Tim Cook alla D10: i valori Apple, la guerra dei brevetti e le novità future

Qualche ora fa il CEO Apple Tim Cook è salito sul palco della D10, la executive conference organizzata in California da All Things Digital, in veste di ospite inaugurale.


Cook ha risposto alle domande, spesso incalzanti, di Walt Mossberg e Kara Swisher e ha toccato un buon numero di argomenti importanti, rivelando alcuni aspetti interessanti del suo lavoro alla Apple, dei progetti futuri dell’azienda e di ciò che le riserva il futuro ora che Steve Jobs non è più al comando.
Alcuni spezzoni dell’intervista sono disponibili nella pagina dei video della D10 su All Things Digital. Di seguito una sintesi dei punti salienti.

Essere Steve Jobs

L’eredità di Steve Jobs è stata, come comprensibile, uno degli argomenti cardine dell’intervista. Nel merito Cook ha ribadito quanto già affermato più volte, ovvero che in nessun modo lui ha intenzione di assumere il ruolo che ricopriva Steve Jobs. “Io sono ciò che sono”, ha detto il CEO prima di ricordare quanto Steve gli aveva sempre raccomandato, ovvero di non fare come alla Disney, dove per anni continuarono a farsi la domanda sbagliata: “Cosa avrebbe fatto Walt”. Non ci deve essere posto per la domanda “cosa avrebbe fatto Steve” nella Apple del futuro.

Ciò non toglie che i valori “iniettati” da Jobs nella sua azienda siano ancora vivi e pulsanti. Valori come l’importanza della concentrazione su poche cose importanti. La capacità di capire che il prodotto viene prima di tutto e lo scopo deve essere quello di realizzarne la forma migliore, mai partendo da mere considerazioni economiche. L’importanza di scegliere le persone migliori, le più abili, le più motivate e chiedere da loro il massimo che possano offrire. Cook ha ribadito che il suo scopo è quello di conservare questi valori, e di tutelarli contro tutto ciò che potrebbe minacciarne la tenuta.

I brevetti, “a pain in the ass”

Uno dei valori è anche quello della segretezza sui prodotti. “Raddoppieremo i nostri sforzi su questo fronte” ha detto Cook, confermando che la tutela delle invenzioni e delle innovazioni Apple viene ancora al primo posto.
Questo aspetto si collega ad un altra questione discussa con sentita partecipazione da Cook sul palco, ovvero il problema dei brevetti, che il CEO ha definito senza mezzi termini “a pain in the ass”, e lascio a voi la traduzione.

Le cause in corso non bloccheranno l’innovazione per i grandi player del mercato mobile, ma di sicuro non sono un aiuto alla concorrenza. Il sistema dei brevetti ha più di un problema e la possibilità di utilizzare dei brevetti FRAND (relativi a tecnologie di base che non possono essere bypassate per realizzare un prodotto con determinate caratteristiche, come la connettività 3G in un telefono cellulare) per chiedere ingiunzioni è una stortura cui i legislatori dovranno riparare.

Quanto alla questione Apple-Samsung, Cook ha ripetuto, con qualche parola in più, quella che è la linea standard delle PR Apple sull’argomento: non vogliamo che gli altri ci copino ma che realizzino i propri prodotti. E’ come un’artista che realizza un dipinto, ha chiosato Cook, e poi qualcuno arriva e ci mette la propria firma.

Che ci copino su questo!

C’è un aspetto importante sul quale Apple punta alla massima trasparenza, ha detto Cook, al fine che tutti possano osservare e prendere il più possibile esempio e spunto. E’ la cura che la Apple di Tim sta riponendo nella gestione delle questioni relative allo sfruttamento del lavoro in Cina e l’impegno nel realizzare prodotti e infrastrutture che non impattino sull’ambiente.

Due aspetti che forse Steve Jobs non ha mai particolarmente curato ma che a Tim Cook, da “genietto” delle operazioni qual era e qual è, sono sempre stati a cuore.
Il CEO ha ribadito che Apple ha iniziato in entrambi i settori ad aggiornare mensilmente i propri report, destinando a questi aspetti, che molti capi d’azienda continuano a ritenere marginali, notevole impegno e notevoli risorse.
Niente segretezza su questi processi, dunque, nella speranza che vista la propria posizione di grande rilevanza Apple possa assurgere a modello per tutto il settore.

Integrazione con Facebook e Siri

L’argomento della successione e della Apple post-Steve è stato il legante di tutta l’intervista di Cook alla D10, ma il CEO ha parlato anche di prodotti.
O meglio: “non ha parlato” di novità, suggerendole solo implicitamente, come nel caso di Siri. Incalzato da Walt Mossberg, che gli ha fatto notare come Siri non sempre sia “perfetta” come negli spot, Cook ha sviato in parte la risposta per reiterare che la tecnologia di voice control integrata su iPhone 4S sarà sempre più importante man mano che si andrà avanti. E non è solo controllo vocale, ma una vera e propria intelligenza artificiale che sa interpretare il contesto, è questa la vera novità e su questo aspetto ci attendono buone nuove, assicura il CEO Apple.

Il riferimento più esplicito di tutta l’intervista è probabilmente quello a Facebook, un’azienda che Tim Cook ha confermato di stimare molto e che “funziona un po’ alla propria maniera”. Ci saranno presto novità sulla questione, ha detto il CEO, insistendo sullo scopo cardine di Apple: offrire ai propri utenti la migliore esperienza possibile. Per i milioni di iscritti Facebook che hanno un iPhone ciò significa maggiore integrazione, quella che, stando alle mezze frasi di Cook potrebbe già essere presentata la prossima settimana come feature di iOS 6 alla WWDC. 

Apple TV

Impossibile che Mossberg e Swisher non finissero per toccare anche l’argomento Apple TV, fonte dei rumor più variegati e contrastanti degli ultimi tempi. Anche qui, però, niente di nuovo sotto il sole. Cook è stato bravo a deviare le richieste dirette e non ha detto nulla sulla convergenza fra Apple TV e oggetto-televisore. Certi silenzi e il riferimento alle ricerche in questa direzione da parte dell’azienda hanno parlato per lui, lasciando intuire che forse non sono solo fuffa le indiscrezioni sulla questione che leggiamo ormai in continuazione. Nulla di concreto, però, se non la conferma che l’hobby Apple TV va forte e che Apple continuerà a “tirare quel filo” per vedere dove porta.

Per la copertura completa dell’intervista vi rimando alla copertura diretta di Ina Fried su ATD e ai video di All Things Digital.

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