Steve Jobs in Soul Calibur 5

Steve Jobs

Steve Jobs

Soul Calibur 5, uscito lo scorso 3 febbraio su PlayStation 3 ed Xbox 360, è un picchiaduro con un editor dei personaggi davvero ricco di opzioni e possibilità. Difficilmente troverete un editor così completo in altri giochi del genere, pensate che smanettando con pattern, pettinature e corazze è persino possibile ricreare Steve Jobs.

In particolare i giocatori giapponesi hanno messo mano all’editor per creare eroi ei cartoni animati e dei fumetti, un fan Apple ha dato vita al Steve Jobs, personaggio che poi può essere usato nel gioco.

CocoaHeads LIVE: video e liveblogging

I ragazzi d Command Guru insieme ad alcuni sviluppatori esterni stanno realizzando Post Office, un’app per iPhone, in diretta video. L’applicazione verrà rilasciata gratuitamente in App Store.
Segui lo streaming e interagisci tramite il liveblogging.

Dopo il salto, il liveblogging della serata (potrai aggiungere commenti, interagire con gli sviluppatori e vincere codici promo per Arloy e Sally Park).

Amazon, tre Kindle costano meno di un iPad

Kindle

Kindle

Promuovere i propri prodotti andando contro Apple sembra essere la moda del momento. Gli ultimi spot di Samsung per promuovere il Galaxy Note hanno fatto scalpore, la casa coreana denigra pubblicamente l’iPhone ed i suoi sostenitori negli spot, scatenando sempre un gran putiferio tra gli Apple fan.

Adesso anche Amazon ha deciso di seguire la stessa linea, nel nuovo spot del Kindle si fa notare esplicitamente che tre Kindle costano meno di un iPad. Amazon vuole spingere il Kindle come prodotto per tutta la famiglia, acquistando tre device si spende meno rispetto all’acquisto di un solo iPad.

Gli APR francesi sul piede di guerra, protesta contro Apple a Parigi

Sale la tensione fra gli Apple Premium Reseller francesi e l’azienda di Cupertino: un gruppo appartenti al collettivo La Pomme de Discorde (il pomo della discordia) ha protestato ieri di fronte all’Apple Store dell’Opera a Parigi.
Gli APR sono infuriati per un motivo molto semplice: gli introiti sono drasticamente calati da quando nella capitale parigina sono arrivati gli Apple Store, veri poli di attrazione per quei clienti che una volta affollavano i negozi più piccoli dei rivenditori autorizzati.
E non è solo la riduzione degli affari il problema: gli APR lamentano anche una grave disparità di trattamento e regole sempre più restrittive e severe imposte dall’azienda.
La protesta era stata anticipata da un articolo di Les Echos pubblicato qualche giorno fa. A fare il primo passo è stata, a novembre, la catena di APR francese eBizcuss, proprietaria di quindici punti vendita autorizzati, che ha formulato un primo esposto contro Apple e minacciato di ricorrere alle autorità di vigilanza sulla concorrenza se Apple non avesse modificato la propria politica nei confronti dei reseller.

AAPL chiude a 493,17$, è di nuovo record

E fanno quattro: anche ieri, per il 4 giorno di fila, il titolo AAPL non ha deluso le aspettative e ha stabilito un nuovo massimo storico in chiusura a 493,17$. Durante le contrattazioni il titolo si è avvicinato ai 500$ con un massimo assoluto intraday a 496,75$.
Il pattern è lo stesso dei giorni scorsi, con una corsa verso il massimo del giorno, che coincide con il record storico assoluto, e poi una lieve planata in chiusura. E’ successo lunedì, martedì e mercoledì, ed è successo anche ieri con un balzo più evidente. E’ una scalata ben calibrata verso i prezzi obbiettivo degli analisti più previdenti (come i 515$ di Katy Huberty, tanto per fare un nome).

Il fascicolo FBI di Steve Jobs

Nel 1991 l’allora Presidente degli Stati Uniti George Bush Senior aveva pensato di affidare a Steve Jobs un ruolo governativo all’interno del President’s Export Council, organo consigliare sul commercio internazionale. In definitiva non se ne fece nulla, ma all’FBI venne comunque dato mandato di indagare sul background del candidato Steve Jobs alla ricerca di eventuali elementi di incompatibilità con la carica che il Presidente intendeva assegnargli.
Il risultato di quell’indagine, condotta da svariati uffici del Bureau sparsi per gli Stati Uniti, è divenuta di pubblico dominio. Il fascicolo (link PDF), datato 13 febbraio 1991, si compone di 191 pagine di dossier ottenuto intervistando conoscenti e amici del soggetto Steve Jobs. E’ un curioso spaccato sullo Steve Jobs di quel periodo, che tuttavia si può sintetizzare in quattro punti: Steve Jobs ha fatto uso di droghe, sapeva distorcere la realtà a proprio favore, stava antipatico a tanta gente e non ha mai fatto parte del partito comunista. Capirai che novità.

Evento Apple per l’iPad 3 ad inizio marzo

Apple terrà un evento speciale per la presentazione dell’iPad 3 durante la prima settimana di marzo. Non lo sostiene qualche sperduto blog taiwanese o giapponese, ma l’attendibilissimo John Paczkowski di All Things Digital. E per quel che può contare (parecchio) anche John Gruber e Jim Dalrymple hanno fatto come l’uomo Del Monte, han detto sì.
Nel caso l’indiscrezione risultasse corretta, il lancio dell’iPad 3 (se così si chiamerà) rispetterà la stessa finestra temporale del suo predecessore.
Intanto si moltiplicano le foto spia e i primi avvistamenti di componenti e pezzi del nuovo iPad, mentre un presunto “dipendente Apple” avrebbe spifferato qualcosa (molto poco) di più sullo schermo.

AAPL vola a febbraio, 3 giorni da record

Il mese di febbraio si è aperto alla grande per gli investitori AAPL,  con il titolo che non accenna a mollare il colpo e punta sparato alla soglia dei 500$.
Sono 3 giorni che AAPL fa registrare record su record. Le quotazioni sono partite al galoppo lunedì, con un massimo assoluto a 464,98$ e seguente chiusura con massimo storico a 463,97$. Martedì il bis: 469,75$ di massimo assoluto intraday e poi chiusura a 468,83$. E siccome non c’è due senza tre ecco che mercoledì AAPL ha raggiunto vette ancora più alte, con un massimo assoluto, sempre intraday, a 476,79$ e chiusura con ennesimo massimo storico a 476,78$, circa un +5%complessivo in tre giorni.
Salvo imprevisti poco probabili, l’impressione (con il titolo che quotidianamente testa un livello e chiude subito sotto) è che AAPL si prepari al grande salto al di sopra dei 500$. Ma c’è chi non è d’accordo.

iPad 3: foto della scocca in alluminio?

Pare, e sottolineo, pare, che alcuni scatti riguardanti la scocca metallica di iPad 3 siano stati rubati. Nelle scorse ore diversi siti hanno pubblicato immagini che ritrarrebbero la parte interna ed esterna della scocca in alluminio che compone il retro di iPad. RepairLabs ha pubblicato la prima immagine, mettendo a confronto la scocca di iPad 2 e quella fotografata di iPad 3: A. Potete vedere che qui gli attacchi per la logic board sono molto diversi, questo significa che la forma della logic board sarà differente. B. Più batteria. La larghezza della zona dove la logic board è posizionata in iPad 2 sembra molto più larga di quella di iPad 3.

Siri in cinese, giapponese e russo a partire da marzo?

Siri in Italia nel 2012, almeno stando alle FAQ di Apple. Certo ci sarebbero dei mercati nei quali il lancio dell’assistente vocale sarebbe più fruttuoso. Come la Cina, ad esempio, che con oltre un miliardo di abitanti è diventata negli ultimi mesi il secondo mercato più importante per Apple dopo quello statunitense. Ora Tech in Asia riporta la notizia secondo cui una fonte del sito cinese DoNews avrebbe in mano informazioni riguardanti il lancio di Siri in mandarino per il prossimo mese di marzo.

Grand Central Station: Apple Store aumenta i guadagni di un ristorante vicino

Apple ha da poco aperto un Apple Retail Store nella Grand Central Station di New York. Dopo molta attesa, e altrettanti rumor, il negozio ha aperto lo scorso 9 dicembre. Apple ha avuto, come documentato e confermato dalla società che ha fornito a Cupertino il suolo per la costruzione, diverse agevolazioni riguardo il costo della locazione. Quale è la ragione? Quotidianamente circa 750 000 persone attraversano quella che è una delle principali stazioni ferroviarie del mondo, e la Metropolitan Transportation Authority ha ritenuto importante il ruolo di Apple nel terminal non solo per il business di Cupertino, ma anche per gli altri negozi presenti nello stesso luogo. Se avevate dei dubbi riguardo queste previsioni aspettate di scoprire i dati riguardo il guadagno dei negozi adiacenti all’Apple Store.

iTunes Match e le royalties: il sistema funziona

A circa tre mesi dal lancio statunitense, Apple ha cominciato a versare i primi assegni ai detentori dei diritti delle canzoni che passano attraverso iTunes Match.
Il meccanismo con cui il servizio di cloud music di Cupertino gestisce la questione del copyright non è ovviamente di pubblico dominio, ed era opinione comune che per Eddy Cue e i suoi colleghi della divisione Internet Services potesse essere questo l’aspetto più difficile da gestire durante le trattative con le case discografiche.
A quanto scrive Jeff Price di TuneCore, servizio di distribuzione musicale indipendente, potremmo esserci sbagliati: far ingoiare iTunes Match alle major forse non è stato troppo complicato per Apple, visto che il servizio ha iniziato a generare introiti per i detentori dei diritti su canzoni che a cose normali non avrebbero mai generato un bel niente.

L’App Economy ha creato mezzo milione di posti di lavoro in 4 anni

La recente inchiesta del New York Times su Foxconn e sui lavoratori cinesi che producono l’iPhone e l’iPad affrontava la spinosa questione sotto due punti di vista: da una parte il problema delle centinaia di migliaia di operai costretti in condizioni inaccettabili per gli standard occidentali, dall’altra la problematica più strettamente politica, d’attualità in tempo di elezioni: se quella produzione avvenisse sul suolo patrio, potrebbe dare lavoro a centinaia di migliaia di americani.
Riportare il “lavoro cinese” in patria è uno dei cavalli di battaglia di Rick Santorum, uno dei candidati repubblicani alla Presidenza degli Stati Uniti.
Quello che i politici come Santorum non considerano (oltre al fatto che gli Stati Uniti non hanno più il substrato sociale necessario perché produzioni come quella degli iPhone e degli iPad possano davvero funzionare in patria) è che la rapida diffusione dei dispositivi come l’iPhone ha già creato centinaia di migliaia di posti di lavoro. Circa 500.000 in 4 anni, secondo uno studio sull’impatto della “App Economy” condotto da TechNet.

Tweetbot arriva su iPad e s’aggiorna su iPhone

Tapbots ha lanciato ieri una nuova versione per iPad del suo Tweetbot, celebre client Twitter per iPhone.
E’ un software ricco di funzioni che tuttavia, come il suo corrispettivo per iPhone, basa la propria forza principalmente su un design un po’ robotico estremamente funzionale.
I client Twitter sono un’ardua palestra per tutti i designer d’interfacce: i tweet da 140 caratteri e tutti gli annessi e connessi sono uguali per tutti (anche se per Twitter sono un po’ più uguali che per gli altri sviluppatori, ma questa è un’altra storia). Sono dunque l’UI design e l’esperienza d’utilizzo che fanno la differenza. Tweetbot ha dimostrato di aver trovato una formula ben calibrata che su iPhone ha funzionato. Adesso il tentativo, che nasce da un lungo processo di elaborazione del prodotto finito, è esportare quell’esperienza di successo anche su iPad.

beyzacases “Zero Series”: la recensione di TAL

iPhone 4 e iPhone 4S sono dispositivi che fanno del design un vanto; il metallo e il vetro di cui sono fatti li rendono piacevoli da toccare e contribuiscono al loro aspetto unico ed accattivante. Perché dunque nasconderli all’interno di orribili cover e ingombranti custodie protettive? Beh, un buon motivo, tanto per cominciare, potrebbe essere quello economico: tenere al sicuro un dispositivo che costa come minimo 659€ è sempre una buona idea, anche a costo di rinunciare almeno in parte all’aspetto estetico. Ed è un motivo che vale un mercato da milioni di dollari come quello degli accessori protettivi per iDevice. Ovviamente ci sono custodie e custodie. Alcune trasformano il melafonino in una specie di telecomando avvolto da un guscio Meliconi, altre sono pensate per essere più discrete e si adattano meglio al look del dispositivo. La custodia di cui vi scrivo in questa recensione, la Zero Series di beyzacase, appartiene alla seconda categoria.

Twelve South lancia HoverBar, braccio flessibile per iPad

Ieri Twelve South ha lanciato l’HoverBar, un braccio flessibile con supporto per iPad che si aggancia al piedistallo di un iMac o di un Thunderblot Display e consente di affiancare il Tablet allo schermo principale.
E’ un prodotto interessante, non troppo diverso da soluzioni analoghe che si possono trovare già adesso sul Web, ma sicuramente più rifinito nel design, com’è nello stile di Twelve South. HoverBar è un po’ caro (79$) ma almeno ad un primo sguardo sembra un’idea ben realizzata  e la possibilità di agganciare il braccio ad un iMac o ad un display è solo una delle possibili destinazioni d’uso, come mostrato dal video promozionale del prodotto (a seguire).

Il miglior spot del Super Bowl? Quello per cui Apple non ha pagato nulla

La scorsa domenica ad Indianapolis si è giocato il Super Bowl 2012, la finale per l’assegnazione del titolo di campioni della National Football League statunitense.
Come noto si tratta tanto di un grande evento sportivo quanto di un seguitissimo show televisivo e il costo di uno spot di quelli che vanno in onda durante l’intervallo può toccare i 3,5 milioni di dollari. E’ più o meno la cifra che ha pagato Chrysler-FIAT per il suo commercial con Clint Eastwood. O quella che deve aver sborsato Samsung per poter sparare a zero sugli scemotti che se ne stanno in fila per comprare il solito, barbosissimo iPhone.
Apple non ha mandato in onda alcuno spot durante l’intervallo della partita. Ciò nonostante, come ha fatto notare Jim Cramer di Mad Money e TheStreet.com, l’azienda di Cupertino ha potuto beneficiare del miglior messaggio pubblicitario possibile: il product placement gratuito a cura dei vincitori della partita.

Quick Look: Psycho Siri

Da quando Apple ha presentato Siri, i paragoni con GladOS si sono sprecati. Questa parodia

VP of iPod and iPhone Engineering lascia Apple

Il 2011 è stato un anno caldo per quanto riguarda gli addii, almeno per Apple. Diverse importanti figure hanno infatti deciso di lasciare il proprio posto a Cupertino per proseguire altrove la loro carriera. Il 2012 si apre come il 2011 si era chiuso, con David Tupman che lascia la compagnia. Tupman era Vice President of iPhone and iPod Engineering, e lascia un posto che occupava ad Apple da oltre dieci anni. A lui va riconosciuto il merito di avere lavorato fin dal primo iPod ai lettori multimediali di Cupertino, lavoro per il quale è stato in breve tempo promosso a VP of iPod Engineering. Quando è stato ufficializzato lo sviluppo di iPhone nel 2007, Tupman è stato messo a controllare anche quella branca dell’hardware Apple, acquisendo il nuovo titolo che ha lasciato proprio con la fine del 2011.

Apple registra il termine “Macroscalar” per un processore innovativo?

Uno dei metodi utilizzati per scoprire con un po’ di anticipo i piani di Apple consiste nello scartabellare fra i documenti degli uffici di registrazione dei marchi di posti lontanti come Trinidad & Tobago, luoghi prescelti da Apple per registrare (con largo anticipo e spesso tramite società prestanome) dei trademark su termini che verranno utilizzati in futuro per descrivere un prodotto o una particolare caratteristica di un dispositivo.
E’ successo più volte in passato ed è successo di nuovo la scorsa settimana per il termine “Macroscalar”, ma con una sostanziale differenza: l’ente presso il quale Apple ha depositato il marchio non è quello di una sperduta isoletta bensì il Patent Office statunitense.

Ovvio quindi che tale registrazione abbia scatenato una ridda di ipotesi sulle possibili applicazioni del termine, che sappiamo riferirsi ad una nuova generazione di microprocessori su cui Apple sta lavorando da tempo. E alla luce di questa scoperta le sibilline parole di Tim Cook sul futuro dell’iPad (così come le ha riportate l’analista Gardner) assumono tutto un altro significato.

OS X 10.7.3: i cursori (e altro) suggeriscono l’arrivo di schermi HiDPI

Sulle pagine di Daring FireballJohn Gruber fa notare come, a seguito dell’ultimo aggiornamento di OS X Lion, sia cambiato il cursore che rappresenta un guanto “alla topolino” quando si passa con il mouse sopra un link. Con OS X 10.7.3 Apple ha infatti introdotto una funzione del sistema operativo che modifica le dimensioni degli elementi a schermo in maniera uniforme al variare della risoluzione. Questo potrebbe essere letto come un indizio riguardo i tanto vociferati schermi HighDPI che starebbero impegnando gli ingegneri di Cupertino.