Nota: l’intervista al fondatore di Anobii è stata realizzata da Simone Gambirasio.
Chi di voi ama leggere conoscerà probabilmente aNobii.com.
aNobii è una sorta di Facebook dei libri: tutti possono catalogare la loro libreria, conoscere quali testi possiedano i loro amici e ricevere consigli da utenti con gusti simili, come accade su Last.fm con la musica. Con oltre 400.000 iscritti (oltre 100.000 dei quali italiani), da qualche giorno aNobii è sbarcato anche su App Store, con due applicazioni: aNobii (1,59€) e aNobii Lite (qui trovate la recensione di Anobii per iPhone di TAL).
La versione a pagamento è dedicata esclusivamente agli utenti di iPhone 3GS ed offre una funzione speciale: inquadrando il codice a barre che troviamo dietro a un libro, iPhone lo riconoscerà e lo catalogherà immediatamente, scaricando dal web tutti i dati necessari, come titolo, autore e copertina.
L’abbiamo provato di persona e in molti casi, con mano ferma, potete ottenere buoni risultati: siamo molto lontani dalla perfezione, ma la funzione che oggi sembra fare solo “scena”, in futuro potrà rivelarsi un aiuto prezioso per chi non vorrà inserire a mano tutti i codici ISBN (tra i molti fan c’è anche Luca Sofri). All’applicazione, però, mancano ancora molte funzioni, come la possibilità di recensire i libri direttamente da iPhone e di cercare all’interno del nostro database personale.
Ma come è nata la tecnologia di riconoscimento dei codici a barre? E perché un social network così “letterario” crede sia importante investire su iPhone? Per scoprirlo abbiamo intervistato direttamente il fondatore di aNobii: Greg Sung, giovane programmatore di Hong Kong.