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Zemlin: il modello App Store insostenibile sul lungo termine

Jim Zemlin è l’Executive Director della Linux Foundation, un’organizzazione no-profit dedita alla promozione, alla diffusione  di Linux e alla cura degli interessi legali del Pinguino. In una lunga e interessante intervista rilasciata a Wired, Zemlin ha detto la sua sul successo dell’App Store, definendo insostenibile sul lungo periodo il modello di business scelto da Apple per il suo store virtuale di applicazioni per iPhone, iPod touch e iPad. Ma per Cupertino non ci sono solo critiche e alla Mela va il merito di aver creato una straordinaria user experience. In futuro, in questo settore, Linux emergerà comunque come piattaforma vincente.

Il dominio incontrastato dell’App Store di Apple secondo Zemlin non durerà per sempre e non c’è il rischio che succeda quello che è accaduto con Microsoft negli anni novanta, quando le API sviluppate da Redmond diventarono praticamente uno standard, grazie anche al quasi-fallimento di Apple.

L’App Store ora come ora è la soluzione più comoda e semplice, i clienti potenziali sono più di cento milioni,  l’user experience è ottima e fondamentalmente è più facile vedere risultati economici per gli sviluppatori di talento, che per questo preferiscono la piattaforma di Apple ad Android.

Ma secondo Zemlin, per quanto lo stato delle cose sia innegabile, alla lunga alcuni dei fattori negativi dell’App Store porteranno gli sviluppatori a rivalutare le priorità. Il 30% che Apple trattiene sulle vendite e il controllo sui contenuti sono ad esempio due aspetti che gli sviluppatori non accetteranno per sempre, soprattutto se nei prossimi anni le alternative Open Source sapranno affinarsi e “mettersi in pari”.

Ma per l’Executive Director della Linux Foundation Apple non è il nemico da combattere con ogni mezzo, anzi. “Apple è la miglior cosa che sia capitata a Linux da un bel po’ di anni a questa parte”, perché il successo di App Store ha fatto capire a tanti che un tipo di infrastruttura del genere è realizzabile con successo.

La creazione di una user experience davvero valida è la parte più difficile, aggiunge Zemlin, ed Apple è maestra di questa “arte”. Ma chi volesse costruire piattaforme alternative in tempi brevi, senza spendere anni nello sviluppo, non può che optare per una soluzione basata su Linux.

Potete leggere l’intervista completa su Wired.

Redazione

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  • Se c'è una cosa che l'App Store ha dimostrato è che la gente è disposta a pagare per applicazioni ben realizzate e vendute a prezzi giusti.
    L'open source è decisamente meno sostenibile: non si può chiedere agli sviluppatori di lavorare gratis.
    Casomai, parlando di App Store, ciò che è insostenibile nel lungo periodo è il modo in cui è impostato (ricerca delle applicazioni, "doppie versioni" - lite e non, e via di questo passo).

  • Gabriele Contilli dice:

    non si può chiedere agli sviluppatori di lavorare gratis.

    Quello glielo puoi anche chiedere.
    È il non vedere MAI implementato quello che hai sviluppato per anni che fa girare i maroni agli sviluppatori opensource.
    Sempre che tu non sia un qualsivoglia guru per un qualsivoglia motivo, ovviamente.
    Molte cose che dice sono comunque condivisibili.

  • Riprendendo una vecchia "battuta" direi: "Sono pienamente d'accordo a metà con il Mister"....
    iTunes e la sua piattaforma per i file musicali è lo stesso modello che oggi viene adoperato per l'AppStore. Sono d'accordo sul fatto che alla lunga il modello pagherà di meno, ma non per il modello stesso quanto per il fatto che prima o poi l'iOS sarà superato in diffusione da altri sistemi (vedi Android in questo periodo), per il semplice motivo che il numero di terminali e il ventaglio di prezzi sarà decisamente ampio.
    Per quanto riguarda Linux come il futuro... li la vedo difficile. Sono anni che Linux avrebbe dovuto diventare il sistema Desktop per eccellenza (mentre sui server Web ha la sua bella presenza) ma, ad oggi, il risultato è quantomai deludente.

  • Zemlin dice cose cose giuste e cose che condivido meno. Sicuramente l'eccessivo controllo dei contenuti può essere un fattore che può spingere gli sviluppatori ad abbandonare l'app store ma è anche vero che ad un mercato così florido chi deve pagare le bollette e riempirsi la pancia come i piccoli sviluppatori difficilmente vi rinunceranno almeno finchè non vi saranno realtà alternative credibili e di sostanza. Il 30% è una questione su cui ho forti dubbi: se consideriamo semplicemente il punto di vista finanziario è una cifra altissima, ma se dovessimo pensare ad un modello di distribuzione indipendente molto probabilmente la stessa cifra non sarebbe necessaria per garantirsi un analogo livello di visibilità e facilità di distribuzione.

  • A mio modo do vedere il modello App Store tiene perchè l'assenza di flash sugli idevice non da altra maniera per avere quelle applicazioni.

    Se supportassero Flash la maggior parte delle app sarebbero inutili, poichè sarebbero replicabili con un semplice file flash caricato su una pagina web. E gratuite ;)

  • @ Mad:
    In parte è vero, ma chi è che ha "lo sbatto" di creare pagine web a gratis, nelle quali accedono migliaia di persone???
    È come pitturare la Gioconda e regalarla al fossolo2 (centro commerciale) dietro casa mia... XD

  • @ Mad:
    mah.. io trovo le applicazioni flash sul web lente e molto poco confortevoli.. ..secondo il tuo punto di vista allora le app su android che supporta flash non si svilupperanno mai..

    Non so su quale base si possa profetizzare la fine di app store. A mio avviso ora è ancora in piena crescita e la concorrenza è ancora lontana e non ancora stabile.. vedremo che ne sarà di android dopo l'arrivo di win mob 7.

  • a leonardo! se dice "dipingere" non pitturare...a meno che non sia un muro :)

    kmq analisi condivisiblie e giusta: il numero di device android aumenta sempre piu, chiede molto meno agli sviluppatori.....è chiaro che potrebbe sulla lunga distanza rubare sviluppatori...

    invece mi dispiace per linux che non è ancora riuscito ad imporsi nonostante le ottime idee....

  • @ bLax:
    Il modo per disinvogliare uno sviluppatore (e te lo dico da sviluppatore) è costringerlo ad usare uno modo solo per arrivare a scrivere una applicazione. Stufa alla lunga... anche perchè fossilizza.

    Per quanto riguarda flash ed il paragone su android... su android ci sono app gratuite e liberamente scaricabili, non per forza vincolate dalla mano di Google. come succede su App Store.. Vedi Camera+ ;)

    Applicazioni come quelle delle mappe dei servizi pubblici (la prima che mi è venuta in mente da uno spot sui mezzi di barcellona con iphone) sul web tramite flash sarebbe di gran lunga meglio, sempre aggiornata su lavori, mezzi nuovi e percorsi... perchè pagare 1,99 € per ogni città?

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