Continuano le proteste di Greenpeace contro Apple

di Redazione 2

Continuano le azioni di attivisti di Greenpeace contro Apple, con lo slogan “How Clean is Your Cloud?” (Quant’è pulita la tua nuvola ?).

A Cupertino hanno proiettato grandi immagini sull’edificio principale della Apple. Quattro attivisti si sono vestiti da iPhone e via dicendo con azioni clamorose che meriterebbero bersagli più credibili. Peccato che tanto attivismo (probabilmente sincero) sia usato così male, e indirizzato contro il bersaglio sbagliato. Azioni ad effetto, “Quant’è pulita la tua nuvola ?”. Ma quant’è pulita la protesta?

Una protesta che colpisce una ditta, quella del compianto Steve Jobs, ed ora di Tim Cook, che ha sempre avuto un’anima sinceramente ecologica, e che proprio col progetto di Maiden s’era data da fare per rendere il suo data center il più ecologico possibile. Viene colpita proprio sul suo progetto più ecologico. Un assurdo.

Non è colpa di Apple se il sole non splende di notte, e anche di giorno è soggetto alle bizzarrie del tempo, e delle nuvole (quelle vere, che si frappongono tra i pannelli e il sole) e quindi bisogna – per forza – prevedere “anche” altre fonti energetiche se non si vogliono rischiare devastanti blackout. Gli utenti di Cloud, sparsi per il mondo, quando si collegheranno non si informeranno prima se, in quel momento, ci sarà il sole nel cielo della Carolina del Nord…

Ma a parte considerazioni del genere (ne potremmo fare molte), i calcoli di Greenpeace per il centro dati di Maiden sono sbagliati ed arbitrari, dice Rich Miller:

Se l’uso dell’energia da parte di Apple a Maiden venisse aggiustato da 100 megawatts a 20 megawatts, quale sarebbe il punteggio di Apple Clean Energy Index? Ho posto questa questione a Gary Cook, ma non ho ancora ricevuto risposta.

Questo Gary Cook non ha nulla a che fare con Tim Cook, ma è il personaggio di Greenpeace che ha fatto calcoli poco realistici, secondo Miller, attribuendo a Maiden un consumo di 100 megawatts invece di 20. Attribuendo invece il giusto valore, le cose cambierebbero molto d’aspetto.

Nell’articolo di Rich Miller potete trovare molti commenti interessanti, alcuni di Miller stesso. Notate anche questo commento di melgross:

Sono stato uno dei primi membri di Greenpeace, ma ho lasciato l’organizzazione 20 anni fa. Sfortunatamente sono molto più interessati alle loro proprie fortune, oggigiorno, che alla verità. Vedo una certa quantità di errori nei loro report, e non sembrano interessati a correggerli. (…) E’ molto improbabile che Apple avrebbe stabilito che avrebbe usato per il suo impianto 20MW quando Greenpeace dice 100, se non fossero sicuri dei loro numeri. Stime di questi numeri, fatte dal di fuori, sono molto problematiche.

Notate come Greenpeace, da fuori, pretenderebbe di conoscere i dati meglio di Apple, sulla base di stime fatte sulla falsariga di data center vecchi, mentre questo data center è stato invece costruito con nuovi sistemi e con grande attenzione all’impatto ambientale.

È proprio questo l’assurdo, uno si prende gran cura dell’impatto ambientale, e altri, per motivi sui quali non intendo entrare, attaccano proprio questo impianto, così attento ai problemi ambientali, accusandolo di essere addirittura tra i peggiori. Greenpeace dimostra, ancora una volta, di non tener alcun conto degli sforzi che si fanno in favore dell’ambiente.

 

Commenti (2)

  1. Il Global Renewable Energy Index è quasi alla bancarotta:
    http://wattsupwiththat.com/2012/05/17/the-global-renewable-energy-index-is-crashing/
    leggete l’articolo, in fondo al quale c’è il lungo elenco di ditte che hanno investito nelle rinnovabili e sono fallite.
    Spero che la faranno finita con questi indici che vorrebbero condizionare gli investimenti (in genere portandoli fuori dal mercato, e destinandoli a probabili fallimenti)

  2. Da che pulpito viene la predica ? Sembrerebbe da un pulpito piuttosto ipocrita, fino a prova contraria:
    http://www.ecologiae.com/greenpeace-facebook-carbone/21407/

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