Microsoft ha annunciato ieri che Steven Sinofsky, presidente della divisione Windows e Windows Live, lascerà l’azienda. E’ una notizia bomba, paragonabile in tutto e per tutto al divorzio fra Scott Forstall ed Apple, tanto che qualche malalingua potrebbe suggerire che Redmond non ha potuto fare a meno di copiare Cupertino anche in questo caso.
Sinfosky abbandona il proprio posto con effetto immediato, a seguito di quella che viene definita come una decisione condivisa fra l’alto dirigente e il CEO Steve Ballmer.
I parallelismi con la “cacciata” di Scott Forstall non sono casuali tanto che i motivi di fondo che hanno portato all’addio di Sinofsky sono riconducibili, anche in quest’occasione, a problemi caratteriali e di confronto con il resto dell’executive team di Microsoft.
“Per quanto ne venga riconosciuto il grande talento,” scrive AllThingsD, “il top level di Microsoft non vedeva in Sinofsky il tipo di giocatore di squadra che l’azienda sta cercando”.
E ancora: così come Forstall ha contribuito ai grandi cambiamenti Apple nel corso degli ultimi anni, con il suo ruolo fondamentale nella creazione e nello sviluppo di iOS, così Sinofsky ha risultati importanti alle spalle in quel di Redmond.
L’ormai ex-dirigente Microsoft ha guidato gli sviluppi più recenti del pacchetto Office, con l’introduzione della nuova interfaccia basata sul “Ribbon” ed ha poi preso in mano la Windows dopo il fiasco di Vista. Ha traghettato la divisione verso il lancio di Windows 7, da più parti riconosciuto come un buon passo avanti rispetto al predecessore.
A Sinofsky è stato dato un ruolo di primo piano anche durante i recenti eventi per l’introduzione di Microsoft Surface e Windows 8. Ciò nonostante il suo allontanamento arriva a pochissimo tempo dal lancio di entrambi i prodotti e non è ben chiaro se possa avere a che fare con eventuali divergenze sul loro futuro.
Infine, proprio come Forstall, una delle “colpe” che vengono attribuite a Sinofsky è quella di dirigere in maniera un po’ troppo “politicizzante” con forti contrasti e un’eccessiva “faziosità” interna.
Da questo punto di vista, però, è interessante il parere espresso su Forstall da Michael Lopp.
Forstall, dice, era la migliore approssimazione di Steve Jobs rimasta alla Apple, perché “l’innovazione non nasce da un comitato; l’innovazione è una lotta. E’ incasinata, qualcuno muore, ma quando la battaglia è finita è stato raggiunto qualcosa di significativo a livelli inimmaginabili”.
Chissà che anche per Sinofsky il problema non fosse simile: un dirigente di notevole talento, con conoscenze e capacità di primo livello nell’ambito software, ma con un carattere polarizzante e troppo “innovativo”. Inadatto in particolare per un’azienda che Ballmer vuole continuare a guidare sotto uno stretto regime di innovazione controllata.
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Anche Sinofsky potrebbe essere adatto a diventare un futuro CEO apple like-Steve.
Cosa comunque improbabile, almeno per ora dato che la linea scelta da cupertino è di non accentrare il potere in mano ad un dirigente "dittatoriale".
Vedremo se la linea pagherà o se in futuro si tornerà indietro.
Potrebbe proporre a Forstall di metter su loro una società :)
La cosa che mi ha lasciato stupido di questa notizia è l'effetto immediato del suo allontanamento... non c'è il rischio, come con Forstall, che Sinofsky porti i "segreti" di Microsoft da qualche altra parte?