OnLive arriva anche su iPad, con tanto di controller bluetooth

Per noi fanboy, questa è la settimana del WWDC, in cui non si parla d’altro che di Lion, iCloud e iOS 5; eppure nel mondo c’è un altro evento che richiama su di sé un’enorme attenzione, ed è ovviamente l’E3.
La fiera videoludica in cui vengono presentate centinaia di novità, quest’anno ha dedicato molta attenzione al mercato degli smartphone  e dei tablet, come iPhone ed iPad: al di là di alcuni interessanti titoli in arrivo prossimamente, c’è un servizio in particolare che voglio segnalarvi.

Si tratta di OnLive, particolare piattaforma di gioco “in the cloud” che ha annunciato il supporto per iPad. Ma di cosa si tratta?

OnLive non è un servizio completamente nuovo per gli addetti ai lavori, ma forse sconosciuto ai più: in pratica con OnLive potrete giocare a tutti gli ultimi titoli per console come Xbox360 e PS3 (quelli che richiedono un hardware super-potente, per intenderci) anche sulla vostra TV di casa o sul vostro Mac, senza disporre di alcuna console.

Il funzionamento è semplice: vi basterà collegare il box di OnLive ad uno schermo, impugnare il controller e giocare. Anche se a voi sembrerà di stare giocando sul divano di casa vostra, in realtà il box di OnLive si collega ad un data center che ospita fisicamente le macchine con cui state giocando, restituendovi un flusso video in diretta che vi da l’illusione di avere una console next-gen in casa. Interessante no?

Sicuramente sì, ma lo è ancora di più adesso, dato che il CEO di OnLive ha annunciato il supporto per iPad e ha dimostrato al mondo come funziona OnLive sul tablet di Cupertino: l’iPad si trasforma in un monitor ed è possibile controllare il gioco con i controlli touch o attraverso il controller bluetooth. Il tutto avverrà ovviamente attraverso un’app specifica rilasciata in App Store.

Eli Hodapp di TouchArcade ha avuto modo di testare il servizio su iPad e ha dichiarato che funziona sorprendentemente bene, e che può rivelarsi il “game changer” del futuro.

 

Dove sta la fregatura, quindi? Purtroppo, come potrete intuire, OnLive richiede una connessione a banda larga super-efficiente, qualcosa che in Italia possiamo ancora solo immaginare; con il tempo, sicuramente, la situazione migliorerà anche nel Bel Paese e allora potremo realmente sfruttare le potenzialità del servizio.

[via|MacRumors e Tapplayer]

10 commenti su “OnLive arriva anche su iPad, con tanto di controller bluetooth”

  1. beh si per carità, dipende molto dalla qualità della connessione, ma se magari onlive decidesse di piazzare qualche server in Europa (al momento li ha solo in USA), magari si riuscirebbe a giocare anche da qui…

    Rispondi
  2. @ daniele:
    mica sono un ente di beneficenza: sapendo che da noi (e parlo dell’europa tutta, che sta messa molto meglio di noi italiani, ma che comunque in confronto agli states é ben poca cosa) la connessione da noi passa (dove passa, perché in molti luoghi non c’é nemmeno) sui cavi fatti con la mollica del pane mica sono cosí scemi da venire a buttar via soldi su di un servizio per il quale non ci sarebbe mercato?

    Rispondi
  3. si diceva tempo fa in una altro bog che la rete italiota è ottima, rispetto agli usa, peccato che non buttano su gli switch adatti ad andare a alta velocità….

    Rispondi
  4. Quando ho comprato il TV a led, ho dovuto informarmi per via dell’input Lag troppo evidente di alcuni modelli… sono mooolto scettico…

    Rispondi
  5. @ bLax:
    spero fosse sarcasmo perché non so chi abbia scritto cose del genere, ma per quel che vedo io in usa viaggiano ad una media di 50mb/s (e sono in 300 milioni con usa superficie che é 30 volte la nostra) mentre da noi se va bene (solo nelle grandi cittá, e nemmeno in tutte) ci sono i 20 mega (teorici) e in 20% del territorio siamo ancora sotto digital-divide (e doppietti in rame, niente fibra e spesso nemmeno la rete cablata)…

    Rispondi
  6. Veramente la velocità media di navigazione in us è di 5 mbs. In casa a milano ho fastweb 100 mbs. Che la copertura in italia sia scarsa è innegabile, ma pubblicizzando il servizio (che è davvero rivoluzionario) con uno dei soliti ad caciaroni con ficarra e picone e incrementando la rete si potrebbero ottenere buoni, buonissimi risultati

    Rispondi
  7. @ Roberto:
    ok che ho dato i risultati utilizzando la banda teorica dichiarata, ma non esageriamo: stando alle statistiche pratiche in usa la banda media é 12mb/s mentre da noi non arriva a 5. inoltre spero sia chiaro che i 100mega di fastweb (cosí come i 20, in maniera minore) sono appannaggio di una cerchia ristretta di utenti a cui arriva la fibra in casa, non al cristo medio.

    Rispondi
  8. Il problema di noi italiani è che vogliamo pagare poco la connessione e avere una svalangata di banda.
    Gli americani hanno tutta quella velocità perchè i contribuenti hanno pagato SALATO, molto SALATO durante l’espansione della rete. Se oggi gli americani hanno tutta questa banda è perchè non si lamentano e a suo tempo hanno speso di tasca propria tanti soldi.
    La qualità della rete italiana, intendo come cavi, è molto alta rispetto ad altri paesi, ma ci sono dei problemi secondari.

    Vi invito a leggere questa analisi molto approfondita che svela molti retroscena del perchè in certi paesi c’è più banda, mentre da noi stentiamo a decollare:
    PARTE1: http://www.wolfstep.cc/2011/05/si-fa-presto-dire-reti.html
    PARTE2: http://www.wolfstep.cc/2011/05/no-sono-troppo-vecchio-io-cero.html

    Buona lettura!

    Rispondi
  9. @ Granuz:
    il primo è un bel post, davvero. ma non puoi pretendere che sia il sottoscritto a posarsi i cavi con la pala e le canalette di plastica da casa fino ad un nodo. eh.
    del secondo articolo non voglio discutere: dice grandi verità su come funziona l’italia (non solo in ambito informatico) ma mi sembra un zinzino eccessivo imputare a chi non è stato un mezzo hacker negli anni ’80 (a parte che io sono troppo giovane per esserlo stato) l’arretratezza dell’infrastruttura. a me non arriva una connessione decente perchè vivo in culonia e la mia amministrazione (basterebbe anche il comune) se ne frega bellamente, non perchè nessuno si interessava alle usenet.

    Rispondi

Lascia un commento