iPhone è un telefono sicuro, e se lo avete protetto con un codice per lo sblocco, è sostanzialmente impossibile che qualcuno riesca a mettere le mani sui dati contenuti nel dispositivo. A patto che questo qualcuno non sia Apple. A quanto pare il numero di iPhone che viene sbloccato da Cupertino per questioni legali è in aumento costante, tanto che ci sarebbe una lista d’attesa lunga mesi, per le forze dell’ordine, per effettuare lo sblocco di un dispositivo protetto.
A confermarlo sarebbe un agente del Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives (ATF), che avrebbe chiesto ad un rappresentate di Apple un aiuto per effettuare l’unlock su un dispositivo sequestrato nell’ambito di una indagine. Apple avrebbe spiegato all’agente di avere già altri dispositivi da sbloccare, e lavoro per almeno sette settimane. Secondo CNET, che riporta la notizia, l’agente dell’ATF avrebbe passato tre mesi a cercare un rappresentante delle forze dell’ordine che avesse le capacità forensiche per sbloccare l’iPhone sequestrato. Dopo un gigantesco buco nell’acqua, l’agente ha allora deciso di rivolgersi ad Apple, che conoscendo il codice sorgente di iOS è in grado di bypassare il blocco e scaricare i contenuti del dispositivo su un drive USB esterno. L’agente, però, si è visto mettere in una lista d’attesa lunga sette settimane, che si sarebbero trasformate in realtà in quattro mesi.
Sono in realtà diversi i programmi che promettono di potere estratte da un dispositivo bloccato parte delle informazioni salvate su di esso. Molti di questi, però, non solo non sono in grado di estrarre tutto il contenuto dal dispositivo (caratteristica che si pensa sia fondamentale per una indagine poliziesca) ma non sono compatibili con le ultime versioni di iOS. L’iOS Forensic Toolkit di Elcomsoft, ad esempio, supporta solo iOS 3, 4 e 5, mentre Oxygen Forensics Suite 2013 supporta tutti i dispositivi di Apple, a patto che questi non siano protetti da password.
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