Si tratta della notizia del giorno. Probabilmente del mese. Forse dell’anno. La National Security Agency, agenzia statunitense specializzata nella sicurezza nazionale, ha avuto accesso negli scorsi sette anni ai dati degli utenti di Verizon, Microsoft, Skype, Facebook, Yahoo e persino Apple, in certi casi con l’accesso diretto ai server di queste compagnie.
La notizia è esplosa sui media americani ieri pomeriggio, quando il Guardian ha confermato di avere tra le mani un documento inviato da NSA a Verizon, nel quale si chiede all’operatore mobile di consegnare all’agenzia i metadati delle conversazioni dal 26 aprile al 26 luglio. Il documento top secret, che avrebbe dovuto rimanere secretato fino al 2038, ha aperto un vero e proprio caso mediatico. Verizon ha negato di avere mai ricevuto ordine dall’NSA di consegnare questo genere di dati, soprattutto ha negato di averne mai consegnati in passato. Il punto è però un’altro. Verizon non può rivelare l’eventuale collaborazione con l’NSA, ed è comunque costretta a dire di non avere mai consegnato tali documenti all’agenzia.
Verizon non avrebbe consegnato le registrazioni delle conversazioni, ma semplicemente i metadati di queste: Durata della conversazione, IMEI dei dispositivi in gioco e numeri telefonici. Ciò non toglie che in qualsiasi momento, la NSA può utilizzare questi metadati per tornare a chiedere a Verizon la registrazione della conversazione telefonica.
Una presentazione top secret (rigorosamente nel più classico dei Power Point) di 41 slide, su cui hanno messo le mani il The Washington Post e il The Guardian, illustra come non solo Verizon sarebbe al centro di questo progetto, noto come il nome di PRISM, ma come ne facciano parte anche altri big della Silicon Valley come Facebook, Yahoo, Microsoft, Skype, AT&T ed Apple.
Le accuse sono gravissime. Queste (e altre) aziende avrebbero fornito dati personali alla NSA. PRISM è stato inaugurato nel 2007, ricevendo l’ok dall’allora presidente George W. Bush e la conferma, nel 2012, da Barack Obama. Il congresso degli Stati Uniti ha riconfermato il progetto per sette anni con cadenza trimestrale.
Pare che solo lo scorso anno, PRISM abbia generato 1477 documenti top secret sottoposti al Presidente degli Stati Uniti per fare il punto sulla situazione degli Stati Uniti. Si tratta del 15% dei rapporti consegnati ad Obama in un anno.
Di fronte ad un potenziale crollo della fiducia dei consumatori, Apple, Microsoft, Google, Facebook e Dropbox hanno negato di avere mai consegnato documenti alla NSA. Il portavoce di Cupertino Steve Downling ha dichiarato:
Non forniamo ad alcuna agenzia governativa l’accesso diretto ai nostri server, e qualsiasi agenzia governativa che chieda i documenti dei clienti dei presentarsi con l’ordine di una corte legale.
Le dichiarazioni del portavoce di Apple, come per Verizon (e le altre smentite dei big della Silicon Valley) non hanno però molto senso. Le compagnie avrebbero infatti firmato un patto di non divulgazione che impedisce loro di confermare la collaborazione con la NSA.
Apple, stando ad una delle slide della presentazione, avrebbe accettato di essere aggiunta al progetto solo qualche mese fa, nell’ottobre del 2012. La questione, sulla quale seguiranno certamente ulteriori aggiornamenti nelle prossime ore e nei prossimi giorni, si preannuncia bollente.
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