Amazon si sta preparando al lancio del suo primo tablet ad ottobre. E’ quello che sostiene il Wall Street Journal citando alcune fonti vicine all’azienda di Jeff Bezos. Il dispositivo monterà Android, il sistema operativo di Google, e probabilmente non punterà a conquistare il pubblico grazie ad un maggior numero di feature hardware rispetto all’iPad, come cercano di fare invece praticamente tutti i concorrenti in questo momento. Ad esempio non avrà una fotocamera, ma potrà contare su una cosa molto più importante, che invece manca a tutti gli altri tablet: l’integrazione con l’ecosistema di contenuti multimediali targato Amazon.
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iCloud, per adesso su Azure di Microsoft e AWS?
Durante il keynote della WWDC Steve Jobs ha mostrato al pubblico alcune foto delle segrete stanze del Datacenter da 1 miliardo di dollari che Apple ha costruito in North Carolina per dare una base terrena alla nuova iCloud. Immagini che avevano del fantascientifico, con rack di server che si estendono a perdita d’occhio in uno scenario intonso e asettico come una corsia d’ospedale. Ci sono buone probabilità che al momento quello foto fossero niente più che una facciata di marketing, perché secondo quanto riportato dal sito Infinite Apple, con prove alla mano, i dati da e per la nuvola Apple passano al momento da tutt’altra parte. A fornire un supporto a fisico alla iCloud Apple sarebbero Microsoft Azure e Amazon AWS, due dei più noti servizi cloud sul mercato.
iSteve: la biografia ufficiale di Jobs in preordine
Steve Jobs, carismatico fondatore di Apple e guru dell’informatica contemporanea, è molto restio a rilasciare interviste. Si sa ben poco della sua vita privata e della sua famiglia, e compare in pubblico sempre con minor frequenza. Anche per questo c’è sempre molta attesa per le sue apparizioni, come quella che lo vedrà tenere il keynote di apertura della WWDC proprio questa sera.
A causa di questa natura riservata, non è mai stato facile delineare una biografia completa della vita di Jobs, e quei pochi testi che si trovano in commercio non hanno ricevuto l’approvazione ufficiale dallo stesso Jobs. La situazione sta per cambiare. Come già vi avevamo preannunciato Walter Isaacson è al lavoro sulla biografia ufficiale del CEO di Cupertino. iSteve: The Book of Jobs, è il titolo del testo che ricalca il biblico Libro di Giobbe con un gioco di parole sul cognome di Jobs, che è ora disponibile per il preordine su Amazon.com.
Mac Download Store, Amazon apre il nuovo negozio
Amazon ha lanciato oggi il nuovo Mac Download Store, negozio dedicato all’acquisto di giochi e software per Mac in formato digitale. Un nuovo rivale per il Mac App Store di Apple, una battaglia che si combatterà a suon di sconti e promozioni, ne siamo certi.
Il Mac Download Store può contare al momento su 250 titoli disponibili, suddivisi tra giochi e programmi, i prezzi sono piuttosto buoni e molte applicazioni sono in vendita a prezzo scontato per festeggiare l’apetura del negozio.
Amazon: in arrivo l’anti iPad?
Ci hanno provato in tanti, da Samsung (che sembra comunque l’azienda che ha avuto più successo con il suo Galaxy Tab) a Motorola, eppure l’idea vincente di Apple sembra destinata a dominare il mercato dei tablet almeno per i prossimi mesi. Tra i concorrenti, Amazon si colloca sicuramente tra quelli che potrebbero mettere in difficoltà l’azienda di Cupertino visto il potenziale e la determinazione dell’azienda.
Secondo quanto emerso in una recente intervista al CEO del più grande distributore online, Jeff Bezos, non bisognerà aspettare molto per venire a conoscenza dei piani di Amazon circa la possibilità di realizzare un tablet proprio. Vi chiederete: e Kindle (l’e-reader di Amazon)? Il tablet sarebbe un complemento più che un prodotto sostitutivo.
Cloud: le etichette discografiche sperano in Apple
Quando Apple presenterà la sua offerta per la vendita e l’archiviazione tramite cloud di contenuti multimediali, musicali in primis, si troverà a dover fronteggiare la concorrenza di Amazon e Google. La compagnia di Jeff Bezos specializzata nello shopping online sta già fornendo un servizio simile con Amazon Cloud Player, mentre Google Music è stato lanciato proprio due giorni fa. La differenza potrebbero però farla gli accordi con le quattro principali etichette discografiche.
Google lancia Google Music: archiviazione musicale cloud
La guerra è aperta. Lo si vociferava da tempo, ma ieri Google ha dato ufficialmente inizio alla fase Beta del suo nuovo servizio di vendita e archiviazione musicale cloud. Google Music, disponibile all’indirizzo music.google.com, è la piattaforma che per un primo periodo sarà accessibile esclusivamente ad un pubblico statunitense invitato dall’azienda di Mountain View. Google ha promesso che nel giro di poche settimane il servizio sarà aperto a tutti gli abitanti degli Stati Uniti.
Cloud player di Amazon è ora compatibile con iOS
Amazon, il colosso della distribuzione online al primo posto nella sua categoria secondo la classifica BrandZ Top 100 (dove ha sopravanzato Wallmart), ha aggiunto, senza annunciarlo pubblicamente, il supporto al sistema operativo di Apple iOS per il suo neonato servizio Cloud player.
Cloud player è un nuovo servizio che si colloca nell’ambito del tanto chiacchierato cloud computing e che offre ai clienti di Amazon uno spazio remoto sul quale caricare i propri brani musicali per poterli ascoltare attraverso qualunque computer o dispositivo connesso ad Internet.
Apple è il primo marchio al mondo
Per la prima volta da quando esiste la classifica stilata (nata 13 anni fa) da Millward Brown Optimor, conosciuta con il nome di BrandZ Top 100, Apple ha completato la scalata raggiungendo il primo posto ai danni di Google. La classifica, aggiornata periodicamente, valuta i più influenti marchi sul mercato in diversi settori dal punto di vista economico-competitivo.
BrandZ nasce per classificare le più importanti aziende che creano ricchezza attraverso la vendita di beni e servizi direttamente al consumatore (che sia privato o aziendale), valutando l’importanza del marchio piuttosto che dell’azienda in sé. E’ una classifica che tiene conto di una profonda analisi finanziaria, integrata con ricerche sui consumatori (grazie ad un database con 2 milioni di sondaggi condotti in 30 diversi paesi).
Amazon risponde alla causa di Apple
Amazon ha risposto ufficialmente alla causa di Apple, che poco più di un mese fa l’aveva accusata aver utilizzato impropriamente il termine Appstore in violazione del trademark “App Store”, proprietà di Jobs e Co. sin dal 2010. L’azienda di Jeff Bezos ha depositato una risposta ufficiale alla querela di Apple in cui si afferma ancora una volta che App Store deve essere considerato termine generico e si chiede che la causa venga archiviata. Gli avvocati di Amazon hanno imparato da Microsoft e hanno applicato una tecnica simile a quella di Redmond, evidenziando nel loro documento almeno un’occasione in cui Steve Jobs in persona ha utilizzato il termine App Store in maniera generica.
Quick Look: sono tutti “innovatori”
Quelli di The Joy of Tech riescono sempre a colpire nel segno; in questa vignetta Nitrozac e Snaggy prendono di mira Google, Facebook, Amazon, Twitter e, ovviamente, Apple. Tutti prendono ispirazione dalle idee degli altri e tutti si credono “innovatori”. Eppure, c’è qualcuno che, alla fine dei conti, può veramente cantar vittoria.
Dopo il salto la striscia completa.
Apple fa causa Amazon per l’uso del termine Appstore
Un nuovo scontro legale si aggiunge alla lunga lista delle cause in corso fra i grandi attori dell’IT: Apple ha denunciato Amazon per l’uso improprio del termine Appstore.
In una querela depositata lo scorso venerdì 18 marzo, Apple lamenta la violazione del trademark “App Store” che l’azienda di Cupertino si è vista riconoscere nel 2010 e che Bezos e co. hanno utilizzato, se pur con uno spelling differente, per battezzare il loro futuro Store di applicazioni per terminali Android.
Cupertino contesta l’utilizzo deliberato di una terminologia di sua appartenenza per una piattaforma che sarà una diretta concorrente dell’App Store “originale”.
Random House passa all’agency model; presto su iBookstore?
Random House, il più grande editore/distributore degli Stati Uniti e del mondo ha ceduto all’agency model ed ha annunciato che da ieri tutti gli ebooks in catalogo vengono venduti secondo questo modello. L’agency model, se ne è parlato parecchio dopo l’introduzione di iBookstore, consiste nel vendere direttamente al consumatore attraverso un agente che tiene per se una percentuale sul costo del libro. Si contrappone al modello “all’ingrosso”, che è quello librario tradizionale: il distributore vende alla libreria un tot di volumi e tocca poi alla libreria prezzarli e smerciarli per fare profitto.
Un esempio di agency model è per l’appunto quello di iTunes Store e dunque di iBookstore: il publisher decide il prezzo del libro secondo regole stabilite ma con una relativa elasticità. In caso di vendita il 30% tocca ad Apple, mentre il resto se lo tiene l’editore. Non a caso la scelta di Random House sembra spianare la strada ad un ingresso del gigante USA nella libreria virtuale di Apple.
Apple chiarisce la questione della Sony Reader app
In risposta alla questione emersa nella giornata di oggi a proposito del rifiuto, da parte di Apple, dell’app realizzata da Sony per la lettura di libri digitali, l’azienda di Cupertino è intervenuta per chiarire ufficialmente la sua posizione in merito.
All Things Digital, infatti, ha ricevuto una comunicazione ufficiale da parte di Apple nella quale l’azienda sostiene di non aver affatto cambiato le politiche di approvazione delle app in merito all’acquisto di materiale aggiuntivo. Tuttavia, è stato deciso di far rispettare in maniera più rigorosa la regola che obbliga gli sviluppatori ad implementare anche il meccanismo di in-app purchase qualora si decidesse di permettere l’acquisto di materiale aggiuntivo al di fuori dell’app stessa.
Scorte limitate per i MacBook Pro, aggiornamento in arrivo?
Secondo quanto riportato da MacRumors, molte fonti parlano di carenze di scorte per quanto riguarda gli attuali MacBook Pro, soprattutto per i modelli da 15” e 17”, presso i rivenditori di terze parti. Questo aspetto potrebbe essere un suggerimento per l’arrivo di un aggiornamento della linea di prodotti portatili dell’azienda di Cupertino, che cercherebbe così di smaltire le ultime scorte dei portatili di fascia professionale.
Almeno uno dei maggiori rivenditori al dettaglio avrebbe avvisato i propri punti vendita che Apple, al momento, non è in grado di soddisfare le richieste di rifornimento, situazione che in genere si verifica quando è imminente l’aggiornamento della linea di prodotti. Per fare un esempio, il modello da 17” viene indicato da Amazon disponibile in 1-2 mesi per la configurazione di base con processore Core i5 e la situazione è simile per la maggior parte dei rivenditori che utilizzano il sistema Amazon.
NPD: iTunes Music Store rappresenta il 66% del mercato musicale digitale
Secondo quanto riportato da una nuova indagine condotta da NPD Group, lo store musicale contenuto all’interno di iTunes ha ottenuto un aumento del 3% anno su anno dello share relativo al mercato digitale per la musica, permettendo all’azienda di Cupertino di raggiungere il 66% di tale mercato.
La strategia adottata da Apple sembra vincente se confrontata con quella applicata da Amazon, che prevede la vendita di album ad un costo minore in determinati giorni, il quale ha ottenuto un aumento di circa due punti percentuali anno su anno, attestandosi il 13% del mercato.
Ebook: Google sfida Apple e Amazon, IBS si fa il reader
Arriverà entro la fine dell’anno Google Editions, la risposta di Big G all’iBookstore di Apple e al Kindle Store di Amazon. La libreria virtuale del gigante di Mountain View seguirà un modello nuovo rispetto a quello dei due concorrenti. Non avendo, per ora, eBook readers da vendere Google punta tutto sulla creazione di una libreria virtuale integrata on the cloud collegata al Google Account dell’utente.
Una scelta, quella di non legare la propria impresa ad un particolare dispositivo, che a prima vista sembrerebbe vincente. In questo modo Google non sceglie se stare dalla parte di Kindle o di iPad, che, volenti o nolenti, con tutti i distinguo del caso, dominano il mercato degli eBook readers spartendosi il 79% dell’utenza. Non sono numeri in libertà: li mette nero su bianco una recente ricerca di ChangeWave. Per gli stessi motivi lascia dubbiosi la scelta di IBS che proprio ieri ha lanciato il suo nuovo eBook reader Leggo IBS, sfidando, non senza un pesante ritardo, i due titani Apple e Amazon.
iBookstore dopo sei mesi: un vero e proprio fallimento?
Prendiamo spunto da un interessante post scritto da David Winograd su TUAW a proposito della situazione di iBookstore e iBooks. A distanza di sei mesi dalla presentazione di iPad e della sua libreria digitale (estesa successivamente anche ad iPhone) è giunto il momento di tirare le somme.
Quella che doveva essere la risposta di Apple ad Amazon e al suo Kindle si è rivelato essere più o meno un esperimento fallimentare. A giustificare questa tesi basta considerare un po’ di numeri; il Kindle store vanta ben 700.000 titoli tra libri, riviste e blog da scaricare. Per quanto riguarda lo store digitale dell’azienda di Cupertino non sono stati rilasciati dei dati ufficiali ma basta togliere dal conto il materiale in pdf per giungere ad una semplice conclusione.
Scorte esigue di MacBook Air: in arrivo il modello da 11,6”?
Secondo quanto riportato da AppleInsider, le scorte di MacBook Air a disposizione di Apple stanno pian piano esaurendosi. Quale sarà il futuro del portatile più leggero e sottile mai prodotto dell’azienda di Cupertino?
Diversi rivenditori autorizzati Apple, tra i quali Amazon.com, non hanno più a disposizione il modello entry-level con processore da 1,83GHz e cominciano a disporre di scorte limitate per quanto riguarda il modello top di gamma, con processore da 2,13GHz.
Un posto al sole: Amazon Vs Apple
No, la nota soap italiana di ambientazione partenopea non c’entra nulla, il titolo è un riferimento al nuovo spot che Amazon ha iniziato a mandare in onda negli States e che potete vedere in apertura. L’azienda di Jeff Bezos aveva già affrontato il tema della leggibilità dello schermo con tecnologia e-ink del Kindle sotto il sole cocente, ma non aveva mai attaccato direttamente il l’iPad che, dotato di uno schermo LCD, non è il massimo per la lettura di un libro in piena luce diurna.
Lo spot sta in piedi, ma non convince. I riflessi sullo schermo sono accecanti e anche orientandolo al meglio leggere è un impresa prossima all’impossibile. Per quanto i sostenitori della tecnologia e-ink sorrideranno sornioni alla vista di questo commercial la reazione dello spettatore medio, vista la dilagante popolarità del Tablet di Apple, temo sarà condizionata dalla consapevolezza della superiorità tecnica dell’iPad in qualsiasi altra funzione che non sia la “lettura di ebook a bordo piscina sotto il sole estivo”.
Nuova Apple TV: Amazon le fa già concorrenza
Nella giornata di ieri, durante il keynote tenuto da Steve Jobs, è stata presentata la nuova Apple TV. Diversamente da quanto vociferato nei giorni precedenti, il nome del box interattivo è rimasto lo stesso.
Oltre al livello estetico, il primo cambiamento “rivoluzionario” della Apple TV è costituito dal modo di fruire i contenuti. Nei giorni scorsi si è parlato tanto di cloud computing e a quanto pare le voci non sono state smentite del tutto. Tutti i film e gli show televisivi potranno essere guardati (in streaming) previo noleggio, giustificando la mancanza di storage interno.
Apple e Amazon, carenza di concorrenza?
Il Procuratore Generale dello Stato del Connecticut, Richard Blumenthal, vuole fare chiarezza sui rapporti che si sono venuti a creare fra i maggiori editori statunitensi e due dei più grandi distributori di eBook del paese, vale a dire Amazon e Apple. L’ipotesi è che si siano originati equilibri anti-concorrenziali fra le due aziende dell’IT a causa dei contratti che gli editori hanno sottoscritto con entrambe e che impediscono, di fatto, un livellamento verso il miglior prezzo possibile per i libri digitali.
Il nocciolo della questione è egregiamente riassunto da un passaggio del comunicato ufficiale con cui l’ufficio del Procuratore ha dato notifica dell’avvio dell’indagine:
“Sia Amazon che Apple hanno raggiunto accordi con i maggiori editori di ebook che assicurano ad entrambi il miglior prezzo per gli ebook sulla concorrenza con clausole del tipo ‘most favored nation‘. […] Questi accordi sembrano impedire ad alcuni editori l’offerta di prezzi scontati ad alcuni concorrenti di Apple e Amazon, perché altrimenti essi sarebbero costretti ad offrire lo stesso trattamento ad Apple e Amazon.”
iPad: Random House rinuncia ad iBookstore
Qualche settimana fa vi avevamo messi al corrente dell’indecisione di Random House riguardo l’adesione ad iBookstore, lo store dedicato ad iPad e che permette di acquistare un vasto numero di titoli messi a disposizione da importanti case editrici.
Come previsto, ad oggi, Random House (uno dei più grandi distributori internazionali di libri) non fa parte dei partner di Apple per l’affermazione di iPad come rivoluzionario lettore di libri in formato digitale.