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Lavoro in Cina: un documentario BBC accusa ancora Apple

Nuovi guai per quanto riguarda Apple e le condizioni di lavoro dei lavoratori cinesi delle catene di assemblaggio dei suoi prodotti di punta. Questa volta il dito è puntato contro Pegatron, grande azienda con sede a Shanghai, e l’accusa viene addirittura da una serie di inchieste della BBC, che ha inviato reporter sotto copertura proprio nella sede.

Il risultato dell’inchiesta è sconfortante: come documentato dall’emittente inglese, Pegatron sfiniva i propri lavoratori con massacranti turni, non concedeva pause di riposo, non corrispondeva denaro se i lavoratori frequentavano corsi di aggiornamento obbligatorio e forniva pessimi dormitori. Apple ha già risposto alle accuse affermando che sono “infondate“, che la questione dei dormitori è stata risolta tempo fa e che i fornitori sono obbligati a pagare i lavoratori durante le riunioni obbligatorie.

Non conosciamo azienda che faccia più di Apple per assicurare condizioni di lavoro giuste e sicure“, ha replicato Apple. “Collaboriamo con i fornitori per risolvere i vari deficit, e ne vediamo i miglioramenti giorno dopo giorno. Sappiamo però che il nostro sforzo non termina mai“.

I reporter della BBC, nei servizi visualizzabili sul sito web dell’emittente inglese (ma solo all’interno del Regno Unito), hanno rilevato infrazioni relative al lavoro minorile, turni estenuanti (il più lungo documentato di 16 ore) ed interi periodo di lavoro senza sosta (18 giorni senza pause, ad esempio). Anche qui Apple ha risposto, affermando di monitorare continuamente i turni di lavoro dei dipendenti di Pegatron, registrando le ore medie settimanali in modo che non si superino determinate soglie.

Insomma, ancora una volta Apple è presa di mira su un punto delicatissimo per l’azienda; nel corso degli scorsi anni il centro dell’attenzione è stato spesso l’azienda cinese Foxconn, con Apple che dal 2012 era scesa direttamente in azione promuovendo una serie di standard di sicurezza e tutela dei lavoratori per ribattere alle profonde critiche degli enti umanitari di mezzo mondo.

Un altro problema di questo tipo, inoltre, potrebbe essere presente nelle miniere di rifornimento di stagno, da cui Apple ricava il materiale per la produzione dei propri prodotti, sempre documentato dai reporter BBC. Sebbene Apple sia alla guida di un processo di “estrazione responsabile delle risorse“, i giornalisti hanno sottolineato come non è raro che nella filiera di estrazione e produzione si ritrovi talvolta il prodotto di miniere e cave abusive in Indonesia, che sfruttano manodopera infantile. Il consiglio secco offerto all’azienda, per evitare ancora una volta polemiche, è quello di astenersi dall’importazione di materiale da questi luoghi.

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Pasquale Cacciatore

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