Qualche anno fa Palm pareva aver in mano un ottimo prodotto software chiamato WebOS, da tanti indicato come l’arma definitiva contro il crescente successo di iOS. Sappiamo come è andata a finire, con un pensionamento assai precoce dopo l’acquisizione di HP e il tentativo fallimentare chiamato TouchPad.
Da quest’edizione del Mobile World Congress di Barcellona arriva un plot twist degno degli exit-poll di un pomeriggio post elettorale: WebOS finisce nelle mani di LG, che lo utilizzerà per rendere più smart i propri televisori. Nel frattempo HP annuncia che da aprile entrerà di nuovo sul mercato tablet con lo Slate 7, questa volta puntando tutto su Android.
L’eutanasia di WebOS è uno dei “grandi traguardi” della HP di Leo Apotheker, il CEO che ha sostituito per poco più di un anno Mark Hurd e che ha lasciato una complicata eredità all’attuale Amministratrice Delegata Meg Whitman.
Il promettente sistema operativo è finito nel cestino dopo il totale insuccesso dell’HP TouchPad, che ha portato l’azienda a tentare prima una chiusura della divisione nata dalla acquisizione di Palm, finendo poi per ripiegare nella creazione di una spin-off.
Un processo burocratico e deciso ai piani alti di cui ora LG ha deciso di acquisire briciole e macerie. Dopo un’infinita emorragia di know how e dipendenti specializzati, quel che resta del team passerà sotto il controllo dei coreani, che si prendono anche il pacchetto brevetti e il codice sorgente di WebOS.
Non per creare una nuova linea di tablet o smartphone, bensì per riutilizzare WebOS all’interno dei loro televisori. Lo scopo è rendere l’esperienza televisiva più smart e interattiva, basando il sistema multimediale interno sul Sistema Operativo sviluppato originariamente da Palm.
LG vuole rimpiazzare l’ormai datata piattaforma NetCast dei suoi televisori per fare concorrenza all’offerta di Smart TV del gigante Samsung. Si potrebbe parlare di concorrenza preventiva alla (ancora fantasmagorica) iTV di Apple, ma oltre che prematuro sarebbe probabilmente improprio. L’impressione è che i televisori che nasceranno da questa acquisizione non andranno nella direzione di una “rivoluzione” del concetto di televisore (compito che gli analisti paiono ancora assegnare al progetto segreto Apple) quanto in quella di uno svecchiamento della già attuale offerta smart-TV dell’azienda Coreana.
Non ci sono dettagli sul costo dell’operazione e le tempistiche per il primo televisore WebOS non sono ancora sicure, nonostante LG parli già, ottimisticamente, di un primo modello pronto per il prossimo CES 2014.
Dopo aver sistemato alla bene e meglio i cocci di WebOS, costato 1,2 miliardi con l’acquisizione di Palm, l’azienda si butta su Android.
Lo fa con un hardware che ha ben poco di innovativo, rispetto alla concorrenza (e non solo la concorrenza dell’iPad): uno Slate 7 da sette pollici diagonali, con processore Arm Dual Cortex da 1,6Ghz, senza connessione 3G, una foto-videocamera da 3Mpixel sul retro (benvenuto 2009!) e una videocamera VGA frontale.
Se vi sembrano le specifiche dell’ennesimo tablet di marca sconosciuta proposto dal vostro discount di fiducia ogni 1000€ di spesa è semplicemente perché l’idea di fondo è la stessa per il discount e per HP: tutti oggi devono avere un tablet a listino. Nel caso del discount per attirare clienti paganti, nel caso di HP principalmente per non lasciare ad Apple lo scettro di primo produttore mondiale di dispositivi di personal computing.
Ci sta, a questo punto, che dai prossimi mesi e con il lancio di una serie di altri dispositivi analoghi da parte di HP da qui a fine anno, anche le firm di analisi si decidano ad offrire un aggregato dei numeri di vendita di Tablet e computer desktop (portatili o meno). Continuare a negare la contemporaneità dell’era post-PC prospettata da Steve Jobs è ormai un comportamento anacronistico.
Sulla possibilità di un successo di questi dispositivi di HP sarà il mercato a mettere un sigillo, nel corso del 2013. A noi non resta che constatare il compimento della triste storia di WebOS, a riprova che un’idea buona e ben realizzata, come fu quella di Palm, non è sempre assicurazione di successo.
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