Chrome OS: anche Google ha il suo sistema operativo

chrome OS

Abbiamo ora un’idea di quelli che saranno i sistemi operativi del futuro, o meglio, la “Google-versione“: ieri infatti è stato presentato nel quartier generale di Mountain View l’innovativo Chrome OS. Eh, si: dopo aver creato “IL” motore di ricerca, “LA” casella di posta (GMail è tra le più utilizzate ormai), ora Google vuole entrare definitivamente nella nostra vita noi attraverso un sistema operativo molto particolare e open source.

Chrome OS porta con sé una nuova idea di sistema operativo perché, alla stregua di Google Docs, anche questo nuovo prodotto vuole essere fruibile online. Tecnicamente è definito “a cloud-based operating system“, ovvero un sistema operativo che per funzionare necessita di una connessione internet così da interfacciarsi al server della grande G. Siccome le “web app” sono ormai la norma, perché non fare anche un “web OS”?

Risultato: tutto più veloce, immediato e moderno. Magari un pizzico troppo futuristico?


Per capire meglio la rivoluzione, per ora sulla carta, portata da Chrome OS, vi invito a gustarvi il video che segue. Ovviamente si tratta di pubblicità, ovviamente i riferimenti saranno a “quanto è ganzo questo OS rispetto a tutto il resto” ma si riescono ad intravvedere interessanti potenzialità.

Dimentichiamoci dunque hard disk, icone e confusione sul desktop e prepariamoci ad un’esperienza multimediale più “user friendly” rispetto al passato. Google ha siglato un accordo di produzione di nuovi netbook, strumento adatto per sfruttare il Chrome OS, con un produttore ancora sconosciuto e chiama a sé tutti gli sviluppatori interessati al progetto così da rendere questo nuovo sistema operativo il migliore possibile.

Idea molto carina se si fa nostro il punto di vista di chi usa il proprio computer solo per leggere le mail e chattare su Facebook. Ovviamente Chrome OS non andrà ad intaccare il mondo dei computer con la meletta morsicata ma sicuramente potrebbe dare del filo da torcere a Microsoft nel campo dei netbook. Così come è presentato, però, non sembra molto funzionale: se dopo aver letto la posta volessi, ad esempio, ritagliare una foto ricevuta per mail, Chrome OS me lo permetterebbe? Oppure trovandomi senza connessione Wi-Fi e solo 3G volessi gustarmi un film?

Un “cloud-based operating system” è decisamente qualcosa di molto innovativo dal punto di vista tecnologico e teorico: bisognerà capirne la reale affidabilità nell’utilizzo quotidiano. Non mi sento di bocciare a priori Chrome OS anche se non mi piace l’idea che sui server di Google siano presenti tutti i miei files, oltre a quanto già è depositato per via della posta elettronica.

Secondo le stime di Google, Chrome OS sarà lanciato nel corso del 2010: periodo in cui Apple, con il suo inedito Tablet, potrebbe aver già rivoluzionato il mercato più di quanto un “cloud-based operating system” sia in grado di fare.

Fateci sapere nei commenti qual è la vostra opinione su Chrome OS.

18 commenti su “Chrome OS: anche Google ha il suo sistema operativo”

  1. Beh Google Chrome OS è un sistema rivoluzionario ho sempre pensato un qualcosa di questo tipo ke nn c’è + bisogno di hard cd o altro e si usa tutto tramite internet…
    beh pensate un mondo dove non c’è + l’illegalità e per usare un programma si deve affittare a un prezzo bassissimo..
    Aspettiamo… cmq come  non c’è nessuno

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  2. Un sistema operativo è identificato da un insieme di routine che permettono di interfacciare i programmi applicativi con l’hardware sottostante amministrandone le risorse. Ergo Chrome OS non è un OS.
    Somiglia molto di più ad una specie di interfaccia terminale grafico per un thin client.

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  3. L’idea non è nuova.. esistono già sistemi operativi On-cloud come eyeOS o Zonbu. La riuscita di questi sistemi cloud è legata alla qunatità e qualità dei programmi che verranno sviluppati. Mi spiego, se col tempo verranno creati appositi applicativi per le varie necessità (esempio una versione cloud di gimp per tagliare le nostre foto..) allora il sistema diventerà di facile utilizzo. se poi questi applicativi invece di risiedere su altri siti venissero implementati direttamente nel SO cloud sarebbe perfetto..Sono convinto che il google OS avrà già integrato gmail, google docs, picasa..senza dover passare da un sito a un altro..
    Rimane il fatto che le nostre macchine avranno bisogno di un vero sistema operativo con Kernel, gestore di periferiche, interfaccia gragica e un browser per accedere al cloud..quindi in realtà il sistema sarà ibrido..

    un vero sistema operativo PER il cloud è cloudOS che possiede solo il kernel e un browser riducendo a pochi mega la dimenisione del SO e a pochi secondi il tempo di boot…

    se per accedere a google Os devo comunque avere sul computer winzozz 7 o leopard.beh tanto vale che mi tengo il mio leopardo e i sui programmi!!!

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  4. Direi che l’idea non è ne nuova ne rivoluzionaria, solo una riproposizione del concetto client-server che utilizza internet come sistema di connessione tra i due. Viste la diffusione della banda larga, i costi delle connessioni 3G ed i limiti dei programmi web, direi che non è una soluzione molto pratica ed adatta solo a “seconde o terze macchine” da usare per attività semplici sul web.
    Android sembra più interessante.

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  5. @ HTSoft:
    Google Chrome OS è un sistema operativo (con kernel Linux e supporto hardware). Non necessariamente i file devono essere su web, perché i netbook comunque hanno dischi, ma non avrebbe senso tenerli fisicamente sul disco (del resto prima o poi, che sia Google o qualcun’altro, tutti i files finiranno sul web, è solo questione di tempo : l’utilità è indubbia, dal backup all’accessibilità… La privacy è un discorso a mio avviso ridicolo, anche perché i file gestiti da Chrome OS sono criptati se non ho capito male… e in ogni caso è solo questione di farci l’abitudine mentale ed avere un po’ di chiarezza su come quei dati vengono gestiti dal punto di vista della sicurezza).
    Sul blog ufficiale

    http://www.chromium.org/chromium-os

    si trovano diverse informazioni, e qui invece trovate il video con la prima demo preliminare dell’OS :

    http://www.youtube.com/watch?v=ANMrzw7JFzA&feature=player_embedded

    O questo video sull’User Experience Concept :

    http://www.youtube.com/watch?v=hJ57xzo287U

    L’unica vera difficoltà obiettiva è la fruibilità, tecnicamente parlando : e se non c’è connessione internet cosa faccio? Penso però che, a questo stadio, non sia davvero così importante, perché decisamente non è obiettivo di Google far concorrenza a OS X o Windows 7, che per ora sono insostituibili.
    Comunque in futuro gestiranno anche quelle problematiche, magari creando un mini-web-server interno al SO, per esempio.

    @ Michele Baratelli:
    E per modificare le foto via web ci sono già dei servizi che lo fanno : http://www.pixlr.com/ per esempio.

    L’idea non è nuova nel senso che il sistema centralizzato era già esistente prima, ma l’applicazione dei concetti è rivoluzionaria, anche perché ad oggi, seppur con qualche problema tecnico di fondo, si potrebbe comunque già usare.

    @ Brando:
    Direi di non sottovalutare Chrome OS (neanche per quanto riguarda applicazioni complesse, perché non è solo un altro modo di usare Facebook, ma già esistono applicazioni web potentissime, come Lulu.com, Pixlr.com, 280 Slides o lo stesso Google Doc, tanto per fare alcuni esempi) ma neanche di aspettarci una “sostituzione di massa” a breve termine (credo che per vedere una versione web di GarageBand ci vorrà ancora un bel po’…).

    Del resto Chrome è un progetto appena avviato, Mac OS e Windows sono tipo 40 anni che esistono?

    @ valu83:
    Però attenti a non confondere Chrome OS con quelle cose tipo eyeOS, visto che queste ultime sono applicazioni web, non un sistema operativo (Mentre Chrome lo è, gira fisicamente sulla macchina, e quindi non c’è bisogno di OS X, Windows o Linux…)

    E con questo ho replicato a tutti, credo. :o)
    Tengo a precisare però che rispondo senza arroganza o voglia di polemiche, anzi. Solo che alcune cose dette da voi sono imprecise : basta leggere il blog e vedere qualche demo per capire che siamo di fronte a qualcosa di innovativo (non nei concetti ma nell’approccio).
    Spero anche di aver alimentato la vostra curiosità.

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  6. Apple ha cominciato dai mac (sistema operativo + computer fisico), poi la telefonia (iphone) e anche servizi internet (itunes)
    Google fa il percorso inverso: motore di ricerca e altri mille servizi, telefonia (android), e ora os

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  7. Comunque nel video c’è un errore: dice che non esistono computer in grado di accendersi in meno di 45 secondi…. il mio iMac che ne mette 33 ;)!

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  8. Fantastico..così il sistema non risiedendo dall’utente, ma sui server Google, potranno sbirciare qualcunque cosa. Un altro passo verso il Trousted Computing..

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  9. @ Flo:
    adesso! non facciamo terrorismo!
    anche io sono preoccupato da tutta questa “tracciabilità” dei movimenti,
    1 – probabilmente anche tu hai una webmail, e credo che tra quella e facebook ci siano gia stoccati in vari server il 90% dei dati sensibili di milioni di persone……
    2 – non credo proprio che googleOS possa da un minuto all’altro scalzare M$+Appl€ dalle loro posizioni, d’altronde si posiziona in un settore diverso…
    3 – è opensource, ergo non è impossibile replicare un sistema simile (a meno che non sia open SOLO il client….)
    4 – non sei obbligato ad usarlo per forza!è un linux/thin client/webOS, sicuramente ci sono e ci saranno alternative altrettantoe

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  10. @ 123:
    Questo non l’avevo notato, ottimo senso dell’osservazione!

    @ Flo:
    Mi spieghi l’attinenza con il Trusted Computing? Non riesco a vedere punti in comune : dico sul serio, non è provocatorio, puoi spiegarmi il tuo punto di vista?

    @ The Apple Lounge
    …domanda… Ma perché il mio commento delle 14:32 non è ancora stato approvato mentre altri successivi sono visibili? Ho scritto qualcosa di male?

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    • @Bruno, no Bruno, è che purtroppo i commenti molto lunghi talvolta vanno automaticamente in moderazione, perché i filtri associano, in parte, la lunghezza con possibili contenuti di spam. Non ti preoccupare che era solo in moderazione, e appena ho potuto leggere la notifica del commento in coda di approvazione, te l’ho approvato. Sorry per il disagio :)

  11. Google ha già rivoluzionato il nostro modo di pensare e vedere internet in diverse occasioni. Ora sta cercando di fare il colpo grosso. Se riesce a tenere prezzi bassissimi (cosa facile dato che i suoi netbook non avranno bisogno di hardware molto avanzati) è probabile che ce la faccia di nuovo. Personalmente ci stò.

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  12. @ Bruno:
    Il problema non sono tanto le applicazioni, che magari un giorno potrebbero essere a livello di Photoshop, quanto i dati. Con questo modello client-server remoto essenzialmente si lega l’accessibilità dei propri dati a tre soggetti: Google, il gestore del servizio remoto, il gestore del servizio di connessione.
    La catena è troppo lunga ed instabile per farci qualcosa più di navigazione internet, multimedia leggero e piccoli lavori office, ed anche in questi casi può essere snervante. Connessioni instabili, tempi di caricamento biblici per file pesanti, gestori che chiudono i propri servizi internet, sicurezza delle trasmissioni, tentativi di hacking dei servizi remoti… e potrei andare avanti ancora.
    Non c’entra la maturità del servizio client-server, è proprio come è impostato il servizio che non mi piace. Se avrà successo sarà per motivi solo di costi bassi, a mio parere; un po’ come per i netbooks.

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  13. @ Brando:
    Per quanto riguarda le difficoltà tecniche, sono ovviamente d’accordo con te : ora come ora è semplicemente impensabile un sistema completamente web-based, la visione d’insieme è troppo ottimistica per poter essere realizzata effettivamente.
    Ma ricordiamoci che, quando ho iniziato a usare internet 13-15 anni fa, i modem avevano potenza nominale di 28.8 kbs, ora siamo a quanto, 10 Mbps? La tecnologia migliora in fretta, l’affidabilità e la sicurezza crescono, i tempi di caricamento calano. Insomma, m’aspetto sviluppi significativi nei prossimi anni. Vedremo.

    Sui tentativi di hacking ecc…. siamo seri : ora come ora la situazione è drammatica… Ho fatto “l’aggiusta computer” per 5 anni come professione e per 20 come “amico”, e ho visto computer infestati e impestati di virus, spyware, malware e quant’altro… Certo, era Windows, quindi la maggior parte dei lettori di questo blog non ha problemi di questo tipo.
    Ma sarai d’accordo con me che hackerare i server di Google Inc., con un team di professionisti della sicurezza attivi 24/7 a cogliere i segni di possibili intrusioni, sarà più difficile di entrare nel PC di un idiota che di dimentica di aggiornare l’antivirus nonostante gli insistenti promemoria del sistema e poi va a scaricare degli spyware convinto di vedere la foto di qualche ragazza seminuda…

    La fiducia verso chi ti gestisce i dati è un discorso personale. Io, per esempio, non ho particolari problemi (timore qualche volta, probabilmente dettato da ignoranza sulle procedure messe in atto, ma niente di più).
    Mi lascia un po’ perplesso però che la gente si fidi di banche, assicurazioni, supermercati, associazioni ambientaliste, fotografi, tecnici e via discorrendo, dando soldi, informazioni, files, accesso alle informazioni personali, ecc… a cani e porci e poi venga a inneggiare alla privacy contro il Google di turno (mentre, tra l’altro, usano Gmail e altri servizi analoghi quotidianamente…) o gli autovelox (che poi è solo una scusa per non pagare la multa).

    Credo che tutte le dissertazioni su privacy e sicurezza siano solo in parte fondate su reali problemi, ma che in generale siano una questione puramente psicologica : alcuni amici mi hanno detto che non passerebbero mai nel tunnel sotto la Manica (sotto circa 50 m di terra e 50 m di acqua), perché “avrebbero troppa paura di passare sotto il mare”…
    Ma nel traforo del Monte Bianco, con quasi 5 km di roccia sopra la testa, non si fanno problemi. A volte è questione di abitudine psicologica.

    Con questo non voglio dire che i problemi siano inesistenti o di poco conto, anzi, tutt’altro.
    Ma forse è il momento di guardare le cose con una prospettiva un po’ diversa e affrontarli questi problemi, una buona volta, non solo parlarne.

    E non dimentichiamo che Chrome OS è open source, e la comunità può controllare di persona gli algoritmi e segnalare eventuali falle.

    Se Chrome OS avrà successo (e a mio avviso l’avrà) non necessariamente sarà per i costi (non solo, almeno). È un po’ come dire che gmail è bella solamente perché è gratis : ha rivoluzionato il concetto di email (ho 4000 messaggi memorizzati, i più vecchi sono risalenti al 2004, e sono al 7% del mio spazio… prima di gmail se tenevi 20 messaggi non te ne arrivavano altri… Ma vi ricordate??? Sembra fiction a pensarci ora!)

    E qui chiudo questa noiosissima e inutile trattazione… Se sei arrivato fin qui Brando, tanto di cappello… e ne approfitto per porti una somanda : ma Google e il “gestore del servizio remoto” non sono la stessa entità?

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  14. @ Camillo Miller:
    No problem Camillo, solo non mi sembrava di aver scritto nulla di male e quindi ero curioso di capire come mai non venisse approvato… :)

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  15. @ Bruno:
    Siccome sono arrivato a leggere fino in fondo il tuo commento ora è il tuo turno ;)
    Partiamo da come funziona ChromeOS: hai un kernel più un browser e poco di più che girano sulla tua macchina, tutto il resto gira su un server remoto accessibile via internet. Io distinguo tra Google e gestore di servizi remoto perché possono essere la stessa cosa ma non devono esserlo necessariamente. Ad esempio Flickr gestirà le mie foto, Yahoo mail le mie e-mail e Meebo le mie chat. Tutti e tre questi soggetti citati sono gestori di servizi remoti diversi da Google, sono di una certa fama e quindi ci si potrebbe fidare di loro. Ma cosa succederebbe se un utente inesperto si affidasse ad una applicazione web non famosa? Capisci che i rischi per la privacy e l’integrità dei dati sarebbero molto maggiore e non è facile per il novizio distinguere tra Microsoft ed una startup in fatto di qualità del servizio offerto.
    Citami poi qualcuno che si sia messo a leggere i contratti di servizio di queste aziende per le loro applicazioni web, magari in inglese: non lo fa quasi nessuno. Di conseguenza molte persone non sapranno come verranno gestiti i propri dati. E se il codice di GoogleOS è open source, i servizi web su cui tutti i tuoi preziosi dati si appoggeranno potrebbero non esserlo.
    Quindi questa è la prima cosa che mi lascia perplesso, garantire sempre e comunque l’affidabilità del servizio e la sicurezza dei dati. E qui mi collego ai problemi di hacking.
    Che i server di Google siano “regionevolmente” sicuri non ci piove (anche qualche grande comunque ha compromesso dati sensibili degli utenti, gli errori capitano), ma quelli di un’altra azienda x? E nel tratto che separa la mia macchina dal server ci possono essere tantissimi punti di intrusione, per non parlare poi dei siti malevoli che sfruttano le vulnerabilità dei browser. Ci son troppi passaggi per poter dire che i miei dati sono al sicuro tra computer e server e questa è la mia seconda perplessità.
    E veniamo alla velocità di connessione. Sono d’accordo con te che le cose miglioreranno in futuro ma bisogna vedere quanto lontano sia questo futuro: la storia è lastricata di progetti lanciati troppo presto e poi dimenticati. Sarà interessante vedere se Google ha scelto il tempismo giusto per lanciare il suo sistema operativo e se avrà la spalle abbastanza larghe per supportarlo sul lungo periodo. Per ora le connessioni per l’utente comune sono troppo lente, non ubique, instabili e costose.
    Infine saranno importanti le collaborazioni con i produttori di hardware: se loro supporteranno attivamente la piattaforma allora tutto potrebbe funzionare come nei piani di Google, altrimenti il progetto rischia di naufragare anzitempo (i produttori vedono solo i risultati trimestrali, troppi trimestri in rosso ed il progetto si chiude).
    Piccola nota su Gmail: secondo la mia opinione essa ha avuto successo proprio perché gratis e non per le sue potenzialità, quelle son venute dopo.
    Gmail è stata lanciata nel 2004, Yahoo! Mail nel 1997 e Hotmail nel 1996: cosa aveva Gmail più dei suoi concorrenti? Maggior spazio gratis per le email, da qui il suo successo.
    Ora la domanda che mi rimane è una sola: sei arrivato fino in fondo pure tu? ;)

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  16. @ Brando:
    Ebbene SI, sono giunto in fondo! E, inoltre, sono pienamente d’accordo con te. I dubbi sono tanti anche per me, ovviamente, e in particolare quelli tecnici che hai descritto tu. Non resta che aspettare e vedere cosa ne esce fuori…
    Per quanto riguarda Gmail, hai ragione a dire che il fatto che fosse gratis ha certamente contribuito alla sua diffusione, come del resto accade spesso per quasi tutto al mondo… Ma non puoi negare che il gap tra lo spazio offerto da hotmail e gmail era talmente elevato da poter attribuire ai suoi inventori l’ideazione di un nuovo, geniale concetto di servizio mail rispetto a tutti precedenti. Tanto vero che io avevo hotmail, e per le prime settimane cancellavo tutti i miei messaggi, memore dell’esperienza… poi ho capito il concetto che stava dietro e mi ci sono abituato in fretta…
    Come le prime ricerche in Google : qualcosa di semplicemente magnifico e innovatore… da lasciare senza fiato… ti ricordi?
    Da allora qualsiasi cosa targata Google l’ho considerata con estrema serietà, e quasi sempre mi ha soddisfatto… Vedremo se ora sarà il turno di Chrome OS…

    PS: Grazie dell’interessante discussione, è stato davvero un piacere conversare con te.

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