DigiTimes, la fonte dell’eterna inesattezza

Se seguite le pubblicazioni Apple internazionali (e nazionali) con assiduità e attenzione ci sono delle buone possibilità che abbiate già sentito parlare più volte del DigiTimes, una pubblicazione Taiwanese che spesso e volentieri è fonte di numerosi rumor e indiscrezioni sulle strategie e sui prodotti Apple. Per quanto il sito venga spesso citato, è chiaro a tutti che il suo storico è tutt’altro che positivo quando si tratta di azzeccare previsioni. E non è difficile capire il perché: molti dei rumor pubblicati, i quali deriverebbero da “fonti” interne alla catena produttiva, sono palesemente improbabili e totalmente prive del minimo “buon senso”.

Nonostante la totale inaffidabilità della pubblicazione costringa praticamente sempre ad aggiungere un buon numero di disclaimer che esplicitano proprio questo particolare, molti siti del MacWeb continuano a riproporre come verità fattuali le quasi-marchette della pubblicazione taiwanese. Ora un’autorità come Harry McCracken ha sentito il bisogno di fare finalmente le pulci al DigiTimes e lo fa in una sua column per il Time che è assolutamente un must-read per chi segue questo nostro settore, anche da semplice lettore.

L’ultimo rumors rigurgitato dal DigiTimes e poi riproposto a ruota da vari siti di rumors riguarda un presunto MacBook Air da 799$ cui Apple starebbe lavorando per contrastare la concorrenza degli ultrabook (ma quale concorrenza?).
Se non lo trovate qui su TAL è perché abbiamo già istituito da tempo una DigiTimes Rule: se la fonte di un rumor è il DigiTimes è meglio non passarlo per principio. Se proprio va passato perché una parvenza di senso sembra balenare nella melma, allora lo si faccia esplicitando quanto più possibile la potenziale inaffidabilità e se possibile “si stampi” solo nel caso vi siano anche altre fonti che sostengono qualcosa di simile.

E’ una buona regola, credo, cui probabilmente in passato abbiamo anche noi fatto qualche strappo. Leggere l’articolo di Harry McCracken con la sua lunga lista di rumors spacciati per certezza e mai avveratisi, è sufficiente per reiterare la validità della nostra regola.
Quel che viene fuori dalla descrizione dell’autorevole columnist tecnologico, con la chiarezza che solo uno sputtanamento in piena regola può garantire, è la chiara natura del DigiTimes: una pubblicazione che ha capito come pubblicare il pubblicabile purché ci sia una fonte di qualsiasi genere che lo sostiene è un metodo ottimo per accalappiare pageviews (e convertire quelle pageviews in analisi a pagamento, uno dei servizi che il DigiTimes, per altro offre).

Vi consiglio di dare una rapida scorsa alla lista di boiate che McCracken si è divertito a compilare: è una selezione davvero interessante. Per chi non avesse tempo o modo di leggere l’articolo, riassumiamo noi rapidamente: su 25 rumors (pubblicati fra il 2006 e il 2012) controllati da McCracken, 16 si sono rivelati panzane belle e buone. 5 hanno più o meno centrato il bersaglio, ma si tratta in tutti i casi di indiscrezioni “di buon senso”, come quella sull’inclusione schermi LED nei Mac. 4 si potrebbero ancora potenzialmente verificare nei prossimi mesi.

La conclusione è semplice: del DigiTimes bisogna diffidare. Quello che sorprende è come invece anche pubblicazioni normalmente ritenute autorevoli nel MacWeb continuino a pubblicizzare questi report pur conoscendo bene la nomea della fonte. L’impressione è che si sia instaurato un vero e proprio circolo vizioso: riprendere le indiscrezioni del DigiTimes consente di pubblicare qualsiasi cosa scaricando le eventuali responsabilità per le inesattezze e le imprecisioni sulla pubblicazione taiwanese, che rimarrà sufficientemente anonima e sconosciuta al grande pubblico da poter continuare a produrre panzane e ad essere linkata secondo lo stesso meccanismo.

[via]

6 commenti su “DigiTimes, la fonte dell’eterna inesattezza”

  1. Se invece di pensare solo a fare il saputo ti leggessi gli articoli fino in fondo avresti notato l’assolutamente non necessario [via] con link a Daring Fireball, messo appositamente ed esclusivamente per evitare commenti come il tuo. Ma evidentemente tu e la tua combriccola che in tempi recente si diverte a fare le pulci alle nostre fonti dovete ancora imparare a leggere per bene prima di commentare. Ma sono felice di questo commento, perché dimostra a tutti, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto pretestuosi siano questi attacchi trollistici che continuate a portare avanti.

    Rispondi
  2. Il “VIA” è una cosa da paraculi.

    Non tutti capiscono cil significato di “VIA”.

    Mettete “FONTE” porca mignotta! Lo scrivete apposta quel “VIA”: è una scritta piccola, non si vede, e giocate tutti a fare i giornalisti.

    Spaccate i maroni su Twitter perché quello e quall’elaro non vi citano e vi copiano e poi voi stesso non fate altro che quello che fanno tutti… mah!

    Rispondi
  3. Ma ci sei o ci fai?
    Il via significa “attraverso” ed è una cosa da tutti.
    Daring Fireball non è la fonte, “porca mignotta”! E’ solo il tramite attraverso il quale si apprende della fonte effettiva, cioè il pezzo di McCracken.
    Ma vedete di farvi un piccolo ripassino prima di venire a fare i maestrini, e possibilmente vedete di prendervela con chi i link alle fonti non sa nemmeno dove stiano di casa.
    La verità è che non citare la fonte e spacciarsi autonomamente per fonte, come fanno le sezioni tech di tanti grandi giornali, è la cosa migliore, perché almeno la gente priva della giusta cultura da lettore come te gli consegna automaticamente le chiavi dell’autorevolezza…
    E direi che il discorso è chiuso.

    Rispondi
  4. Camillo Miller wrote:

    Se invece di pensare solo a fare il saputo ti leggessi gli articoli fino in fondo avresti notato l’assolutamente non necessario [via] con link a Daring Fireball, messo appositamente ed esclusivamente per evitare commenti come il tuo. Ma evidentemente tu e la tua combriccola che in tempi recente si diverte a fare le pulci alle nostre fonti dovete ancora imparare a leggere per bene prima di commentare. Ma sono felice di questo commento, perché dimostra a tutti, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto pretestuosi siano questi attacchi trollistici che continuate a portare avanti.

    :) !

    Rispondi
  5. @ Achille:
    Non capisco quale sia il problema. Il tramite è citato, la fonte anche, quindi? Il “via” è una cosa da paraculi?? In rete spesso è già tanto se si cita, correttamente, la fonte, e tu stai a questionare che non abbiano messo il tramite in un banner con font 36? Ma davvero non hai niente di meglio da fare?

    Rispondi

Lascia un commento