Colpo di scena nel caso dell’iPhone prototipo perso dall’igegnere Apple e acquisito da Gizmodo. Nella notte di venerdì una squadra della R.E.A.C.T. (Rapid Enforcement Allied Computer Team, un corpo speciale Californiano che si occupa di reati legati alla tecnologia) è entrata in casa di Jason Chen, Editor Capo di Gizmodo, e ha sequestrato quattro computer e due server su mandato di un giudice della Superior Court della Contea di San Mateo.
Gizmodo ha pubblicato la risposta ufficiale dell’ufficio legale di Gawker. Gli avvocati del gruppo sostengono che il sequestro del materiale di lavoro di un giornalista sia totalmente illegale secondo la legge della California e pretendono che i computer di Chen vengano prontamente restituiti. Lo scopo del sequestro probabilmente è la ricerca di informazioni utili per risalire all’identità della persona che ha venduto il prototipo a Gizmodo.
La notizia dell’apertura di un inchiesta era già trapelata sul finire della scorsa settimana, ma non ci si aspettava che una delle prime azioni degli inquirenti avrebbe coinvolto direttamente Gizmodo.
Tuttavia un’evenienza di questo genere era già stata preventivata dall’ufficio legale di Gawker. Gaby Darbyshire, COO del gruppo, aveva inviato una email a Chen in cui documentava in anticipo la possibile illegalità di un sequestro dei suoi beni. Lo scopo era fornire al giornalista uno strumento per contestare alla polizia la legittimità di un mandato di sequestro.
Chen però non era in casa quando la squadra della R.E.A.C.T. si è presentata. I poliziotti hanno sfondato la porta (è previsto il rimborso danni) e hanno proceduto al sequestro del materiale di lavoro, compresa anche l’email, stampata e lasciata sulla scrivania per averla pronta in caso di bisogno.
Non è ben chiaro quali siano al momento le accuse a carico di Chen, ma nella probabile evenienza che il venditore del prototipo venga individuato ed incriminato per furto all’Editor e ai rappresentati di Gawker potrebbe venir contestato il concorso in ricettazione. In quel caso la difesa, che inevitabilmente si baserà sulla presunta ignoranza circa lo “status” legale dell’iPhone 4G al momento dell’acquisto, non sarà delle più facili se la polizia avrà in mano gli scambi di email fra Chen, Nick Denton o altri executives di Gawker e il venditore.
HGW27 27/04/2010 il 01:04
guardatevi questa cosa spassosa sulla vicenda (vista via John Gruber) http://topherchris.com/post/551530253 (al momento il sito è offline forse per le improvvise troppe visite). Ma è proprio da vedere. In pratica c’era un’immagine del sito Apple con i “presunti” computer di Chen disassemblati :)
Circa la vicenda: dietro a tutto questo c’è Apple? Non credo.
Ricordiamoci che in USA i PM sono eletti. Ciò vuol dire che quando ci sono indagini scottanti che possono finire sui giornali la cosa viene presa sempre in considerazione. Apple sta alla finestra e, se la cosa sfocia in un processo, ecco che allora si costituisce parte civile.
Secondo me è sicuramente più sensato pensarla così che pensare che Apple abbia fatto muovere gli squadroni della morte per sequestrare quelle cose.