Nella controquerela il dirigente elenca tre motivi che renderebbero a suo parere infondata la procedura imbastita da IBM: l’accordo di non concorrenza fra Papermaster e l’azienda vale solo nello stato di New York mentre il luogo effettivo di lavoro del dirigente era il Texas e Apple ha sede in California; l’accordo prevede l’obbligo ad un periodo “sabbatico” troppo lungo che rischierebbe di svalutare seriamente la professionalità di Papermaster, che non avrebbe modo di aggiornarsi in maniera costante; Apple e IBM, in ogni caso, non sono concorrenti e l’interpretazione dello status di “azienda concorrente” da parte di IBM è troppo ampia.
La somma dell’indennizzo è stata decisa direttamente dal giudice Karas (lo stesso che ha impedito ad Apple di assumere Papermaster finché la causa non verrà condotta a termine) il quale ha puntualizzato la discrezionalità del magistrato nella definizione di questo genere di risarcimenti “preventivi”. Domani i legali delle due parti si incontreranno in tribunale per la status conference di rito, il meeting degli avvocati preliminare al processo previsto dall’ordinamento statunitense.
Non è detto che già domani gli avvocati di IBM non provvedano a rivedere le proprie posizioni. Seppure i tre milioni di indennizzo sono briciole rispetto alla potenziale perdita di know-how rappresentata dall’assunzione di Papermaster presso un’azienda ritenuta concorrente, la decisione della corte potrebbe suggerire ad IBM che la direzione presa dal procedimento è ben diversa da quanto preventivato.
Quante balle… invece di buttar via quintali di soldi in avvocati, basterebbe assumere un altra persona. Me, ad esempio… ;-)
Mancava l’apostrofo tra un e altra. Scusate.