Quando abbiamo deciso di lanciare il podcast di TheAppleLounge, Radio Eppol, la prima decisione da prendere ha riguardato il microfono da usare per dare almeno una parvenza di professionalità alle nostre voci. Lorenzo ha optato per un Samson Meteor, che recensirà più avanti; Lucio, che di tecnica del suono se ne intende, fa con un suo Rode professionale. Il sottoscritto ha optato invece per un iRig Mic Studio di IK Multimedia, oggetto di questa recensione.
Per prima cosa, un breve excursus sulle caratteristiche tecniche del microfono.
iRig Mic Studio è un microfono a condensatore cardioide a diaframma largo. Dotato di connessione USB, unisce alla sezione microfonica un preamp a basso rumore e alta definizione.
Queste le specifiche tecniche più importanti:
iRig Mic Studio è pronto per essere utilizzato subito. Non sono necessarie accortezze particolari, non è necessario installare driver. Basta prendere uno dei tre cavi in dotazione (Micro-USB, Lightning o USB) e collegarlo al dispositivo su cui vogliamo far partire la registrazione. Il microfono verrà riconosciuto automaticamente dal software che apriremo sul dispositivo. Nel caso usiate un Mac le prime scelte saranno probabilmente Garage Band o Logic, ma non c’è alcun limite all’utilizzo con altre DAW.
Questa semplicità di connessione, analoga a quella di altri microfoni a condensatore digitali della medesima fascia, è uno dei punti forti di iRig Mic Studio. Il microfono si può portare in giro con comodità (pesa poco e nello zaino portacomputer o in borsa neppure si sente) ed è sempre pronto ad essere attaccato per iniziare la registrazione nel giro di pochi secondi. Nei nostri test abbiamo usato GarageBand sia su iPad che su Mac. Nel caso del dispositivo iOS non abbiamo mai riscontrato alcun tipo di problema, mentre su Mac, a volte, Garage Band si è chiuso inaspettatamente, forse nelle fasi di riconoscimento della periferica. Un problema che dipende dal software, ma che non ha mai creato particolari disagi grazie alle opzioni di salvataggio automatico del progetto.
Il led frontale del microfono offre un utile feedback visivo del livello dell’audio in ingresso. Se il led è blu il microfono è acceso e pronto a registrare. La luce verde indica che il microfono sta prendendo audio in ingresso ad un buon livello. Se il led brilla di rosso i volumi dell’audio in ingresso sono troppo alti e probabilmente si stanno verificando episodi di clipping nella registrazione. Per ottenere un livello ottimale basta utilizzare la rotella del Gain, la prima in alto verso la ghiera, e regolare al meglio l’impostazione.
Collegando un paio di cuffie è possibile ottenere un monitoring diretto. Il volume delle cuffie si regola con la secona rotella, ma in molti casi il monitoring va attivato dalla DAW in uso, nel caso di Garage Band per Mac o iOS con l’apposito pulsante della traccia che permette di aprire il feedback audio diretto.
Le due rotelline sono forse l’unica nota dolente di un prodotto che, nel complesso, ha un’ottima qualità costruttiva: sono un po’ piccole e difficili da agguantare rapidamente con due dita, particolarmente per chi ha falangi un po’ grandi. Si poteva offrire un po’ di grip rendendone scabro il bordo. Inoltre per regolare efficacemente i due controlli è necessario tenere il microfono fermo con l’altra mano.
Nella confezione del microfono troviamo anche un supporto regolabile su cui si può avvitare l’iRig Mic Studio. Il supporto è dotato a sua volta di un attacco a vite compatibile con le misure standard delle aste microfoniche (la giraffa, in gergo) e con il piccolo cavalletto a tre piedi – sempre incluso nella confezione – che si può utilizzare per una registrazione da scrivania.
La domanda più importante, quando si parla di un microfono, è ovviamente questa: com’è la qualità dell’audio registrato con iRig Mic Studio? La risposta secca è semplice: molto buona. Vista la semplicità del collegamento e l’immediatezza del dispositivo sorprende che si possano ottenere registrazioni così buone con così poche impostazioni. Ovviamente bisogna mettersi d’accordo sul cosa s’intende per “buone”. Non avrebbe senso paragonare iRig Mic Studio a quello che si può ottenere con una scheda audio dedicata e un microfono Neumann da studio.
Per “qualità buona” si intende che, nella registrazione ad esempio di un podcast come il nostro Radio Eppol, il risultato ha un livello radiofonico, con un buon calore della voce e un’ottima presa di tutte le sfumature. La voce che sentite nella nostra video recensione, qui sopra, è stata registrato direttamente in iMovie con iRig Mic Studio e lasciata volutamente priva di effetti di compressione o riverbero. Più avanti procederò a registrare un nuovo video di prova e confronto con il concorrente diretto, l’Apogee Mic, che avevamo già recensito un po’ di tempo fa, usando anche una chitarra acustica.
Leggi anche: Recensione del microfono Apogee Mic per iPhone e iPad
Il risultato qualitativo della registrazione effettuata con iRig Mic Studio è influenzato da pochi fattori che è comunque bene tenere di conto. In primis la vicinanza fra la bocca e il microfono. Meglio tenere una distanza breve, non più di una spanna, per ottenere i migliori risultati. In secundis c’è la regolazione del gain. E’ bene fare qualche prova prima della presa vera e propria per assicurarsi che la regolazione del livello sia corretta e permetta di lavorare in postproduzione su un file con sufficiente informazione digitale. In quel caso un gain troppo alto potrebbe causare sporadici episodi di clipping che rovinerebbero la resa generale dell’audio finale.
iRig Mic Studio si può utilizzare con Garage Band o qualsiasi altra DAW per iOS che sia compatibile con l’ingresso microfonico digitale. IK Multimedia offre una suite completa di applicazioni che si possono scaricare dall’App Store (ci sono anche versioni gratuite di tutte le app) e si possono ovviamente utilizzare con iRig Mic Studio:
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