Il suo scopo principale è quello di evitare che applicazioni malevole siano installate (con o meno l’approvazione dell’utente) sui computer prodotti dall’azienda di Cupertino, recentemente attaccati da malware e virus (ricorderete la vicenda Flashback). Se da un lato GateKeeper permette agli utenti di essere più tranquilli, dall’altro costringe indirettamente gli sviluppatori a dover sottostare al sistema imposto da Apple (leggi Mac App Store), con tanto di sottoscrizione annuale per poter far installare le proprie applicazioni su tutti i Mac sui quali non sia stata esplicitamente abilitata l’installazione di software non ritenuto attendibile.
Dal punto di vista dell’utente finale, i commenti a proposito di GateKeeper sono praticamente solo positivi. Gli stessi sviluppatori ne sostengono l’utilizzo in quest’ottica perché aiuta gli utenti meno esperti (e non) a non cadere in pericolose trappole realizzate ad-hoc da malintenzionati. Invitano, inoltre, gli utenti a valutarne attentamente la disabilitazione per eccesso di confidenza verso il sistema utilizzato. Se troppi utenti disabilitassero GateKeeper, lo sforzo di Apple risulterà vano.
E dal punto di vista degli sviluppatori? Sebbene molti siano soddisfatti di GateKeeper, diversi sviluppatori, per lo più coloro che lo fanno per hobby (e che quindi hanno più difficoltà di guadagno) o che sostengono la filosofia del software open-source, tendono ad abbandonare lo sviluppo su OS X. Wesley Reynolds, ad esempio, ha abbandonato lo sviluppo del widget Dropbox Droplet (gratuito) perché non aveva la possibilità di pagare 99 dollari per sottoscrivere un account come Mac developer e pubblicare la sua applicazione sul Mac App Store.
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