SproutCore è il framework Javascript sviluppato da Apple con cui sono state costruite le applicazioni web di MobileMe. Ne avevamo parlato approfonditamente un paio di anni fa (vedi: SproutCore, il cuore Open di MobileMe), proprio in vista del lancio di MobileMe, e poi di nuovo a luglio quando Charles Jolley, che di SproutCore è il creatore, aveva deciso di abbandonare il suo posto alla Apple per fondare la Strobe, una società che punta ad aiutare gli sviluppatori ad utilizzare il framework per realizzare web app aperte per i dispositivi mobili.
Adesso Strobe torna a far parlare di se perché ad appena 4 mesi dalla fondazione e con due mesi d’anticipo rispetto alla road map originale, ha già raccolto 2,5 milioni di dollari in una prima tornata di finanziamenti, tanto è l’interesse (anche commerciale) attorno al progetto di Jolley.
“Tutti sanno che è necessario fare una scelta. Abbiamo passato gli ultimi cinque anni lavorando con alcuni per dimostrare che non è necessario.” Si legge nella home page di Strobe. “Ora è il momento di mostrarlo a tutti gli altri. Crea sul web con una user experience integrata quasi indistinguibile da quella nativa. Vendi attraverso un app store o direttamente nel browser. Funziona ovunque ed è fantastico.”
In sostanza ciò che Strobe vuole favorire è lo sviluppo di applicazioni “universali” attraverso l’uso di tecnologie Open come HTML5, CSS3 e ovviamente Javascript pienamente supportate dalla maggiori piattaforme di accesso al web da dispositivi Mobile, ovvero, in buona sostanza, iOS e Android.
L’impresa di Jolley ha comprensibilmente destato l’interesse di diverse media company, allettate dalla possibilità di sviluppare una volta e distribuire su molti device in maniera aperta tramite web o tramite i vari App Store di dispositivi che l’HTML5 (inteso come insieme di tecnologie – HTML%+CSS3+JS) lo supportano nativamente. E’ l’iPad secondo Jolley il dispositivo che ha cambiato le carte in tavola e contribuito a ravvivare l’interesse per lo sviluppo sul web mobile: “Ci sono molti sviluppatori che prendono in considerazione la possibilità di creare app per Android e iPhone in HTML5 perché anche l’iPad rientra nel loro target”.
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