Pioggia di azioni in casa Apple

SVP Apple ricevono azioni come premio - The Apple Lounge

SVP Apple ricevono azioni come premio - The Apple LoungeSe vi state chiedendo cosa abbiano da ridere i Senior Vice President nell’immagine di apertura, provate ad immaginare se qualcuno ricompensasse il vostro lavoro con una pioggia di azioni “di tanto in tanto”. Questo è ciò che è successo anche ultimamente, come trapela da alcuni documenti della SEC (il corrispettivo U.S.A. della nostra CONSOB), proprio per i magnifici sei della foto.

Il premio di produzione (diciamolo all’italiana) consiste in 150000 azioni AAPL a cranio. Azioni che ad un valore di circa 400 US$ l’una fanno una cifra che, centesimo più centesimo meno, corrisponde ad una sessantina di milioni di dollari dello zio Sam. Chi non avrebbe da ridere con cifre del genere!? Ma… c’è sempre un ma.

Apple, Cisco, Oracle e quei capitali da rimpatriare

I conti di Apple non sono mai stati così sani. Le vendite vanno alla grande e i liquidi a disposizione dell’azienda crescono. Ma c’è un ma: buona parte dei profitti Apple avvengono ormai fuori dal suolo patrio e ingenti somme (miliardi e miliardi di dollari) sono “congelate” all’estero, in attesa di poter essere rimpatriate.

Il problema per cui quei soldi non tornano a casa? Semplice: il fatto che riportare negli U.S.A. quei capitali significherebbe versarne il 35% nelle casse dell’ufficio imposte. 
E’ per questa ragione che Apple e altre grandi aziende con sede negli U.S.A. (Cisco, Oracle e Pfizer fra le altre) starebbero premendo perché il governo approvi un periodo di “tax holiday” che consenta di riportare a casa i capitali versandone in tasse solamente il 5%.

Dirigenti e Membri del Consiglio Apple più buoni a fine anno

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La SEC (Securities and Exchange Commission, l’ente governativo preposto alla vigilanza della borsa valori, equivalente alla nostra Consob) prevede una dichiarazione per chiunque abbia recentemente acquisito o venduto azioni; anche i dirigenti Apple sono obbligati a presentarla, e da quanto riportato è emerso che un buon numero di dirigenti e consiglieri hanno donato più di 3 milioni di dollari ad associazioni ed enti vari.

In pratica, Oppenheimer (CFO di Apple), Arthur Levinson (Membro del Consiglio) ed altri hanno donato un quantitativo di azioni della mela che, complessivamente, supera i 3 milioni di dollari di valore.

Per Apple si prospetta un Natale da record

Il settore dell’elettronica di consumo, almeno negli Stati Uniti, si prepara alla migliore stagione degli acquisti natalizi in termini di vendite da 3 anni a questa parte. Ad Apple la parte del leone grazie soprattutto al successo dei suoi laptop.
E’ il risultato che emerge da un recente sondaggio di ChangeWave Research che ha chiesto a 2812 americani, in gran parte consumatori di fascia medio-alta, quali sono le loro intenzioni di acquisto in vista del Natale.

Apple e i dividendi, perché Steve non vuole sganciare?

La crescita del patrimonio Apple graficata da Asymco

Nel corso degli ultimi anni Apple ha messo da parte una vera e propria montagna di soldi e “marketable securities” in grado di garantire una stabilità finanziaria e una liquidità da far invidia a tutto il settore. Ad oggi le riserve di Cupertino ammontano a quasi 50 miliardi di dollari. Solo 49 aziende dell’indice Standars & Poor’s 500 hanno più soldi in banca di Steve e soci.

Eppure, nonostante tutto, Jobs e il Board di Apple non sembrano avere alcuna intenzione di pagare qualche dividendo agli azionisti. Non c’è nessun obbligo di legge che imponga questa pratica, eppure Toni Sacconaghi, analista di Bernstein Research con uno storico di previsioni Apple che non depone affatto in suo favore, la scorsa settimana si è sentito in dovere di inviare una lettera aperta al CdA di Cupertino per convincere il Board della necessità di “restituire” una parte del malloppo agli investitori.

Una mossa che la dice lunga sulla scarsa elasticità di Sacconaghi, che ha dimostrato di non conoscere o di non voler sentire le ragioni di Jobs ed è l’ennesima prova di come gli analisti sentano il bisogno di ragionare a breve termine (e con una mentalità che fa molto “pre-crisi”) pur di far contenti i clienti della propria firm che pagano fior di soldi per ricevere le loro consulenze.

I validi motivi che trattengono il Board di Apple dalla condivisione della ricchezza accumulata con gli investitori sono almeno tre.

Apple 3° produttore di laptop al mondo (se si considera l’iPad)

Che cos’è l’iPad? Un Tablet, ok. O uno slate, se preferite dirla à la Microsoft. Ma va considerato più come un computer portatile oppure come un iPod touch un po’ più cresciuto? Per tagliare la testa al toro Apple lo ha infilato in una terza categoria, del tutto nuova, a metà fra i due dispositivi da cui eredita alcuni delle caratteristiche migliori.

Ma se questa spiegazione può andare bene ai consumatori ben educati dal marketing, non è sufficiente per chi, come gli analisti finanziari, ha bisogno di schematizzare e categorizzare con una precisione maggiore. E la questione, se inserire l’iPad nel gruppone dei dispositivi mobili “evoluti” oppure nel calderone dei netbook, non è una mera diatriba semantica da addetti ai lavori perché il numero di tablet venduti aiuta, e non di poco, a spostare l’ago della bilancia nelle stime di vendita dell’una o dell’altra categoria.

Q3 2010 conference call, i punti salienti

Si è da poco conclusa la conference call per l’annuncio dei risultati del terzo trimestre dell’anno fiscale 2010. Il COO Tim Cook e il CFO Peter Oppenheimer hanno risposto alle domande degli analisti e hanno condiviso alcuni dati interessanti su vari argomenti. Di seguito i punti salienti discussi durante l’incontro telefonico.

Difficoltà a soddisfare la domanda. Che si tratti dell’iPhone o dell’iPad il principale problema di Apple è quello che tutti vorrebbero avere. La domanda per i prodotti è talmente alta che l’azienda non riesce a tenere il passo. “Stiamo vendendo ogni singolo iPhone 4 che riusciamo a produrre” è stata una delle frasi più ripetute da Cook e Oppenheimer durante la conference call. Nel caso dell’iPad c’è ancora uno sbilanciamento fra domanda e fornitura che andrà appianandosi.

Q2-10, i conti in tasca ad Apple

Apple ha pubblicato il modello 10-Q relativo al secondo trimestre dell’anno fiscale 2010, il documento che tutte le aziende pubbliche U.S.A. devono inviare periodicamente alla S.E.C. per garantire tutta la trasparenza possibile sulle proprie operazioni finanziarie.

Dal documento si possono recuperare alcuni particolari interessanti che permettono di farsi un’idea sul modo in cui Apple ha guadagnato e speso il proprio gruzzoletto. Ed è proprio l’ammontare della liquidità disponibile nelle casse dell’azienda uno dei particolari più interessanti rivelati dal documento: Apple ha in banca la bellezza di 41,7 miliardi di dollari.

Questa sera i risultati del Q2-10

Si terrà quest’oggi alle 14:00, ora di Cupertino (le 23:00 in Italia), la consueta conference call per la presentazione dei risultati del secondo trimestre dell’anno fiscale 2010.
I risultati non comprenderanno ancora le statistiche delle vendite dell’iPad, iniziate a terzo trimestre già avviato, ma non è da escludere che il CFO Oppenheimer o altri executive presenti abbiano qualcosa da dire ai giornalisti sulla questione più calda del momento. Certamente non mancheranno le domande al riguardo e le richieste di delucidazione tecnica sulla gestione dell’eccessiva domanda.

Anche senza l’iPad, in ogni caso, i conti per questo secondo quarto del 2010 fiscale si prospettano più che rosei. Gli analisti scommettono su risultati da record assoluto soprattutto grazie ai dati preliminari sulle vendite dei Mac, spinte soprattutto dai MacBook e dagli iMac, che non hanno ancora smesso di risentire positivamente del refresh autunnale.

Munster: buone previsioni per il Q1 2009

Cercare di indovinare come se la caverà Apple durante la crisi è praticamente diventato lo sport prediletto di molti analisti finanziari americani. L’aruspicino Apple per antonomasia, alias Gene Munster di Piper Jaffray, ha offerto ai clienti della sua firm il canonico round-up sulla possibile condizione di Apple al termine del primo quarto dell’anno fiscale 2009. I numeri sono buoni, se si considera che al leggero calo percentuale nelle vendite di iPhone e iPod sopperiranno le vendite di Mac, che secondo l’analista non subiranno flessioni.

Quello che aspetta Apple (e tutte le aziende che basano il loro modello di business sulla vendita di prodotti elettronici di consumo) è comunque uno dei peggiori periodi festivi della storia recente. In quest’ottica dei risultati che seppur piuttosto piatti non mostrano forti decrescite sono quanto di meglio si possa sperare.

Apple ha più soldi di Microsoft, potrebbe “permettersi” la DELL

Microsoft ha recentemente presentato i dati fiscali di chiusura del trimestre. Sepolto sotto una montagna di numeri e conti si nasconde un fatto storico: per la prima volta nella storia della seconda era Jobs, Apple ha più soldi in banca di Microsoft. Nel caveau di Redmond se ne stanno al sicuro (fra contanti, equivalenti di liquidità e investimenti a breve termine) 20,7 miliardi di dollari. A Cupertino la cifra ammonta invece a 24,5 miliardi, circa 4 miliardi di dollari in più. E non è finita, c’è n’è anche per Michael Dell. Si, esatto, quel Dell, il fondatore dell’omonima azienda che nel 1996 affermò sprezzante: “l’unica cosa da fare con Apple sarebbe chiuderla e dare indietro i soldi agli investitori”.

iPhone: superati i dieci milioni di unità vendute?

Apple potrebbe aver già tagliato il traguardo dei dieci milioni di iPhone venduti nel 2008, se le previsioni di alcuni analisti si riveleranno corrette. In questo caso non si tratta di stime (quasi) campate in aria come quelle che i Nostradamus di Wall Street sono soliti sfornare. Andy Zaky e Turley Muller, i due analisti in questione, hanno utilizzato i numerosi codici IMEI raccolti da un buon numero di utenti iPhone membri del forum di MacObserver.

“Let’s Rock”: l’intervista a Steve e le foto dell’evento

Dopo l’evento di ieri Steve ha rilasciato la consueta intervista a Jim Goldman di CNBC. Jobs e il giornalista hanno parlato, ovviamente, dei nuovi iPod e delle scelte che hanno portato Apple a rinnovare la gamma del proprio player in questo preciso momento. Nella discussione hanno trovato spazio anche l’assenza di un annuncio Mac-related e i problemi di gioventù del firmware 2.0 di iPhone e iPod touch che l’upgrade 2.1 dovrebbe aver risolto definitivamente. A fine post una galleria di immagini su gentile concessione di SetteB.IT.

Apple e vendite Mac, si prevede un trimestre record

Il prossimo trimestre fiscale potrebbe riservare gradite sorprese a tutti gli azionisti Apple, con più di 3 milioni di unità Mac vendute. A pronosticare questi risultati è Mike Abramsky, analista per la Royal Bank of Canada, il quale si dice sicuro del successo di vendite dei Mac. L’analista basa le proprie affermazioni sui risultati di un recente sondaggio condotto da RBC il quale mostra anche gli effetti positivi della massiccia campagna Back To School condotta da Apple negli USA.

Già venduti 3 milioni di iPhone?

Gli analisti finanziari che si occupano di Apple e di iPhone, mentre tutti sono in ferie, si divertono a fare principalmente due cose: ipotizzare eventi speciali senza conferme da qualsivoglia fonte, come Gene Munster, o sparare cifre di vendita enormi che superano di gran lunga quanto finora ipotizzato. E’ questo il caso di Michael Cote, ex dirigente di T-Mobile attualmente impegnato come analista per la sua firm, Cote Collaborative, secondo il quale Apple avrebbe già venduto 3 milioni di iPhone in un solo mese di commercializzazione.

Apple cresce nel mercato USA

Negli USA si avvicina la chiusura del terzo trimestre fiscale e di conseguenza i principali istituti di ricerca e analisi finanziaria iniziano a dare i numeri. Gartner e IDC hanno pubblicato nelle scorse ore i primi report sulle vendite di PC negli USA e nel mondo. Il mercato cresce rispetto al medesimo periodo del 2007, grazie soprattutto alle vendite di computer portatili,  ma le “revenues” diminuiscono per l’abbassamento dei prezzi dei dispositivi. Secondo i dati di Gartner a livello mondiale HP continua a detenere la più ampia fetta di mercato, seguita da Dell e ACER, mentre Apple entra in classifica al terzo posto, ma solamente negli USA.

Stock options retrodatate: un’altra causa contro Apple

Lo scandalo delle stock options retrodatate che ha coinvolto Apple negli anni scorsi continua a riproporsi periodicamente come un’influenza curata male. Dopo la denuncia del Boston Retirement Board di cui vi avevamo parlato in Aprile, nei giorni scorsi è stata depositata presso la corte federale di San Jose in California, una nuova class-action contro Steve e soci. L’accusa è sempre la stessa: i dirigenti erano a conoscenza della condotta fraudolenta e si sono resi partecipi della falsificazione dei documenti.

Apple vale il quadruplo di Dell

Il nemico numero uno di Apple viene molto spesso identificato con Microsoft. Anche se le due aziende non vantano certo un passato di amore cristallino, al di là di caustiche dichiarazioni e frecciatine dei rispettivi dirigenti, oggi possono sfoggiare, almeno pubblicamente, un normale rapporto d’affari come ce ne sono tanti nell’IT americano. Certamente non si può dire lo stesso del rapporto fra Apple e Dell, una delle più conosciute aziende produttrici di PC del mondo e vera nemesi della società di Cupertino. Un tempo leader del settore Computing sia in ambito home che in ambito business, Dell, nel corso di dieci anni, è stata ampiamente scavalcata da Apple in termini di valore societario. Ieri sera alla chiusura dei mercati, Apple valeva quattro volte di più della società di Round Rock.

Apple Q2 Conference Call: un altro trimestre record

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Tim Cook e Peter Oppenheimer, rispettivamente COO e CFO di Apple hanno presentato ieri i risultati finanziari per il secondo quarto dell’anno fiscale 2008 durante la conferenza stampa che si è tenuta alla chiusura dei mercati. Il miglior secondo trimestre di sempre porta con se vendite e guadagni record che fanno ben sperare gli investitori, e mostra uno straordinario tasso di crescita in termini di market share.

Apple acquisisce il produttore di chip P.A. Semi

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Apple ha acquisito per 278 milioni di dollari l’azienda produttrice di chip P.A. Semi. La società inglobata da Apple è stata fondata nel 2003 da Dan Dobberpuhl, ex-progettista della Digital Equipment ed è nota nel settore per la progettazione e produzione di processori ad alta efficienza e bassissimo consumo. L’ipotesi più plausibile circa le ragioni di questa acquisizione è che Apple voglia sviluppare autonomamente un chip per le future versioni di iPhone e iPod.