Ieri Steve Jobs è volato in Europa per partecipare ad un incontro organizzato da Neelie Kroes, Commissario Europeo sulla Concorrenza, e parlare di e-commerce insieme ad alcuni protagonisti di spicco del settore. Fra gli invitati a questa “tavola rotonda” vi erano anche John Elkan, presidente della holding IFIL, Ben Verwaayen, CEO di Alcatel-Lucent, John Donahoe, CEO di eBay, Roger Faxon, CEO di EMI e altri ancora, fra cui l’outsider Sir Mick Jagger. Jobs era accompagnato dal Vice Presidente responsabile dei Servizi Internet Eddy Cue. La discussione verteva principalmente sulla unificazione del mercato europeo dell’e-commerce, mercato musicale in testa, ed è solo il preludio ad una ulteriore analisi che prenderà piede nei prossimi mesi.
Il problema messo in luce da Neelie Kroes è semplice e riguarda soprattutto il mercato della musica online, nel quale iTunes fa la parte del leone, anche in Europa. Servono accordi pan-europei per la fornitura di servizi che già interessano il vecchio continente nella sua interezza:
“Ai cittadini europei è stata promessa un unione, un luogo senza confini: ma su internet non esiste ancora. Sono stati fatti progressi, talvolta notevoli, ma non è abbastanza. Come Commissario per la Concorrenza, voglio sapere perché. Se questo accade perché le regole sulla concorrenza non sono abbastanza chiare, le chiarirò. Se accade perché le regole non sono al passo con i tempi, le aggiornerò. E, naturalmente, se ciò accade perché le regole non vengono rispettate, i consumatori e le aziende sappiano che le rafforzerò.”
Il riferimento alla differenza di prezzo fra gli stessi contenuti dell’iTunes Store britannico e quelli del resto del continente appare palese. Nonostante ci siano stati dei passi avanti in questa direzione, finora gli iTunes Store europei continuano ad essere intesi come realtà nettamente distinte che non comunicano direttamente fra loro. Se dal punto di vista dei contenuti la scelta è comprensibile (l’hip hop francese non andrebbe certamente alla grande in Italia e viceversa) questa distinzione non è invece accettabile da un punto di vista economico. L’interessamento diretto di Steve Jobs alla questione fa ben sperare, visto che l’ultima volta che gli fu fatta notare questa discrepanza la candida risposta fu che lui, semplicemente, non ne era a conoscenza.
I partecipanti alla tavola rotonda di ieri sono stati invitati a produrre un documento entro il 15 ottobre con le proprie riflessioni e le proprie proposte sull’argomento. Tali contributi andranno a sommarsi e verranno pubblicati più avanti quest’anno per stimolare contributi e commenti sulla questione da ulteriori terze parti.
Piccola nota di colore: Jobs, of course, era l’unico a non indossare una giacca.
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steve! ma…sei sempre più magro….
secondo voi starà male? =(
Ma le facce strane di quei tre in giacca sono per l’abbigliamento di Jobs?
@ g:
Quello a destra è Eddy Cue, VP di Apple per i Servizi Internet, agli altri due Jobs ha detto la tipica frase: “Come sarebbe a dire chi sono io? Ho inventato il f….tissimo iPhone, ne avete mai sentito parlare?!!” ©Fake Steve Jobs :-)
io adoro vedere steve!!! vi giuro, fra un po’ mi ecciterò :P
scherzi a parte mi strappa sempre un sorriso in quanto la prima cosa che guardo è la faccia, per riconoscerlo, la seconda è l’abbigliamento :D
solo una cosa: STEVE smetti di essere Vegetariano stai sparendo….e noi non vogliamo!!!Mangia carne.cacchio!!!
Per il resto vai così che ci piaci sempre di più e dacci i nostri macbook quotidiani!!!
@ ciuchino:
Amen
g dice:
No, è perché pensano che stesse meglio con la barba.
ao sta a morì
li mortacci sui, se sta a liquefà