Nell’ambito della sneak peek preview di Mac OS X Lion che si è tenuta ieri durante l’evento Back to the Mac, Apple ha offerto una demo del nuovo Mac App Store, un negozio virtuale per l’acquisto di applicazioni che mira a portare sui computer della Mela l’esperienza maturata in quest’ambito su iOS. E’ uno degli elementi portanti della filosofia Back to the Mac sapientemente spiegata ieri da Steve Jobs sul palco della Town Hall. Lo scopo è quello di riportare sulla piattaforma desktop alcune delle migliori caratteristiche del sistema operativo mobile di Cupertino.
Il Mac App Store è l’unica novità legata all’anteprima di Mac OS X 10.7 che verrà introdotta fra non molto già su Snow Leopard. Apple ha già diffuso delle guidelines relative alle regole di inclusione delle applicazioni. Gli sviluppatori, che pure sembrano aver accolto generalmente bene l’arrivo di questa novità, hanno da subito avanzato qualche sano dubbio che si spera possa essere fugato nel corso di questi 90 giorni che ci separano dal lancio ufficiale del programma.
Quando, come, dove
Vediamo prima di tutto che cosa già sappiamo del Mac App Store da un punto di vista, diciamo così, non prettamente tecnico:
- Sarà disponibile su Mac OS X 10.6 Snow Leopard entro 90 giorni. Significa indicativamente che potrebbe arrivare verso la fine di gennaio
- Dall’inizio di novembre gli sviluppatori potranno iniziare ad inviare le proprie applicazioni.
- Verrà applicato un regime del 70/30 Dev/Apple come già ora avviene su App Store e su iBookstore
- Mac App Store sarà un’applicazione standalone, non sarà integrato con iTunes, anche se ovviamente per comprare le app sarà necessario utilizzare il proprio account iTunes
Le Guidelines
Apple ha già reso disponibili le linee guida per l’inclusione delle applicazioni nel Mac App Store. Per prima cosa, giusto per anticipare le mille polemiche che nasceranno, va ricordato che in questo caso l’App Store per Mac non sarà assolutamente l’unico modo per installare applicazioni su Mac. Steve Jobs lo ha subito precisato in maniera chiara.
Chiarito questo aspetto, ecco alcuni dei punti più controversi emersi da una prima lettura delle guidelines. L’impressione, lo dico subito, è che le guidelines siano state mutuate totalmente da App Store per iOS e che ora vadano limate e rifinite per l’arrivo su Mac OS X.
L’app non sarà accettata se:
- Contiene nel nome definizioni come “beta”, “demo”, “trial”
- Duplica funzionalità di app già largamente presenti sull’App Store
- Non è stato usato Xcode per compilare l’installer
- Utilizza sistemi di copy protection personalizzati o richiede l’inserimento di una chiave di licenza
- Contiene metadata che citano il nome di qualsiasi altra piattaforma
- Contiene nomi di prodotti Apple scritti male al suo interno (es. mac, Iphone ecc..)
- Assomiglia un po’ troppo a programmi integrati del Mac come il Finder, iChat, Dashboard, iTunes
- L’interfaccia è troppo complessa o meno che molto buona
- Cambia il look e la funzione di elementi nativi dell’interfaccia di Mac OS X o ne usa di personalizzati
- Crea uno store al suo interno per l’acquisto di software o musica
- Nel caso sia un gioco, mostra immagini esplicite di animali o persone uccisi o torturati
- I “nemici” nel gioco sono riconducibili ad un unico gruppo etnico
- Contiene user generated content che può essere a carattere pornografico
Gli interrogativi
I dubbi principali sul Mac App Store, inutile dirlo, riguardano il problema del controllo. Apple vorrà imporre la stretta revisione delle applicazioni come già avviene sull’App Store per iOS secondo le regole sopra elencate? Probabilmente no, se ci tiene al successo del Mac App Store. L’idea che inizia a delinearsi, pur con tutti i distinguo del caso, è quella di un sistema di promozione e vendita delle applicazioni che semplificherà la vita ai developers (oltre a farli guadagnare meglio grazie magari ad un abbassamento del prezzo però con drastico aumento dei volumi di vendita).
Ci si potrebbe chiedere perché uno sviluppatore per Mac già avviato dovrebbe dare il 30% ad Apple. Basti pensare all’abbattimento dei costi di gestione finanziaria dei pagamenti, dei costi di hosting (le app starebbero sul server Apple) e aggiungere il livello di visibilità che un App Store su Mac può offrire per intuire il vantaggio. Jobs in ogni caso l’ha detto chiaro: Mac App Store non sarà l’unico modo per comprare e installare applicazioni su Mac OS X, ma sarà il migliore.
Giles Turnbull ha pubblicato su Cult of Mac un primo round di opinione di sviluppatori per Mac OS X che espongono efficacemente alcuni degli interrogativi che ancora aleggiano attorno al Mac App Store, nonostante le guidelines. Ecco di seguito alcuni dei punti chiave:
- Problema delle Kernel Extension. A quanto pare che le app per essere ammesse sul Mac App Store non dovranno cercare di installare delle kext, il che limiterebbe pesantemente la tipologia di applicazioni accettate sullo Store
- Problema della corsa al ribasso. Alcuni sviluppatori temono in un abbassamento eccessivo del prezzo delle apps, con una rincorsa allo sconto a tutti i costi che svaluta pesantemente certe applicazioni. Loren Brichter fa anche notare che l’App Store semplificherà drasticamente l’installazione di software di terze parti, fino al punto di rendere possibili gli acquisti di impulso per piccole app come la sua Tweetie che possono permettersi prezzi bassi.
- Come verranno gestite quelle applicazioni che prevedono l’integrazione di plugin di terzi (come NetNewsWire ad esempio)?
- Ci saranno termini di approvazione legati al contenuto e agli scopi della app? Per capirci, app come KisMac verranno rigettate a priori?
- Quale sarà la politica sulle versioni trial se non sarà possibile offrirne direttamente su App Store?
- Come potranno essere gestiti gli updates a pagamento delle applicazioni, sistema di generazione delle revenue e di promozione presso la community di utilizzatori ad oggi fondamentale per i developers?
Si tratta di domande che probabilmente troveranno presto una risposta. L’augurio di tutti è che Apple voglia applicare la massima trasparenza e che le recenti aperture sulle regole dell’App Store se ne tornino fin da subito pure quelle “back to the Mac App Store”.
Magari per adesso no, ma chi ci dice che in futuro non diventerà l’unico modo per installare app?
Io Ho il background, l’esperienza, la conoscenza del linguaggio …ma apple decide dove come quando e devo anche pagarli? Ma va…………..!!!!!!
@ Mansell:
esatto!! totalmente d’accordo!!! inoltre è da considerare che l’impatto ambientale dei CDs diminuirebbe drasticamente se così fosse…
mmmm
ci sono molte cose che non mi piacciono, pur ritenendo interessante l’idea di uno store centralizzato temo che sarà un pò troppo chiuso
vedremo…questa manovra potrebbe portare i benefici di iniziare la produzione di tutti quei piccolissimi applicativi per specifici compiti che stanno solo in windows……
oppure potrebbe essere rigettato completamente….se per via dei grossi numeri di iphone puo essere conveniente sviluppare sotto condizioni così rigide (70/30 e restrizioni sulla qualità) ma su un computer è altra cosa…..
secondo me le grosse case di produzione metteranno solo un programmino gratis che andrà a scaricare poi il programma dai loro server….visibilità e controllo allo stesso tempo
@ Mansell:
chi ce lo dice?
Io non ci trovo niente di male, anzi..
E’ un modo per dare maggiore visibilità alle proprie applicazioni (previo abbonamento annuale) e per consentire agli utenti di scaricare ottime applicazioni senza dover girare mezzo web prima di scoprirle e, in seguito, scaricarle.
Lo trovo anche un modo per portare ottime applicazioni a prezzi ridotti, un po’ come accade con l’App Store per dispositivi iOS.
Se a qualche sviluppatore non dovesse andare bene, tutto come prima: distribuirà le sue applicazioni dove meglio crede.
Dubito, comunque, che in futuro il Mac App Store possa diventare l’unico modo per scaricare applicazioni per Mac, ma la comparsa di questa polemica era prevedibile.
O.T.: su Mac OS X Lion ci ho azzeccato comunque: la touch-experience è vincolata a dispositivi multi-touch (trackpad, magic trackpad, magic mouse).
E sembra promettere bene ;)
Secondo me hanno ricreato in stile App Store dell’iOS quello che già esiste nella pagina dei download dei software per Mac sul sito di Apple accessibile oggi anche dal menu di OSX sotto la voce “Software Mac OSX…” un po’ come succede su Linux. Ora un utente Mac ora va sul sito Apple nella pagina di download e cerca manualmente il file che vuole in base alle categorie e procede con il download del dmg e la successiva installazione, con un App Store questo sarà quasi automatico per non parlare degli aggiornamenti delle varie apps..davvero comodo!
è un ottima idea secondo me =) un po’ come software center di ubuntu…quello che mi chiedo è se lo sviluppatore ha la sua applicazione sull’app store, può comunque continuare a venderla al di fuori di questo?
Beh a questo punto avrebbero dovuto anche integrare il game center anche sul Mac, prendendo esempio da Steam
Vorrei sollecitarvi ad una riflessione: più che una differente visione dello Sviluppatore, Apple cerca di inquadrare una differente clientela.
Forse stiamo passando dai Mac Users storici, quelli che “pensavano differentemente” ai nuovi Apple Users.. quelli che io definisco “iUsers”. Non necessariamente questo è un processo negativo, o almeno è difficile giudicarlo a priori.
Consideriamo alcuni fatti: iPod, iPhone e iPad sono esempi di validità di un modello basato soprattutto sulla regola KISS! (Keep It Simple Stupid!).. le applicazioni che si installano in un click sono necessarie in un dispositivo embedded: nessuno vuole complicazioni ma solo che funzioni e sia reattivo!
Qui stiamo parlando di Computer! Il computer, si differenzia dagli altri dispositivi perchè è una macchina GENERAL PURPOSE, in grado cioè di infinite possibilità: il limite è solo la propria creatività e conoscenza del linguaggio della macchina stessa.
Apple si è resa conto che sul piano commerciale, il Computer non ha futuro! Le persone sanno più o meno cosa vogliono fare con le macchine, e tutto ciò che potrebbero fare in più, sono disposte a pagarlo tendenzialmente..
E così arriva lo iUser: un utente il cui obiettivo principale è quello di eseguire alcuni semplici task, col minimo sforzo possibile e con la massima semplicità! Le Apps sono strumenti che permettono di svolgere un lavoro più che software polivalenti..
Che ne dite? Siamo veramente pronti per l’ iMondo?
Qualcuno potrebbe spiegare come funziona esattamente il Software Center di Ubuntu (a chi come me non ha mai usato distro linux) e in cosa il Mac App Store “rischierebbe” di differenziarsi? (soprattutto dal punto di vista tecnico, non tanto della paventata volontà di controllo e censura…) Grazie
@ LivorneseDoc:
punto di vista molto interessante, e credo anche pienamente condivisibile. Alla fine dei conti, a parte qualche geek, chi usa VERAMENTE un computer, se non per scrivere 2 lettere e andare su facebook? Ricordo un sondaggio in cui si chiedeva che browser usava, e la gente rispondeva “Google” o “Yahoo”. Questa è la realtà, forse per l’80-90% degli utenti, purtroppo.
Per essere ancora più attuali, giusto oggi ho visto un sondaggio sull’iPad : il 30% degli utenti NON ha MAI scaricato una app, neanche gratis. 1 su 3, mica patatine! Alla faccia dell’intraprendenza. Alla faccia del “non complicarsi la vita”. Qui si sta cadendo nel lazzaronismo mentale puro, e Apple forse lo ha capito con qualche anno d’anticipo rispetto agli altri.
Staremo a vedere come andrà.
Secondo me il negozio di app per Mac reinventerà il software peril personal computer. Così come è successo per i dispositivi portatili di Apple. E’ una idea vincente e parzialmente democratica. Consente a tutti, o quasi, di creare una applicazione vincente e di immetterla senza altro sforzo nel mercato mondiale. Spero da un lato che non vi sia una deriva monopolistica(o dittatoriale se preferite) della Apple e dall’altro che jobs riesca a vederla realizzata. Nell’ultimo intervento era visibilmente in difficoltà. Che la malattia si sia fatta risentire? Speriamo di no
@ Dev: Come su App Store per iOs se fai una bella app puoi avere la possibilità di guadagnarci un bel po’ in più grazie alla visibilità su App Store… Top 10, sfoglia per popolarità, app consigliate e via dicendo.
C’è un’altra domanda da porsi, mentre su iphone e famiglia, è quasi accettabile non poter rivendere un’applicazione, parlando di software di altro livello, non è assolutamente plausibile, ammetto che mi fa un po paura questa novità.
Sono con apple da 3 anni, ma se la piega presa è trasformare i mac i ipad più potenti, tornerò di corsa a windows.