È arrivato Google Drive, ma non è un clone di Dropbox

Google ha lanciato ieri l’atteso Google Drive e se non ve ne siete accorti, beh allora non vi siete persi niente ma significa anche che vi siete isolati dal mondo per 24 ore almeno, visto che ne hanno parlato tutti.

Qui su TheAppleLounge ne parliamo anche perché Google ha lanciato un’app per Mac e ha rimandato di qualche settimana l’uscita delle versioni iOS, probabilmente per dare più visibilità alla controparte Android.

Questo articolo non è una recensione del servizio, ma più che altro una prima impressione e uno stimolo a considerarlo “innovativo” nonostante sia arrivato solo ieri.

Partiamo col dire che, nonostante tutto, Google Drive non è un clone di Dropbox. Sì, crea una cartella nel sistema e possiamo caricarci dei file, ma le somiglianze finiscono lì, dato che Google ha rischiato aggiungendo alcune funzionalità in più. Innanzitutto, al di là della semplice archiviazione, Drive rende semplice la collaborazione per file specifici (in pieno stile Google Docs) e supporta più di 30 formati nativamente (tra cui Photoshop e Illustrator) permettendoci di aprirli all’interno del browser, senza la necessità che il programma sia installato nel Mac.

In più, ci sono già diverse applicazioni (tra cui l’italiana Balsamiq!) da usare all’interno di Drive per creare mockup di siti web, mappe mentali, firmare documenti e via di questo passo.

L’account gratuito ci offre ben 5 GB di spazio di archiviazione, e i documenti di Google Docs non vengono conteggiati, ma i costi per eventuali upgrade sono decisamente economici. Partiamo dai 25GB venduti a una cifra simbolica di $ 2,49 al mese che portano anche Gmail a quota 25GB (quindi, avremo 30GB per Drive e 25GB per Gmail).

Per adesso, anche se tantissimi non hanno impiegato più di 5 secondi a bollarlo come “il clone di Dropbox”, mi sento di dirvi di provarlo almeno per qualche settimana; al di là dell’archiviazione, Drive offre molte funzionalità interessanti per poter collaborare (anche tra Mac e PC) che non vanno sottovalutate.

Se non fosse per la testardaggine con cui Google+ è stato inserito anche qui, mi verrebbe da considerare Drive il passo in avanti più deciso che Google abbia mai fatto verso il cloud computing.

2 commenti su “È arrivato Google Drive, ma non è un clone di Dropbox”

  1. Ciao Gabriele,
    sono d’accordo sul fatto che google drive non sia un clone didropbox, forse è peggio.
    Letto, per caso i termini di utilizzo?
    “When you upload or otherwise submit content to our Services, you give Google (and those we work with) a worldwide license to use, host, store, reproduce, modify, create derivative works (such as those resulting from translations, adaptations or other changes we make so that your content works better with our Services), communicate, publish, publicly perform, publicly display and distribute such content. The rights you grant in this license are for the limited purpose of operating, promoting, and improving our Services, and to develop new ones.”

    http://www.theverge.com/2012/4/25/2973849/google-drive-terms-privacy-data-skydrive-dropbox-icloud?utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter

    Fabio

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