Oggi vi parliamo di un’app per la creazione di basi di batteria: DM1 – The Drum Machine, della Fingerlab. Non è certo l’unica del suo genere in App Store ma nel corso di questa lunga recensione a tre pagine vi spiegherò perché la reputo, senza mezzi termini, la migliore.
Piccola parentesi/premessa a titolo personale: sono diventato un fan della Fingerlab. Questa software house ha prodotto una manciata di app, 5 per la precisione, tutti piccoli capolavori. Non a caso 3 di queste 5 app sono state scelte come App della settimana, e DM1 ha vinto anche un Apple Design Award. In questa recensione analizzeremo nel dettaglio ogni sua singola schermata e funzionalità.
Steps
La prima schermata che ci troveremo davanti alla prima esecuzione di DM1 è Steps. Oltre a delle simpatiche scritte in stile 8bit, in questa schermata potremo comporre dei ritmi di batteria che possono durare fino ad un massimo di 32 battute, divise (volendo) anche in tempi dispari (3/4, 5/4, 7/4) oltre ai più canonici 4/4, 8/4, 2/4, ma anche 6/8 e 6/4.
Il cuore del programma è il sequencer a 9 canali, ognuno dei quali ha il nome di un tipico suono di batteria (kick, snare, hi-hat chiuso e aperto, clap, cowbell, tom, rimshot e cymbal) ed inizialmente lo stesso suono. Dico “inizialmente” perché ogni singola battuta è ampiamente personalizzabile, ma di questo parleremo più avanti.
Tutto è estremamente intuitivo e semplice, in pochi tap potremo già aver composto un semplice ritmo di batteria, e vi assicuro che anche un bambino saprebbe farlo. Se non ne avete mai composto uno e avete dubbi o paure/angosce, provate a mettere un “KICK” ogni 4 battute e uno “SNARE” ogni 8. Arricchite con “HHOPEN” e “HHCLOSED” a casaccio. Doppio tap su una battuta e questa verrà riprodotta ad un volume più alto (e diventerà rossa). DM1 ci mette a disposizione ben 86 drum kits (alcuni davvero spettacolari) e soprattutto la possibilità, purtroppo solo su iPad, di creare un drum kit personalizzato importando suoni dal microfono, dalla libreria musicale, da dropbox e altro ancora.
La versione per iPad ha una griglia molto più grande e pratica nella quale è possibile modificare le battute di ogni traccia in una sola schermata, mentre nella versione per iPhone dovremo modificare uno strumento alla volta, muovendoci comunque agevolmente tra questi con un elenco sulla destra. Un compromesso da dover accettare per mantenere decente la dimensione dei pulsanti. Il compromesso meno accettabile invece è l’impossibilità di importare dei suoni dall’esterno, DM1 per iPhone non può fungere da campionatore.
Pads
Se invece vi piace suonare “live” con le dita, questa è la schermata giusta per voi. Schiacciando il tasto REC andremo a scrivere nel sequencer (ovvero la prima schermata Steps) ciò che componiamo, potendolo quindi modificare e perfezionare successivamente. Uno switch ADD/REPLACE ci consentirà di riscrivere la sequenza da zero o di andare ad aggiungere altri suoni a quella già registrata.
Nella versione per iPad è presente anche una “Pitch wheel”, ovvero una rotella con la quale alzare o abbare la tonalità dell’intera esecuzione. Da usare con criterio per non rendere il tutto inascoltabile.
Mixer
Questo poco confortante ammasso di manopole e pulsanti è il mixer, e serve a regolare i parametri di ogni traccia separatamente. Possiamo regolare i volumi, le intonazioni, mettere l’hi-hat a destra e il cymbal a sinistra, per esempio, oppure isolare un canale. Premendo sul nome del suono selezionato, in alto, è possibile cambiarlo con quello di un altro drum set.
In questa schermata si palesa la netta superiorità della versione per iPad rispetto a quella per iPhone. Dal tablet potremo infatti accedere ad altri piccoli sequencer (definiti Automation) nei quali sarà possibile modificare manualmente il tono, la durata, il volume e il pan delle singole battute per ogni traccia. Superfluo far notare come questa funzione apra un mare di possibilità al compositore che altrimenti è costretto a lavorare con dei parametri eccessivamente statici. In particolare, lavorando sul pitch dei suoni di alcuni drum set, potremo dar sfogo alla fantasia e generare composizioni “complete” (non solo percussioni, per capirci).
Bruno 12/12/2012 il 15:40
Ottima recensione, grazie Lucio.
Avevo già la mezza intenzione di prenderla e ora è solo questione di trovarmi nell’AppStore e tappare su “acquista” :)
Bruno 13/12/2012 il 16:33
…e neanche a farlo apposta, oggi è gratis!!!
Giorgio 06/04/2013 il 23:26
Più che un commento una domanda.
Ma esiste la possibilitá di dare dinamica ad un singolo colpo di batteria? Intendo se non velocity da 0 a 127 almeno pianissimo/piano/forte/fortissimo
Lucio Botteri 08/04/2013 il 19:21
@Giorgio: Ciao, come ho scritto nell’articolo (leggi la sezione “Mixer”), la possibilità di applicare regole ai singoli colpi è purtroppo una possibilità offerta solo dalla versione per iPad. E comunque, più che un vero e proprio parametro di velocity, si tratta di un semplice regolatore di volume. Meglio di niente.
Luigi 07/06/2013 il 14:25
E’ possibile cambiare il tempo dei vari vari pattern, cioè ad esempio uno in 3/4 e uno in 4/4? E la velocità del tempo? Grazie