I rappresentanti della International Federation of the Phonographic Industry (IFPI) hanno annunciato che le vendite di contenuti musicali su iTunes Store individuano una buona fetta del mercato musicale statunitense durante tutto il 2009, nonostante la ancora forte concorrenza delle vendite “tradizionali”, ovvero l’acquisto di supporti (cd, dvd, ecc.) presso negozi fisici.
Il contributo di Apple e del suo store online (attraverso il quale avvengono il 69% delle vendite online) ha permesso all’azienda stessa di aumentare dell’1,1% le vendite interne di contenuti musicali e del 9,2% le vendite digitali a livello internazionale, portando a 4,3 miliardi di dollari il valore del settore musicale su scala globale.
Tuttavia, nonostante la forte spinta che Apple applica in tale direzione, il settore musicale in toto non riesce a superare la crisi; si parla di una caduta del 7,2%, stimata attorno ai 17 miliardi di dollari, una cifra da capogiro. Del resto, che il settore musicale fosse in crisi non è una novità: dal 1999 ad oggi, anno dopo anno, il trend è sempre stato negativo. Secondo la IFPI, uno dei “più grandi ostacoli” che ha favorito la crisi del settore musicale è la pirateria (on-line e non). La speranza è che le misure cautelative messe in atto da tutti gli stati nazionali nei confronti di chi infrange i diritti di copyright possano risollevare i profitti e trascinare il mondo della musica lontano da questa crisi decennale.
Nonostante Apple rappresenti uno dei maggiori leader nel settore della vendita di contenuti musicali online, occorre ricordare che l’azienda di Cupertino non è sola: anche Amazon e Microsoft, con le loro rispettive piattaforme, possiedono una piccolissima fetta di mercato, anche se è difficile stimarne le dimensioni per la mancanza di dati ufficiali sulle vendite.
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