni Apple Store.
La SEC analizza gli analisti Apple?
Vi siete mai chiesti come fanno gli analisti finanziari che si occupano di Apple ad ottenere informazioni su un’azienda così attenta alla propria segretezza con le quali stilare report spesso sballati ma comunque profumatamente pagati dai clienti della loro firm? In molti casi si limitano a declinare in analistese i rumor di pubblico dominio presi dal MacWeb, sicuri che tanto i loro clienti non leggono i siti in questione. Altri professionisti un po’ più seri invece si muovono su più piani e in particolare praticano i cosiddetti “channel checks“, controlli sulla catena produttiva che possono rivelare indiscrezioni sui futuri piani di Apple.
Il Wall Street Journal segnala che la SEC avrebbe “attenzionato”, per usare un pessimo termine poliziottesco nostrano, alcune firm per capire se in qualche modo questi “channel checks” possono essere considerati insider trading, vista l’estrema sensibilità di un titolo come AAPL a qualsiasi rumor, vero o falso che sia.