Si è da poco conclusa la conference call per l’annuncio dei risultati fiscali durante la quale il CFO di Apple Peter Oppenheimer e il COO Tim Cook hanno illustrato come da consuetudine consolidata la situazione finanziaria e risposto alle domande poste dagli analisti collegati in teleconferenza.
E’ stata una call mediamente ricca di informazioni, ma abbastanza piatta, senza particolari rivelazioni su nuovi prodotti (we don’t speak about future products) e senza la verve delle occasioni in cui la presenza di Steve Jobs spariglia le carte, come successo durante il precedente appuntamento, ad ottobre, quando l’iCeo ha sparato a zero contro la frammentata piattaforma Android.
Nessuna domanda sulla questione più scottante, ovvero la salute di El Jobso. Non si sa per buona creanza o per un severo indottrinamento preventivo da parte delle PR, sta di fatto che nessun analista ha chiesto lumi sulle condizioni dell’iCEO. Del resto c’erano numeri di un certo rilievo su cui concentrare l’attenzione.
Numeri da capogiro per i dispositivi iOS. Ci sono un bel po’ di numerini con cui fare di conto. 160 milioni sono i dispositivi iOS, suddivisi fra iPhone, iPod touche e iPad, attualmente in circolazione.
Gli iPhone venduti nell’ultimo trimestre sono 16,24 milioni, ovvero una crescita dell’86% anno su anno. Sommandoli alle vendite di tutti i trimestri precedenti fino al 2007, anno del lancio, si arriva alla notevole cifra di circa 90 milioni di iPhone venduti in questi 3 anni e mezzo. Il conto lo ha fatto il nostro lettore HGW27, che realizzato il grafico che vedete qui sotto.
E l’iPhone va forte anche nel settore enterprise tanto che 88 aziende della Fortune 100 stanno sperimentando o hanno già approvato l’uso dell’iPhone come terminale aziendale. Oppenheimer ha citato Dupont, Starbucks, Well Fargo, Nissan.
Successo in ambito corporate anche per l’iPad, tanto che 4,61 miliardi del fatturato generato dall’iPad nel 2010 arrivano direttamente dalle vendite alle grandi aziende.
Adesso i mercati internazionali contano per il 62% del fatturato di Apple. A fare la parte del leone è l’area dell’Asia/Pacifico, con una crescita del 50% delle revenues rispetto al precedente trimestre. I paesi che danno “le maggiori soddisfazioni” sono il Giappone, la Korea e anche la Cina, dove gli Apple Store sono i più trafficati al mondo. in questi nuovi mercati sono in particolare i Mac a dare grandi soddisfazioni, MacBook Air e MacBook Pro in testa.
Il settore retail ha registrato cifre da capogiro in tutto il mondo, con una crescita del 95% delle revenues anno su anno. Gli Apple Store, al Q1-2011 erano 328 e la media degli incassi mensili per negozio, calcolata sul totale di tutti i punti vendita internazionali, è stata di 12 milioni di dollari (+69% rispetto al Q1-2010). Meglio in generale gli Store europei, che registrano incassi mediamente più alti rispetto agli States, merito probabilmente anche di location ad alto impatto e alto traffico come quelle londinesi e parigine. Impressionanti i dati sui visitatori: 75.7 milioni di persone sono transitate negli Apple Store durante l’ultimo trimestre e hanno comprato più del solito, grazie soprattutto all’iPad.
Il CFO Peter Oppenheimer ha reso noto che Apple ha anticipato ai produttori pagamenti per componenti di futuro utilizzo (memorie flash, chip di connettività et similia) per una cifra pari a 3,9 miliardi di dollari. Il cash flow dell’ultimo trimestre ammonta a 9.8 miliardi e ora Apple ha in cassa liquidi per 59,7 miliardi. Sono circa 8.7 miliardi in più rispetto al trimestre che si è concluso a settembre 2010.
Rispondendo ad una domanda di un analista Tim Cook ha detto chiaramente che Apple non teme effetti di cannibalizzazione fra prodotti di fasce differenti. In particolare l’iPad vende bene senza nulla togliere alle performance di MacBook Air e MacBook Pro. C’è anzi un chiaro effetto “alone” in atto nei mercati emergenti asiatici che porta ad una crescita congiunta delle vendite di tutti i prodotti.
Nonostante si temesse il peggio in borsa dopo l’annuncio della nuova assenza per malattia di Steve Jobs, AAPL ieri ha retto abbastanza bene a Wall Street. Anzi, nelle contrattazioni after hours per una volta i risultati stellari hanno avuto l’effetto sperato e il titolo è schizzato sopra i 350$. Vedremo oggi se il Nasdaq rifletterà il trend in corso.