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Bill Gates elogia Steve Jobs: ha salvato Apple

Steve e Bill alla D5 Conference – 2007

Lo scorso giovedì sera Biil Gates è stato ospite della rete televisiva CNBC, assieme a Warren Buffet, per un talk show (link con video) incentrato sulle rispettive storie di successo. Durante il question time riservato agli studenti della Columbia Executive Business School, uno dei ragazzi ha chiesto senza mezzi termini a Bill Gates un giudizio su Steve Jobs e sul suo operato come CEO di Apple.

Nessuno si aspettava di certo una sfuriata o una risposta negativa (del resto non è di Steve Ballmer che stiamo parlando) ma le parole di elogio verso El Jobso hanno comunque stupito il pubblico, che aveva accompagnato la domanda con una risata:

Ha fatto un lavoro straordinario. Apple opera in un settore leggermente diverso [da quello di Microsoft] dato che si occupa sia dell’hardware che del software. Ma quando Steve è tornato alla Apple, il che è avvenuto in pratica tramite un acquisizione della NeXT, che lui dirigeva, Apple non era nella forma migliore. Di fatto era probabilmente destinata a fallire.”

“Lui portò con sé un team” ha continuato Gates “portò con sé l’ispirazione necessaria per realizzare ottimi prodotti e progetti che sono stati in grado di trasformare di nuovo Apple in una grande forza positiva in grado di fare cose buone. E’ fantastico avere dei concorrenti come loro. Noi progettiamo software per Apple, Microsoft lo fa.  Competono con Apple. Ma lui, di tutti i grandi leader dell’IT con cui ho lavorato, è quello che ha mostrato la migliore ispirazione e ha saputo salvare l’azienda.”

Il ritorno di Steve Jobs alla Apple, citato anche da Bill Gates nel suo intervento, fu decisivo per mettere fine alla guerra legale che proprio in quel periodo si stava consumando fra Apple e Microsoft. Che El Jobso non abbia mai sopportato la Microsoft dei primi anni ’90 (arrivò a dire che “il vero problema di Microsoft è la mancanza di gusto”) è un dato di fatto. Altra questione è il rapporto con colui che, almeno pubblicamente, è da sempre visto come la sua nemesi, ovvero Bill Gates.

Steve non ha mai dimenticato che parte del successo del primo Macintosh si deve anche ai pacchetti software che l’ancora semisconosciuta azienda di quel ragazzetto con gli occhialoni e la voce strana aveva deciso di sviluppare. E non a caso sempre Gates, durante l’incontro con Jobs ufficiato da Walt Mossberg e Kara Swisher alla AllThingsDigital D5 conference nel 2007, confessò che la decisione di Microsoft di non produrre più software per Apple fra la fine degli anni ottanta e l’inizio dei 90, fu legata all’allontanamento di Jobs dall’azienda.

Queste considerazioni mi portano inevitabilmente a pensare che il motivo per cui i rapporti fra Cupertino e Redmond, nell’ultimo periodo, paiono tendere di nuovo ad un deterioramento, sia dovuto in buona parte al passaggio delle consegne fra Gates e Ballmer. Beninteso: anche nell’era Gates esistevano differenti vedute e permaneva l’alterità degli obiettivi e dell’approccio generale fra Apple e Microsoft. Ma si ha come l’impressione che la presenza di un retaggio condiviso fra le due figure più rappresentative delle rispettive aziende bilanciasse le profonde diversità. Insomma, Steve e Biil hanno fatto la storia dell’informatica assieme, battendo sentieri differenti, ma con un bagaglio condiviso.

E a ben vedere si può trovare un’analogia fra l’addio di Steve Jobs alla Apple, verso la fine degli anni ’80 (che portò Microsoft a smettere di sviluppare i propri software per Mac) e il recente pensionamento di Bill Gates (che è il movente del suddetto deterioramento dei rapporti fra Cupertino e Redmond). Sono situazioni differenti, la prima fu una burrascosa rottura, la seconda un sereno e programmato “cambio della guardia”, ma in entrambi i casi si registra l’abbandono di una figura con una solida base tecnica che ha le proprie radici culturali nell’humus fertile della rivoluzione informatica di metà anni 70, per lasciare spazio a un salesman, un venditore che ragiona solo in base agli incassi. Dire che Ballmer è oggi per Microsoft il John Sculley della Apple di fine anni 80, è un po’ eccessivo, e non dubitiamo che a Microsoft non capiterà di certo ciò che è successo ad Apple a metà anni 90.

L’impressione, comunque, è che i problemi di Microsoft e molte delle scelte sbagliate degli ultimi due anni, dipendano in gran parte dalla visione del nuovo CEO. Non a caso la percezione della rottura si ha soprattutto a livello mediatico, dopo che da Redmond hanno deciso di investire fortemente per tradurre in pubblicità l’aggressività del personaggio Ballmer.

Redazione

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  • Io credo che una persona quando è talmente grande non ha bisogno in alcun modo di attaccare o denigrare "i nemici"...

  • che mitici uomini :) potessi anche solo stringere la mano a uno dei 2 x complimentarmi :)

  • Questo episodio rinnova tutta la stima che ho per Gates, mi dispiace che se ne sia andato da MS.bella prova da parte di tutti e due ;)

  • Beh,

    dal pensionamento di Gates la Microsoft ci ha rimesso parecchio in immagine e credibilità dopo che ci ha messo quel pagliaccio di Ballmer

  • Quando li guardo non posso fare a meno di pensare:"Ma che magnifici conti in banca che avete.."

  • matt dice:

    che mitici uomini :) potessi anche solo stringere la mano a uno dei 2 x complimentarmi :)

    anche io

  • Questi due signori hanno fatto la Storia dell'Informatica moderna.
    E' grazie a loro due che siamo arrivati alla diffusione capillare di piattaforme elettroniche ed informatiche, un tempo riservate solo agli "addetti ai lavori".

    Hanno saputo, con astuzia ed intelligenza, superare le barriere culturali caratteristiche dei precedenti decenni, in cui chi sapeva usare un computer era un "Marziano".
    E' grazie a loro che adesso persino mia mamma sa usare Outlook ed Excel e mia sorella scarica brani da iTunes con l'iPod Touch...

    GRAZIE, GRAZIE a tutti e due!

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