Ve lo diciamo senza nasconderci dietro un dito. Abbiamo scoperto Popcorn Time il giorno in cui un gruppo di sviluppatori argentini lo ha rilasciato al pubblico in versione Beta. Non eravamo convinti che sarebbe stato corretto (o semplice) parlarne, visto il delicato tema che tratta. Ma visto che lo hanno fatto anche giornali on-line a livello nazionale, ci sembra giusto spiegarvi cosa è Popcorn Time e cosa significa per l’industria del cinema.
Sapete come funziona Netflix? È un servizio attivo negli Stati Uniti che permette di scegliere da una ampia libreria di film e serie TV e cominciare a guardare il contenuto da subito utilizzando una connessione Internet. È simile a quello che in questo periodo sta cercando di offrire Mediaset con il suo Infinity.
E sapete invece come funziona Torrent? Si tratta di un servizio di condivisione dei file che permette a chi ha un file sul proprio computer di condividerlo con il mondo. Se voglio scaricare quel file, gli utenti che utilizzando una applicazione apposita sui loro computer forniscono quel contenuto perché io possa scaricarlo direttamente dai loro PC. Niente di illegale, se non fosse che nella maggior parte dei casi Torrent è utilizzato per la condivisone di contenuti protetti dal diritto d’autore (e quello sì è illegale).
Ecco, Popcorn Time unisce queste due tecnologie per la gioia della case di produzione e dei distributori di film (sono sarcastico). Sviluppato da un gruppo di developer di Buenos Aires, Popcorn Time è ora in Beta. Una volta aperta, l’applicazione propone all’utente una collezione di film (in alta definizione e completi di sottotitoli nella lingua che preferite) attraverso una interfaccia piacevole e semplice, con tanto di locandine dei film. Scegliete il film che più vi piace, e lo streaming parte dopo qualche istante. Da dove arriva quel film? Dalla rete Torrent. Da utenti che stanno scaricando e condividendo lo stesso film.
E legale? No. I suoi sviluppatori lo sanno? Certamente. Lo rendono chiaro sulla pagina di download? No. Noi approviamo questo comportamento? No. Vi invitiamo a scaricarlo? Solo se volete che degli uomini in divisa grigia facciano una capatina a casa vostra per un caffè.
Popcorn Time è la prima vera minaccia per il cinema a portata di tutti. Certo, eMule e Torrent esistono da tempo. Ma utilizzarli non è alla portata di tutti. Popcorn Time, invece, è a prova di deficiente. Apri l’applicazione, scegli il film, guardi il film. Non ci sono client, non ci sono tracker, non ci sono peer e seeder. C’è solo il film che volevi guardare. Gratis.
Il mercato della musica è stato costretto a rinnovarsi quando ottenere un brano musicale gratuitamente è diventato semplice e alla portata di tutti. iTunes Store, 10 anni fa, sembrava avere cambiato il modo in cui ascoltiamo la musica. Oggi il mercato è costretto a offrire ascolti gratuiti tramite servizi come Spotify e iTunes Radio. Mentre le connessioni ad Internet diventano sempre più efficienti e rapide, e lo spazio per l’archiviazione di contenuti cresce, è ovvio che anche il mercato del cinema e delle serie TV dovrà affrontare in qualche modo il problema della pirateria. Fornire una grande libreria di contenuti ad un prezzo più che onesto, come fa Netflix, potrebbe essere la soluzione. Ma fino a quando saranno disponibili alternative gratuite e di facile accesso come Popcorn Time, sarà complicato tenere testa a chi i film (e presto le Serie TV) potrà guardarseli gratuitamente (e illegalmente).
copio e incollo: “E legale? No. I suoi sviluppatori lo sanno? Certamente. Lo rendono chiaro sulla pagina di download? No.
Noi approviamo questo comportamento? No.
Vi invitiamo a scaricarlo? Solo se volete che degli uomini in divisa grigia facciano una capatina a casa vostra per un caffè.”
voi non approvate, ma ci scrivete su un articolo e lo pubblicate con tanto di dettagli per risalire al servizio in modo molto più che facile. molto coerente… un po’ come fare campagne antifumo con una canna in mano. davvero un esempio da seguire, complimenti…
@l i l l i p u z 7 3: Hai ragione. Infatti nei giornali non si legge dello spaccio delle droghe. E figurarsi se poi i giornali locali commentano su quali siano le zone più ricche di spacciatori. Non si parla nemmeno di prostituzione. O di dove sia possibile trovare una prostituta. Non si parla di evasione fiscale. E delle tecniche usate dagli evasori per evadere.
Noi non approviamo. Ma se una cosa succede (ed ha una portata non indifferente, come è per Popcorn Time) ci sentiamo in dovere di commentarla. Abbiamo colto l’occasione per fare una breve riflessione sulla situazione del mercato del cinema e della sua relazione con la pirateria. Abbiamo sottolineato come il punto di svolta per il cinema potrebbe essere vicino, e di come Popcorn Time rappresenti forse la più preoccupante scossa ad un mercato che, come quello delle etichette discografiche, è lento ad avanzare.
Questo non è, evidentemente, un articolo che tesse le lodi di Popcorn Time. Nè un semplice “heads-up” del tipo:”Vecchio, beccati sta nuova figata per spararci i film gratis”. Mi dispiace che tu non abbia colto la differenza.
Ora scusa, la canna si è consumata e vado a comprarmi del fumo in quella via di cui ho letto sul Corriere.
Lorenzo Paletti ha detto:
guarda, lorenzo, sei fuori strada: evidentemente leggi poco e ti informi meno. sui giornali NON c’è scritto NULLA di tutto quello che scrivi. indicami un articolo della stampa nazionale dove viene spiegato dove e come comprare droga o dove e come evadere le tasse. avrei capito se avessi parlato di pirateria in generale, magari descrivendo il servizio e confrontando tutto con il mondo del cinema e pipponi vari. ma tu ha scritto di quel servizio, facendone di fatto pubblicità, volente o nolente. la coerenza, in questo, non c’è. mi sa che il fumo della canna che ti stai fumando è tagliato male. fail x te.Lorenzo Paletti ha detto:
be’ vedo che sei uno che accetta punti di vista diversi, bene… mi sa che leggi poco e si informi ancora meno: i giornali NON parlano di quello che scrivi nel modo in cui tu lo scrivi. credo che il fumo della tua canna fosse tagliato male: cambia pusher.
@l i l l i p u z 7 3:
Ricerca della durata di 1,2 secondi su Google:
http://bergamo.corriere.it/bergamo/notizie/cronaca/14_febbraio_11/stazione-bergamo-notte-presidio-carabinieri-7edef784-92f4-11e3-aaf6-4579e45c2a0a.shtml .
C’è scritto dove posso trovare droga a Bergamo. Significa avere fatto pubblicità ai pusher della stazione? Non credo. Allo stesso modo nel mio articolo c’è scritto Popcorn Time. Significa fare pubblicità al servizio? Non credo.
Qui trovi scritto come truffare un anziano:
http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/13_settembre_20/sedriano-truffa-anziana-42mila-euro-2223208745436.shtml
E qui una brillante idea per aggirare gli esattori fiscali:
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_settembre_7/truffa-fratelli-indiani-singh-finta-morte-sangue-vernice-rossa-moto-assicurazione-2222954630831.shtml
Chiaro, non si tratta di guide passo passo. Ma anche nel mio pezzo non c’è una guida passo passo alla visione di film illegali. Il fatto che poi sia semplice usare Popcorn Time, e anche un fesso può imparare a farlo in due minuti, è proprio il fulcro della questione.
Non c’era modo di parlare “in generale del servizio” visto che non esiste nessun servizio. Torrent è un’altra cosa (diversa). eMule è un’altra cosa (ancora diversa). La pirateria cinematografica è un’altra cosa (più ampia). E se avessi scritto “esiste un servizio che permette di guardare i film in streaming usando Torrent”, un interessato ci avrebbe impiegato forse 2 secondi a scoprire il nome di Popcorn Time. Solo che avrebbe faticato a leggere il pezzo perché avrei dovuto continuare a riferirmi al “servizio che permette di guardare i film in streaming usando i torrent”. Ho descritto “quel servizio” perché è L’UNICO nel suo genere.
La brillante Efe Bal ha fatto una grande protesta di fronte alla sede del Corriere, un paio di settimane fa. I giornali ne hanno parlato. Benché fosse una prostituta che non ha mai pagato le tasse (perché non poteva, ma questo non toglie che abbia evaso, anche se controvoglia). Benché fosse nuda per strada (e anche questo mi risulta sia un reato). Eppure è evidente che l’articolo che il Corriere le ha dedicato non fosse una pubblicità alla signora Bal, né tantomeno lasciava trapelare alcuna forma di approvazione per quello che stava facendo (lì, nuda). Si tratta semplicemente di riportare la notizia. Anche se non si condivide quello che il protagonista di quella notizia ha fatto.
Efe Bal protestava per la legalizzazione della prostituzione in Italia. Il Corriere non ha di certo approvato il metodo, ma ne ha approfittato per parlare della questione cruciale. Popcorn Time permette di guardare film illegalmente. Noi non approviamo il metodo, ma ne approfittiamo per parlare della situazione del cinema.
@Lorenzo Paletti:
va bene. come credi. secondo me non è per niente la stessa cosa, ma contento te…
Grazie dell’articolo!
Popcorn time è una bomba!