Il mese scorso il giudice Richard Posner ha cancellato il processo tanto atteso quanto imminente fra Apple e Motorola Mobility, uno degli atti più importanti dello scontro legale internazionale fra Cupertino e i propri concorrenti.
Ora il Giudice, giurista di fama “federale”, che non disdegna le chiacchierate con la stampa, ha concesso un’intervista a Reuters in cui dice la sua, senza mezzi termini, sui brevetti software.
Il succo del Posner-pensiero nell’ambito dei brevetti è che dei brevetti sul software potrebbe in generale non esserci alcuna necessità perché quello del mobile è un settore in cui gli investimenti vengono ripagati in termini di velocità ad arrivare sul mercato. Chi riesce ad innovare per primo, insomma, vince, e non ha troppo bisogno di una tutela sulle proprie invenzioni “software”.
Questo concetto non vale, secondo il giudice, per altri settori. Come quello farmaceutico, ad esempio, in cui gli investimenti necessari per arrivare al brevetto di nuove formule sono notevolmente maggiori rispetto agli investimenti necessari per l’innovazione in ambito software.
Ma se Posner ha delle opinioni molto precise sul perché il sistema dei brevetti americano dovrebbe essere riformato per non dare più un’importanza così preponderante ai brevetti sul software, il giudice non biasima le strategie di Apple né quelle dei concorrenti.
“Come in una giungla” dove vige la legge del più forte è bene che le aziende possano sfruttare tutti gli strumenti che l’ecosistema mette a disposizione dei “contendenti”, compresi i brevetti software che, al di là dell’opinione personale del giudice, hanno ancora un pieno valore legale.
Quello che il giudice può fare, ed è quello che Posner ha fatto, è imporre il proprio arbitrio. Che può risultare in decisioni come quella presa per il caso Motorola.
L’aspetto più curioso della vicenda è che Posner, come di suo diritto, ha chiesto volontariamente di essere assegnato al caso, per il suo interesse personale verso la questione dei brevetti.
La decisione di non concedere ad Apple l’ingiunzione sui prodotti Motorola e di bocciare le richieste di Motorola basate invece su brevetti FRAND (strategici per il settore e sottoposti a regole di cessione della licenza ferree e uguali per tutte) è stata inevitabile vista la debolezza dei rispettivi claim.
Così come è stato inevitabile l’annullamento di un processo che a Posner, per sua stessa ammissione, sarebbe piaciuto moltissimo presiedere. “Non credo sia il caso di fare un processo solo per divertirmi”, ha chiosato il giudice.
L’intervista, disponibile sul sito di Reuters nella sua interezza, contiene ottimi spunti per chi fosse interessato all’annosa questione dei brevetti software. Lettura consigliata.
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