Altra brutta faccenda da affrontare in casa Apple, visto che negli ultimi giorni è stata avviata una nuova class action negli Stati Uniti verso il produttore americano. Tutti nasce dai prodotti sostitutivi che la mela morsicata invia ai proprio utenti che si rivolgono all’assistenza, con inevitabili richiami anche per quanto concerne Apple Care+.
Sostanzialmente, ad Apple viene imputato di fornire ai propri utenti degli iPhone 6S (e predecessori) ricondizionati, contrariamente a come dovrebbero andare realmente le cose in questo frangente.
Ecco quanto trapelato a proposito di questa nuova iniziativa che ha preso piede negli Stati Uniti proprio in queste ore, creando un vero e proprio polverone anche in altri angoli del mondo:
“I piani Apple affermano di fornire ad Apple dispositivo che sono “equivalenti a quelli nuovi in termini di prestazioni e affidabilità.” Intendendo con “nuovo” dei prodotti rimessi a nuovo che non possono mai essere equivalenti al nuovo in termini di prestazioni e affidabilità. I querelanti sostengono che “rimessi a nuovo “significhi piuttosto “ricondizionato” e un dispositivo simile è solo un’unità di seconda mano modificata per sembrare nuova […].
“Nuovo” significa un dispositivo che non sia mai stato utilizzato o precedentemente rivenduto, e consiste di componenti tutte nuove. La parola “ricondizionato” compare soltanto una volta nei Termini e Condizioni di AppleCare+ nonostante il libretto stampato arrivi a ben 33 pagine”.
Insomma, una questione che potrebbe avere conseguenze negative per Apple soprattutto per quanto concerne la sua immagine, oltre ovviamente agli effetti diretti che rischiano di essere registrati sulle vendite degli iPhone 6S e dei suoi predecessori. Staremo a vedere quali saranno le contromisure da parte dell’azienda nelle prossime settimane.