Il film Steve Jobs di Aaron Sorkin ha vissuto un lungo e travagliato periodo di pre-produzione durante il quale l’autore e la casa di produzione hanno faticato a trovare un regista e un attore protagonista disposti a prendersi in carico i due importanti ruoli nel film ispirato alla biografia di Walter Isaacson.
Ora scopriamo che Laurene Powell, moglie di Steve Jobs al momento della sua morte, avrebbe combattuto contro il film di Sorkin in tutti modi, arrivando perfino a chiedere a Christian Bale e Leonardo DiCaprio di non prendere parte nella produzione di Sony.
A scriverlo è The Hollywood Reporter, che racconta come la vedova di Jobs avrebbe contattato i due attori chiedendo loro di non accettare la parte offerta per il film di Sorkin. Come raccontato da una fonte della rivista che ha lavorato al film:
Sin dall’inizio della produzione, Lauren Jobs ha cercato di fermare questo film, OK? Laurene Jobs ha telefonato a Leonardo DiCaprio e gli ha detto ‘Non farlo’. Laurene Jobs ha chiamato Christian Bale e gli ha detto ‘Non farlo’.
DiCaprio, Bale e Powell Jobs non hanno rilasciato commenti riguardo queste accuse, ma un produttore di Sony ha confermato la storia:
Da quanto mi è dato di capire, Lauren avrebbe telefonato ad un paio degli attori.
La storia pubblicata da The Hollywood Reporter è confermata anche da un articolo del Wall Street Journal, che pochi giorni prima aveva scritto di come Lauren avrebbe cercato di fermare la produzione del film contattando direttamente i piani alti di Sony e Universal Pictures, oltre che rifiutandosi di avere alcun contatto con i membri della produzione del film.
Lauren Powell, insieme ad altri alleati della famiglia Jobs come Bill Campbell e Tim Cook, hanno ripetuto che il modo in cui Jobs viene descritto nei film di questi anni è crudele e senza anima, limitandosi a mostrare un aspetto del suo carattere e dando poca importanza alle rivoluzioni tecnologiche introdotte nel mondo dal suo genio. Campbell, amico di Jobs ed ex-membro del consiglio di amministrazione di Apple, ha dichiarato
Una intera generazione penserà a lui in un modo diverso se la sua personalità viene riportata in un film in modo negativo.
Ma la realtà è che Lauren Powell, Tim Cook e Bill Campbell non possono farci niente. Quello di Sorkin e Boyle è un film, non un report giornalistico. E come tale è libero di interpretare come meglio preferisce la vita di Jobs e il suo carattere. Se poi il pubblico della nuova generazione sceglierà di vedere il film come un racconto biografico della sua vita, sarà una scelta del pubblico stesso, e non dei suoi autori.