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Move to iOS, l’app di Apple bombardata da recensioni negative su Play Store

Era inevitabile considerato quanto è accesa la “rivalità” tra utenti iOS e Android. Move to iOS, la prima applicazione pubblicata da Apple su Google Play Store, è stata oggetto di feroci critiche da parte degli utenti che posseggono uno smartphone con sistema operativo del robottino verde. Basta collegarsi infatti alla pagina ufficiale del prodotto per leggere “opinioni” negative di qualsiasi tipo.


Il leitmotiv è sempre lo stesso: Apple alla “frutta”, insulti agli utenti iOS “colpevoli” di acquistare uno smartphone che non permette di espandere la memoria o dall’hardware considerato non all’altezza e via discorrendo. L’aspetto divertente della vicenda è che per recensire l’applicazione è obbligatorio installarla, incrementando comunque il numero dei download anche se l’intenzione è semplicemente quella di lasciare un commento negativo abbastanza gratuito.

Al momento in cui scriviamo, i voti hanno una media di 2 stelle su 5, con ben 15.759 utenti che hanno votato una sola stella e 3.251 che invece hanno assegnato il giudizio massimo, apprezzando apertamente anche con commenti la possibilità di scelta che viene offerta agli utenti Android che, per un motivo o per un altro, hanno bisogno di passare i loro dati a uno smartphone Apple.

Ma c’è un altro aspetto che vale la pena sottolineare: la reale provenienza dell’applicazione. Ufficialmente si tratta effettivamente della prima app sviluppata dal colosso di Cupertino per lo store del rivale numero uno ma, come fa notare il portale Phandroid, potrebbe semplicemente trattarsi del riadattamento di un’applicazione già esistente. Nello specifico, si parla di Copy my Data, una delle due applicazioni offerte da Media Mushroom progettate appositamente per trasferire dati e informazioni tra due dispositivi.

L’altra si chiama Device Switch ed è disponibile sia su App Store sia su Google Play. Phandroid ha scoperto nel codice sorgente di Move to iOS alcuni riferimenti a Copy my Data, suggerendo che Apple abbia semplicemente ottenuto la licenza per utilizzare e rinominare l’applicazione, senza occuparsi direttamente dello sviluppo. Ipotesi in fondo non del tutto improbabile: massimo risultato col minimo sforzo.

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Giovanni Ferlazzo

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