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Motorola vuole il 2,25% del fatturato iPhone?

Venerdì scorso, a seguito di un’ingiunzione emessa dal Tribunale Regionale di Mannheim, Apple ha brevemente interrotto la vendita dei dispositivi iOS (escluso l’iPhone 4S) in Germania. Inizialmente si è pensato ad una immediata attivazione del blocco, ma poi nel giro di poche ore tutto è tornato alla normalità con la sospensione dell’ingiunzione grazie al ricorso in appello da parte dei legali Apple.
Nella sua dichiarazione ad All Things Digital una portavoce di Cupertino ha specificato la ragione del ricorso: Apple ha più volte tentato di ottenere in licenza la tecnologia di Motorola, ma l’azienda non ha offerto condizioni giuste e commisurate al valore del brevetto in questione, che per altro copre uno standard del settore.
L’esperto di proprietà intellettuale Florian Mueller ha incrociato vari documenti, ricercato e scartabellato finché non ha scoperto, avvenimento più unico che raro, i termini della richiesta di Motorola ad Apple: il 2,25% del fatturato che l’azienda ha generato con l’iPhone fin dal lancio.
Quel 2,25% salta fuori da una lettera inviata dallo studio Badhele Pagenberg di Monaco ad uno degli avvocati della firm Quinn Emmanuel, di cui Motorola è cliente in Germania. E’ raro che un dato così importante salti fuori in chiaro, ma sta di fatto che la lettera non lascia molti dubbi: “uno dei problemi considerati potrebbe consistere nel determinare se la royalty del 2,25% richiesta dal nostro cliente Motorola sia un’offerta FRAND”. Tenendo conto delle revenue iPhone dal 2007 ad oggi, quella percentuale corrisponderebbe ad un contributo parecchio oneroso: 2,08 miliardi di dollari. Non è chiaro se la cifra si riferisca al singolo brevetto oppure a tutti i brevetti “FRAND” che Motorola sta utilizzando contro Apple in giro per il mondo. In ogni caso, dice Mueller, “la richiesta appare comunque eccessiva”.
I brevetti “FRAND” coprono tecnologie ritenute “standard” per una data industria e i detentori di tali patents sono obbligati ad offrirli in licenza secondo termini che siano allo stesso tempo equilibrati, non eccessivamente onerosi e soprattutto non discriminanti verso un singolo soggetto. In poche parole tutti i concorrenti devono ricevere lo stesso trattamento.

Per questo motivo Apple ha attivato una serie di richieste presso varie corti per scoprire i termini con cui Motorola Mobility ha disposto la concessione in licenza dello stesso brevetto (o dei brevetti) ad altre compagnie quali Nokia, HTC, LG ed Ericsson. Nel caso Motorola stia cercando di ottenere da Apple più del dovuto, rendendo di fatto impossibile il raggiungimento di un accordo sulla licenza dei brevetti, i legali di Cupertino avrebbero fra le mani un’ottima arma legale da utilizzare per ribaltare la sentenza di Mannheim presso l’Alta Corte Regionale di Karlsruhe.

Redazione

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