iWatch userà sensori ottici per misurare battito cardiaco e ossigeno

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Rimane ancora da capire quali saranno le funzioni di iWatch. Lo smartwatch che si starebbe progettando nei laboratori di Apple potrebbe rivelarsi una semplice estensione di iPhone, ma molti indizi indicano che potrebbe concentrarsi soprattutto sul monitoraggio delle abitudini di un utente per scoprire quanto e come si muove nel corso di una giornata. Ora una voce che arriva dall’Electrical Engineering Times dice che iWatch misurerà battito cardiaco e livelli di ossigeno tramite un sensore ottico.

L’implementazione di sensori per il battito cardiaco e l’ossigeno era già stata vociferata, e l’utilizzo di un sistema ottico sembra la scelta più logica. Proprio sensori di questo tipo vengono utilizzati nei pulsossimetri. Due onde elettromagnetiche vengono inviate sulla pelle dell’utente. In base alla variazione nell’assorbimento di queste onde, il sistema è in grado di riconoscere il grado di saturazione di ossigeno nel sangue. Insomma, è possibile conoscere dati sensibili riguardo la situazione del proprio sistema vascolare senza doversi bucare un braccio o un dito.

La misura della frequenza cardiaca tramite un sistema ottico è invece una invenzione di ultima generazione, inclusa in sensori dell’ultima ora come Mio Alpha. Mentre i precedenti sensori per la misura del battito cardiaco utilizzavano un laccio legato attorno al braccio, i sensori ottici studiano la variazione nei vasi capillari per ricavare informazioni sul ritmo del battito.

Che i sensori ottici siano l’opzione più sensata lo ha confermato anche il CEO di Mio Liz Dickinson, che ha però messo in guardia:

Usare sensori ottici richiede un tipo di design molto specifico. Il sensore ha bisogno di essere in stretto contatto con la pelle e non deve essere in grado di muoversi. Forse ad Apple non importa dell’accuratezza della misura durante il moto, ma quando la misura viene presa, per esempio quando l’utente è fermo, è necessario che il sensore sia a contatto della pelle.

A questo si aggiungono problemi legati alla misura di interferenze, come il movimento dell’utente, che possono falsare la misura. Per questa ragione Mio contiene accelerometri che, abbinati ad un preciso algoritmo, filtrano eventuali disturbi nella misura.

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