Nelle inbox dei dipendenti Apple è arrivata ieri una nuova email da parte del SVP Bruce Sewell, il capo dell’ufficio legale dell’azienda, che invitava tutti quanti alla revisione del nuovo “Apple’s Business Conduct Policy”, il codice di condotta che stabilisce regole di comportamento per tutti coloro che agiscono in nome e per conto di Apple Inc.
In allegato al messaggio, un video in cui il CEO Tim Cook spiega, in prima persona, l’importanza del nuovo codice di condotta e citando Martin Luther King, suggerisce che l’intenzione di Apple sia sempre quella di fare la cosa giusta.
“Come il Dr. Martin Luther King ha avuto modo di dire: è sempre il momento giusto per fare la cosa giusto. Alla Apple, noi facciamo la cosa giusta, anche quando non è facile,” spiega Cook nel video, di cui al momento è disponibile solamente una trascrizione. “Se vedete qualcosa che non rispetta i nostri standard, parlatene. Che sia una questione di qualità o qualcosa di relativo ad una procedura di lavoro, se condiziona l’integrità di Apple, dobbiamo venirne a conoscenza”.
Il tono dell’intervento di Cook lascia quasi supporre l’esistenza di un evento scatenante a giustificazione di questa nuova richiesta di “integrità totale” da parte dei dipendenti. Se così fosse, dal di fuori non ci siamo accorti di nulla.
Cook potrebbe però fare riferimento ai recenti rumor che hanno “rovinato” ancora una volta l’effetto sorpresa in occasione del lancio di iPhone 5s e iPad air, due prodotti di cui si sapeva praticamente tutto prima della presentazione ufficiale.
Del resto proprio il nuovo CEO aveva promesso, un anno e mezzo fa, che avrebbe insistito molto sulla sicurezza e sulla segretezza. L’impressione era ed è che il piano di rinforzo della cortina oscurante che circonda le operazioni Apple sia perfettamente riuscito sul suolo patrio (nessuno ha saputo niente del nuovo Mac Pro fino all’ultimo ad esempio, e lo stesso vale per iOS 7 ed altri software), mentre permane un discreto lassismo a livello globale, soprattutto in ambito produttivo. Ma non sarà certo un video, per quanto convincente, a far capire ai “contractors” cinesi che dalle loro fabbriche non deve uscire neppure uno spillo.
Confinare alla sola questione “segretezza” la portata del nuovo codice di condotta Apple sarebbe assai limitante, però. Il documento, che i dipendenti hanno ricevuto anche in formato iBooks per una lettura più approfondita sui loro iPad e iPhone, non tocca solo le questioni relative alle dichiarazioni pubbliche e al rapporto con la stampa ma include anche indicazioni precise sulle relazioni sul posto di lavoro, sugli investimenti finanziari, sul lavoro esterno e l’ideazione di nuovi prodotti. Alcune sezioni sono inoltre dedicata ad aspetti più propriamente “legali”: molestie, insider trading, abuso di sostanze stupefacenti.
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