Dopo anni passati a seguire le cronache di Cupertino, è lecito pensare di aver visto più o meno tutte le foto di Steve Jobs pubblicate almeno una volta nel corso degli ultimi 30 anni.
E’ per questo che lo scatto che John Brownlee ha scoperto in un locale di San Francisco, un diner incrociato con una Winderkammer, ha dell’incredibile.
E non è una foto qualsiasi: Jobs è ritratto di fronte ad una riproduzione della Stele di Rosetta mentre indossa un paio di occhialoni alla Groucho Marx. “E’ l’equivalente Cupertiniano della foto di Einstein che fa la linguaccia”. L’autore dello scatto è Tom Zimberoff e Steve Jobs non è l’unico personaggio famoso ad aver posato per lui con la maschera.
La storia della scoperta della foto è abbastanza curiosa e stupisce davvero che nessuno l’abbia mai raccontata online prima di adesso. Anche perché Buck’s of Woodside è un locale parecchio rinomato fra i grandi nomi della Silicon Valley e più di una volta è stato scelto come location per la stretta di mano finale che a conclusione di accordi importanti.
Brownlee non era da Buck’s per incontrarsi con qualche dirigente della Valle, ma solo per fare colazione con la zia della sua fidanzata, arzilla ottantenne di San Francisco a cui il locale sta particolarmente a cuore.
Ed è lì, fra animali imbalsamati, targhe automobilistiche, quadri e oggetti della più varia natura che raccontano altrettante storie, che se ne stava il ritratto di Steve Jobs con il nasone, i baffi e gli occhialoni a montatura spessa.
Jamis McNiven, attuale proprietario di Buck’s, fra gli anni 70 e 80 aveva curato per conto di Steve Jobs la ristrutturazione della sua prima casa a Los Gatos.
Di Jobs era stato anche amico e conserva il ricordo dell’avversione che nutriva per quel tipo di maschera. Una sera, ad una cena per il compleanno di Steve, la ragazza di McNiven titò fuori la maschera, giusto per scherzare un po’. Tutti la indossarono senza storie mentre Jobs non ne volle sapere e alle pressioni scherzose dei commensali addirittura si rabbuiò.
Un aneddoto abbastanza insignificante, ma che aveva colpito McNiven. Figurarsi la sua sorpresa quando alla fine del 2012 anno alcuni amici gli inviarono per email la foto di “Nose Jobs”.
Era saltata fuori dall’archivio di Tom Zimberoff, fotografo che negli anni ’80 aveva avuto modo di concludere parecchi servizi con personaggi del calibro di Jobs. Quello della foto con il nasone era un tocco personale con cui si divertiva a chiudere i propri set.
La fotografia, che risale al 1989, rimase nota solamente al fotografo fino al 2011, quando il “contact sheet” di quella sessione venne scelto per un libro italiano chiamato “Contatti”.
Fu allora che Zimberoff tirò fuori la foto dall’archivio e la spedì ad alcuni amici, fra cui anche un conoscente del proprietario di Buck’s. McNiven contattò così il fotografo e si fece stampare il ritratto che ora campeggia nel suo ristorante.
Zimberoff, anche se oggi non fa più il fotografo, ha pensato di lanciare comunque un progetto Kickstarter per la commercializzazione di quel ritratto nella duplice versione con e senza naso da Groucho Marx, in accoppiata con un simile ritratto di George Lucas e Yoda.
Per altri divertenti dettagli sulla storia della foto vi rimando all’articolo di John Brownlee su Cult of Mac.
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