Nuovi particolari sul suicidio del dipendente Foxconn

L’entrata della cosiddetta iPod City, la città-dormitorio di Foxconn a Shenzen

Ci sono novità ed alcune precisazioni sul caso del dipendente Foxconn morto suicida a seguito della presunta scomparsa di un prototipo di iPhone 4G.
Il giovane Sun Danyong non si sarebbe suicidato gettandosi  dalla finestra del proprio appartamento, come riportato ieri da numerose fonti internazionali, ma si sarebbe lanciato dal tetto del dormitorio dell’impianto Foxconn per cui lavorava.
Questo particolare complica notevolmente la posizione di Foxconn, tanto che un addetto alla sicurezza è stato sospeso dalla direzione dell’Hon Hai Group, la holding proprietaria di Foxconn.

Secondo i report dei media locali il dipendente avrebbe riportato la scomparsa del prototipo di iPhone alla direzione. A seguito di tale ammissione Danyong sarebbe stato interrogato e il suo appartamento perquisito. Il tragico epilogo della vicenda, consumatosi all’interno della cittadella industriale della Foxconn a Shenzen, potrebbe dunque essere una conseguenza del rude trattamento subito dal giovane.

La Foxconn e, più in alto, Hon Hai, si rifiutano di rilasciare ulteriori commenti sulla vicenda ma il direttivo dell’azienda avrebbe chiesto alla polizia cinese di investigare sull’accaduto, anche per individuare eventuali violazioni e infrazioni della legge da parte degli addetti alla sicurezza. Si tratta indubbiamente di una scelta necessaria per riparare al grave danno d’immagine subito dall’azienda a discapito della vita dello sfortunato Sun Danyong.

Foxconn dovrà poi preoccuparsi anche della reazione di Apple, che certamente non sarà di pubblico dominio – probabilmente non sapremo più molto altro sulla vicenda. Del resto la posizione di Foxconn sembra già non essere delle migliori. Secondo indiscrezioni riportate dal DigiTimes, da Cupertino avrebbero già iniziato a spostare la produzione di MacBook presso altri fornitori e la triste vicenda trapelata in questi giorni non favorirà di certo i rapporti fra le due aziende.

La cosiddetta iPod City, la cittadella industriale di Foxconn a Shenzen, già nel 2006 fu al centro di un inchiesta interna da parte di Apple a seguito di alcune proteste e del clamore mediatico suscitato da alcuni reportage sulle precarie condizioni di lavoro dei dipendenti che vi abitano. Qui un esaustivo riassunto della vicenda attraverso foto e link ad articoli sulla questione.

2 commenti su “Nuovi particolari sul suicidio del dipendente Foxconn”

  1. Ribadisco che Apple non si può fidare di cinesi/taiwanesi/coreani e/o affini. Ora lo so che alcuni intelligentoni diranno che io sono un discriminatorerazzistabastardo e chi più ne ha più ne metta, ma non me ne frega nulla visto che così non è.

    La realtà dei fatti è che non ti puoi fidare di loro non per la nazionalità, la lingua, il colore della pelle, la religione o altre cose del genere (roba di cui a me personalmente non importa nulla visto che siamo tutti esseri umani) bensì per il fatto che uno che vive/lavora nelle condizioni che tutti sanno e fanno finta di non vedere/sapere (come quelle riportate qui: http://www.zonaeuropa.com/20060623_1.htm ) inevitabilmente se ha la possibilità di fare il “colpaccio” della vita vendendo al miglior offerente un segreto industriale come l’iPhone 4G non ci pensa due volte. Se poi, dopo il “colpaccio” (o se semplicemente te lo hanno fregato) hai su di te una pressione tale da suicidarti… Vi ricordo che in quei paesi non è come in Italia dove se sparisce un 4G tutto finisce a taralucci e vino. In alcune fabbriche esistono punizioni corporali e non solo. A ciò è da aggiungere che il disonore, in quei posti, è anche peggio della morte.

    Ciò detto, richiedo: come può Apple fidarsi di gente così? Sarebbe come fidarsi di un terrone!

    P.S.: quella sul terrone è una battuta per fare ironia e rispondere anticipatamene a chi potrebbe dire (o ridire) che sono razzista.
    Io sono meridionale e quindi terrone. :-D

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