SaaS è una sigla che significa “Software as a service” e indica quei programmi, generalmente accessibili online, che forniscono un servizio agli utenti dietro pagamento di una “fee”, una tariffa che può aver una scadenza oppure no. Sono SaaS anche Dropbox, Evernote e altri applicativi simili che sono disponibili anche su App Store e soprattutto sono integrati tramite API in altri applicativi disponibili su App Store.
Di recente Readability, un programma simile ad Instapaper che prevede un abbonamento da parte degli utenti e che dunque potrebbe tecnicamente rientrare in questo gruppo, non è stato accettato all’interno dello Store. Motivo: la “subscription” al programma deve essere gestita tramite le nuove API per l’abbonamento in-app.
Readability versa il 70% del ricavato ai publisher dei contenuti e tiene per se il 30% (curiosamente proprio ciò che fa Apple). Per questo non potrebbe permettersi di utilizzare il sistema di Apple, il margine di guadagno si restringerebbe troppo.
I developers si sono arrabbiati e hanno ricordato ad Apple che parte del codice presente nel “Reader” di Safari 5 è stato preso direttamente dal Bookmarklet JavaScript Readability.
Molti altri sviluppatori di SaaS hanno espresso preoccupazione per i propri software ritenendo che questa esclusione possa applicarsi anche ai loro prodotti.
Il problema di fondo, in questo caso, è però stabilire quale sia la vera natura di Readability. John Gruber ad esempio è convinto che il programma non si possa definire un Saas, quanto un vero e proprio fornitore di contenuti, un publisher, soggetto quindi come tutti gli editori all’obbligo dell’utilizzo delle in-app subscription.
Il sistema di Readability prevede per l’appunto che la maggior parte del ricavato delle subscription vada a chi scrive. In questo modo però secondo Gruber l’app si configura come un vero e proprio provider di contenuti e non come un SaaS. Instapaper, che fa qualcosa di simile ma si sostenta principalmente con il costo dell’applicazione e non versa nulla agli editori, rientra invece in questo modello e per questo molto probabilmente non avrà da implementare il nuovo sistema di subscription.
Un punto fermo però pare ci sia. Un utente del forum di MacRumors ha scritto a Steve Jobs chiedendo lumi sulla questione e il CEO si è pronunciato:
“Abbiamo creato le sottoscrizioni per le app editoriali, non per le app SaaS”.
La risposta è chiara ma resta aperta la questione dei criteri di distinzione fra un’app SaaS e un’app editoriale, come dimostra il caso di Readability. Distinzione abbastanza sottile sulla natura dei software che ancora una volta viene affidata, e questo non è bene, alla discrezionalità dei “cerberi” dell’App Store, i controllori che decidono se approvare o bocciare un’app. Apple dovrà fare un po’ di chiarezza, e farla presto.