OS X Yosemite è un sistema operativo rivoluzionario, che porta a livelli mai visti prima l'integrazione Mac/dispositivi iOS. Fresco nella grafica, adesso più orientata al flat, ripensato nelle sue funzioni elementari e ricco di funzioni aggiuntive. È originale in tutto, tranne che nel suo nome.
Fin dal momento in cui è stato presentato dall’onnipresente Craig Federighi sul palco della WWDC 14, OS X Yosemite non fa che far parlare di sé.
Per la prima volta da anni OS X è tornato – giustamente – a fare la parte del leone ed è riuscito ad relegare iOS 8 in secondo piano grazie al suo nuovo design, a funzioni come Continuity e alla riscrittura delle app principali su fondamenta comuni ai due sistemi.
OS X 10.10 Yosemite porta quindi innovazione a tutto tondo in ambito Mac, se non fosse per un piccolo particolare, che – almeno per il momento – nessuno sembra aver notato.
Un nostro lettore, Tommaso Masini, ci informa infatti che il nome “Yosemite” non è del tutto originale. Pare infatti che quello fosse il nome in codice di un prodotto Apple che forse più di un lettore ricorderà con affetto: il Power Macintosh G3 (Blue & White).
E chissà che Jony Ive non possa aver caldamente appoggiato questo nome, dietro le quinte, in virtù dell’analogia che lega OS X Yosemite al Power Mac G3 (Blue & White). Entrambi hanno segnato infatti una svolta decisa nei confronti dei relativi predecessori: il primo rispetto all’interfaccia e alle fondamenta di OS X 10.9 Mavericks, rimasti pressoché invariati in tutti i felini e nella prima località californiana; il secondo rispetto al Power Macintosh G3 (All-in-One) e al suo chassis dai toni ingialliti.