Sergey Brin: “Gli smartphone sono anti-sociali, demascolinizzanti”

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Sergei Brin, fondatore di Google e principale supporter del progetto Google Glass, è salito sul palco di TED2013 (indossando ovviamente la chincaglieria tecnologica che Google pensa di riuscire a mettere in vendita entro la fine dell’anno) per parlare di smartphone e mascolinità.

Brin ha dichiarato che gli smartphone diminuiscono le interazioni sociali e rappresentano un vero e proprio danno per la vita sociale (a causa anche della dipendenza che possono creare):

Il telefono è una abitudine nervosa. Se fumassi, probabilmente fumerei, sarebbe più figo. Invece tiro fuori questo telefono e lo controllo come se avessi qualcosa di importante da fare.

Il problema, spiega Brin, è che gli smartphone ci hanno dato accesso ad un numero illimitato di informazioni che possiamo consultare in qualsiasi momento. Il problema è che per accedere a queste informazioni dobbiamo temporaneamente “scollegarci” dal mondo reale:

È questo il modo in cui vorresti interagire con altre persone? È una cosa castrante. Stai lì a fare scorrere il dito su questo pezzo di vetro. È questo che vuoi davvero fare con il tuo corpo.

Brin, benché faccia parte di una compagnia che ha guadagnato miliardi con il mercato della telefonia mobile, sta facendo campagna pubblicitaria per i Google Glass, che secondo lui sarebbero il modo perfetto per accedere alle informazioni di cui abbiamo bisogno senza necessariamente scollegarci dal mondo:

Quando abbiamo aperto Google, 15 anni fa, la mia visione era di fare in modo che l’informazione si presentasse a te, l’utente, nel momento del bisogno. Non devi avere bisogno di chiederla.

Brin intende raggiungere questo risultato non soltanto attraverso i Google Glass, ma anche tramite l’integrazione in questi di Google Now, il servizio di Google che, basandosi sulle abitudini e le azioni di un utente, è in grado di prevedere cosa starà per fare e fornire a lui preziose informazioni (come il traffico sulla strada per l’aeroporto o il fatto che l’aereo che deve prendere ha cambiato gate di imbarco all’ultimo momento).

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6 commenti su “Sergey Brin: “Gli smartphone sono anti-sociali, demascolinizzanti””

  1. bellissima intervista, un profondo sergey brin, senza parole. in molti dovrebbero riflettere su queste parole. nessuno ci pensa a quanto la tecnologia sta cambiando il nostro modo di vivere. vedo sempre più gente continuamente distratta dal suo smartphone e sempre più assente dalla realtà. siamo cosi presi dal mondo virtuale che ci stiamo dimenticando di quello reale. oggi la parola “social” e’ “cool”, io gia la odio. sto smettendo di usare il telefono o lo uso raramente. dopo aver lottato tanto tempo per avere intimità e privacy oggi mettiamo la nostra vita privata in un pagina. amo l’intimità e condividere le mie esperienze con pochi piuttosto che con tutti. forse oggi e’ la moda, spero un giorno che la gente si svegli dal matrix e torni a vedere il mondo con i propri occhi. se ha qualcuno può interessare consiglio una piccola ricerca e leggere qualcosa di john zerzan e quanto la tecnologia ci ha allontanati (e non avvicinati) dagli altri e dalla nostra vera natura.

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    • @aros: Cosa già dette e stradette sin dalla nascita del computer.
      L’asocialità informatica è nata ben prima degli smartphone.
      E sui social per quanto poco mi interessino paradossalmente sono invece un modo per socializzare attraverso questi mezzi asociali.

      Certo è un modo diverso di socializzare, ha i suoi difetti e limiti, ma sempre meglio che niente, è il segno quantomeno che l’essere umano ancora cerca un confronto con altri esseri umani.

  2. a parte che non ho capito da dove esce il “dascolinizzanti”, ma chi decide quali informazioni mi occorrono e quando mi occorrono? Google? Immagino che deciderà quando saprà tutto di me, già credo che conosca anche troppo… alla faccia della privacy

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