Se qualcuno dovesse chiedermi a bruciapelo qual’è una delle più note fissazioni di Steve Jobs risponderei senza indugiare citando la più evidente: la sua divisa ufficiale. Nessuno è ancora mai riuscito a risolvere il mistero del black mock turtleneck, né è facile capire se si tratta di una scelta stravagante del tipo “almeno non devo pensare cosa mettermi ogni mattina”, come Einstein che si rifiutava di imparare a mente costanti di base perché facilmente reperibili su qualsiasi manuale, oppure se invece dietro a quella divisa c’è un motivo ben preciso di ordine filosofico. Sicuramente non è una scelta pauperistica dato che fonti ben informate sostengono che solo il maglioncino, probabilmente di cashmere, possa costare più di seicento dollari.
Non so se questi vizi automobilistici possano considerarsi esattamente delle fissazioni o semplici comportamenti sprezzanti tipici di chi ha ben altro a cui pensare.
Secondo una teoria parecchio diffusa Steve avrebbe rimosso la targa su concessione della motorizzazione sostituendola con un codice a barre identificativo per evitare che ignoti ammiratori continuassero a rubarla. Tutte bubbole, dato che gli uffici preposti alla registrazione dei veicoli californiani hanno più volte negato. In ogni caso per Steve non sarebbe un problema pagare le poche centinaia di dollari previsti in California come sanzione per chi guida senza “plate”.
La passione per la filosofia e le religioni orientali accompagna Jobs sin dalla gioventù. E’ storia nota il viaggio in India che cambiò la weltanshauung di uno Steve ancora 19enne. Jobs e il compagno di viaggio Dan Kottke, un amico conosciuto al Reed College in Oregon, nel 1974 si misero lo zaino in spalla e partirono per il subcontinente indiano. L’intento dei due era di incontrare Neem Karoli Baba, un noto santone, ma una volta giunti a destinazione scoprirono che Baba era passato a miglior vita. Kottke decise allora di intraprendere un ritiro spirituale mentre Jobs continuò a viaggiare da solo per l’India per qualche mese prima di tornare in California e al suo lavoro alla Atari.
Questo interesse per le discipline spirituali orientali, sviluppatosi negli anni in qualcosa di più complesso e occidentalizzato, contribuì notevolmente allo sviluppo di una filosofia Mac e all’approccio “etico” che Jobs applicò fin dall’inizio nell’affrontare il progetto Apple e in tutto ciò che realizzò successivamente. Un aspetto che potremmo definire negativo di tutto questo è invece la fissazione di Steve per la medicina alternativa. Non è un segreto che nel 2003 Jobs, dopo la diagnosi del suo tumore al pancreas, aspettò quasi nove mesi prima di acconsentire ad una procedura chirurgica perché era convinto che avrebbe potuto risolvere il problema ricorrendo a cure non tradizionali.
Terminiamo la nostra lista con la fissazione che più caratterizza Steve Jobs secondo molti di coloro che hanno lavorato a stretto contatto con lui. El Jobso è un perfezionista e vuole avere tutto sotto controllo. Non esiste pezzo di plastica su un Mac che lui non abbia approvato personalmente previa visione di un prototipo. Il perfezionismo di Steve Jobs ha però raggiunto un livello ulteriore perché l’iCeo ha saputo circondarsi di collaboratori ancora più perfezionisti di lui e ha messo in piedi strutture e procedure per la realizzazione dei prodotti Apple che passano attraverso infinite fasi di riprogettazione e revisione. Apple stessa nel giro di dieci anni è divenuta un’azienda “perfezionista” nel senso lato del termine. L’attenzione ai dettagli, ai piccoli particolari che fanno la differenza, alle nuances che possono passare inosservate, sono forse una piccola mania tipica anche del Mac utente, spesso incompresa da chi non ha mai provato prima un computer con la mela.
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Sei grande steve =)
Steve the best!!
steve jobs for president!!!!!!!!!! ciao!
E' un matto... Ma allo stesso tempo rimane un Genio...
Steve the best....
buby
lunga vita a steve!
sei uno di noi!
mi domando come mai una persona qualunque con il tumore del pancreas ci rimette quasi sempre le penne entro 3 mesi al massimo senza speranza, e Jobs ha aspettato 9 mesi per farsi operare.
o il tumore era una balla, o al massimo aveva atteso 9 ore
A me fa schifo uno che parcheggia nei posti riservati ai disabili ed è molto singolare che tutti voi lo adoriate (anche) per questo...mah..