Su App Store è quasi diventata la norma. Stiamo parlando delle applicazioni gratuitamente scaricabili che contengono contenuti aggiuntivi da acquistare al loro interno. I cosiddetti acquisti in-app tanto popolari sui dispositivi mobili iOS e Android sono ora al vaglio della Commissione Europea.
La CE intende scoprire se Google e Apple hanno preso delle soluzioni in grado di garantire la protezione dei loro utenti, in particolare dei più piccoli, che potrebbero scivolare nell’errore di acquistare un milione di Puffragole con la carta di credito di mamma e papà.
Neven Mimica, responsabile per la Consumer Policy alla Commissione Europea, ha commentato:
I consumatori e in particolare i bambini hanno bisogno di una maggiore protezione nei confronti dei costi aggiuntivi inaspettati degli acquisti in-app. Le autorità nazionali e la Commissione Europa stanno discutendo con l’industria per scoprire come risolvere questa situazione che non è solo frutto di problemi economici per i consumatori, ma può anche mettere a repentaglio la credibilità di un mercato molto promettente. Ideare soluzioni funzionanti in tempi brevi sarebbe una vittoria per tutti.
La Commissione Europea si concentrerà su quattro problemi principali: la falsa pubblicità che descrive come “gratuiti” giochi che sono in realtà freemium (ovvero con contenuti da pagare in-app), l’utilizzo di pubblicità e acquisti in-app direttamente mirati ai bambini, l’inserimento di un esplicito processo di approvazione all’acquisto anche per gli acquisti in-app e la creazione di una casella mail per ogni compagnia che permetterà agli utenti di lamentare pagamenti non approvati.
Apple è recentemente scesa a patti con la U.S. Federal Trade Commission, accettando di rimborsare le spese dei bambini che avevano acquistato migliaia di dollari in prodotti virtuali. Lo stesso era successo nel 2011 con una class-action dei genitori che si erano ritrovati a pagare, per la prima volta, somme esorbitanti per gli acquisti effettuati dai loro figli in giochi come Tap Fish.
Apple ha introdotto gli acquisti in-app con iOS 3.0, ma è stato solo in iOS 4.3 che le transazioni in-app hanno cominciato a richiedere la password dell’Apple ID per ogni acquisti.
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