La lettera di Taylor Swift contro Apple Music riguardo i tre mesi di prova del servizio è stata scritta all'oscuro dell'etichetta discografica e del produttore di Swift.
Apple Music permette di provare gratuitamente il servizio per tre mesi. Apple aveva originariamente intenzione di non pagare gli artisti per gli ascolti effettuati durante il periodo di prova, ma dopo una battaglia combattuta dalle etichette discografiche culminata in una lettera aperta di Taylor Swift, Cupertino ha dovuto cedere e accettare il pagamento delle royalities anche durante il periodo di prova.
Ora si scopre che la lettera scritta da Taylor Swift sarebbe stata redatta all’insaputa della sua etichetta discografica. A raccontarlo è Scott Borchetta, a capo di Big Machine Records e primo produttore di Taylor Swift (che l’ha scoperta a 14 anni). Durante la Brainstorm Tech Conference organizzata da Fortune, Borchetta ha spiegato che la lettera sarebbe stata pubblicata senza che lui o l’etichetta sapessero nulla dei piani dell’artista.
Borchetta stava già discutendo con Apple riguardo la questione del pagamento nel periodo di prova, ma Swift non sapeva nulla dei suoi sforzi per convincere Cupertino a firmare un accordo diverso da quello proposto in origine. Borchetta è stato colto di sorpresa quando ha letto la lettera di Swift, ma ammette di non essere stato affatto deluso dalla mossa dell’artista, che ha costretto Apple a cambiare strada:
Mi ha mandato un messaggio dicendo: “Non essere arrabiato”, insieme al link. Era in Europa. Io le ho risposto scrivendole: “Non hai idea di quanto sia buono il tuo tempismo in questo momento”.
Solo poche ore dopo la pubblicazione della lettera di Taylor Swift, il Senior VP di Apple per i servizi Internet Eddy Cue ha dichiarato tramite un tweet di avere intenzione di pagare gli artisti anche durante il periodo di prova di Apple Music:
Stavamo tutti combattendo la stessa battaglia. Taylor ci ha spinti oltre il confino. Ha reso loro coscienti del fatto che non era una questione che riguardava solo noi dirigenti. A volte è bene che anche gli artisti si facciano sentire.
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