Jonathan Ive parla di Tim Cook e di come è cambiata la compagnia sotto la sua guida. Anzi, di come non è cambiata, perché non ha perso il suo obiettivo principale, l'innovazione.
Tim Cook ha 53 anni. Tre anni fa, dopo la morte di quello che è stato il fondatore e l’emblema di Apple, Steve Jobs, ha preso le redini della compagnia, cercando di ampliare il brand e le politiche secondo le sue visioni personali. Non è difficile, infatti, trovare in Cook una particolare attenzione per temi come l’ambiente o i diritti gay, elementi che in Apple non avevano mai trovato una concentrazione simile. Ma a parte tutto questo, cosa è cambiato nell’azienda di Cupertino dal momento in cui la guida di tutto è passata a Cook? Ci pensa Jony Ive, storico design della compagnia, a parlarne, in alcune dichiarazioni rilasciate al The New York Times.
Jonathan Ive, che è una delle figure più amate e simboliche in Apple (non diciamo quanto Steve Jobs, ma ha la sua importanza), è sicuro del fatto che con Tim Cook la compagnia non abbia perso la sua missione centrale, l’innovazione. “Onestamente, penso che non sia cambiato nulla”, ha affermato, includendo anche l’eccitazione generale per il reveal di un prodotto nuovo. “La gente si sente esattamente come quando stavamo lavorando su iPhone”.
“È difficile per tutti noi essere pazienti”, ha aggiunto poi, “è stato difficile per Steve, è difficile per Tim”.
C’è un mito, inoltre, una sorta di leggenda che voleva fosse Steve Jobs il cuore del processo creativo di Apple, l’innovatore assoluto della compagnia. È sempre Ive a parlarne e a fare qualche confronto con l’attuale CEO: “Steve stabiliva una serie di valori, preoccupazioni e toni che si sono rivelati estremamente duraturi”. Se Steve Jobs era un maniaco del design, continua Ive, Cook prende le cose con più attenzione, in modo più cauto, e necessità di più tempo. “Questo dimostra che sa che è importante”.
Secondo voi, invece, cosa è cambiato in Apple con la leadership di Tim Cook?
via | NY Times