Aveva promesso aumenti di stipendio per contrastare l’ondata di suicidi nello stabilimento di Shenzen e tecnicamente i patti sono stati rispettati, ma Foxconn ha previsto una scappatoia che permetterà all’azienda di contenere i costi dell’operazione. A farne le spese sono ancora i dipendenti, stavolta spostati come tante piccole pedine da una parte all’altra della Cina, da Shenzhen ad aree industriali del Nord dove la paga può essere più bassa. Nella fabbrica vicina al confine con Hong Kong rimarranno comunque coloro che lavorano alla linea di produzione dell’iPhone.
Nel frattempo il fratello del fondatore dell’azienda, T.C. Gou, ha in cantiere l’apertura di un centinaio di punti vendita esclusivamente dedicati alla commercializzazione dei prodotti Apple, quelli che i dipendenti della fabbrica non si potrebbero permetter di comprare neppure con una somma pari a quella guadagnata in un anno.
A riportare la notizia, rivelata da una fonte interna al settore ricerca e sviluppo della fabbrica di Shenzhen, è il China Daily. Secondo il gola profonda cinese l’azienda avrebbe inviato un avviso agli operai la scorsa settimana informando che i dipendenti che nello stabilimento di occupano dei server di HP verranno trasferiti a Tianjin, nel Nord della Cina.
Altri dovranno invece spostarsi a Yantai o Wuhan, tutte zone dove il costo del lavoro è inferiore. Nella fabbrica di Longhua a Shenzen, che presto si fonderà con lo stabilimento di Guanlan, rimarrà solamente una parte dei 300.000 dipendenti. Fra di essi anche quelli che si occupano della costruzione dell’iPhone.
A chi non volesse accettare il trasferimento non resta che licenziarsi e cercare lavoro in altre fabbriche della zona. Curiosamente la reazione di alcuni dipendenti è positiva, perché sebbene il trasferimento preveda un abbassamento di stipendio, le aree di destinazione hanno un costo della vita molto più basso anche per i dipendenti rispetto a Shenzen.
Mentre la Foxconn decide come meglio organizzare la logistica di centinaia di migliaia di persone che esistono solo come numeri sulle tabelle contabili, T.G Gou, fratello del fondatore di Foxconn, si prepara a fare grandi affari con i prodotti Apple. L’imprenditore ha in progetto di aprire una catena di 100 store convenzionati Apple in Cina, Taiwan e Hong Kong nel corso dei prossimi tre anni. I negozi venderanno prodotti Apple di ogni tipo a chi potrà permetterseli. Non rientrano in questa categoria i dipendenti delle fabbriche del fratello che quei prodotti li fabbricano.
Gli store faranno parte della catena Studio A, che conta già una ventina di punti vendita ad Hong Kong e Taiwan. Il brand Studio A è di fatto un proprietà del gruppo Cheng Uei, di cui T.C. Gou è il presidente. Come la Hon Hai Precision Industry, di cui la Foxconn è una controllata, anche il gruppo Cheng Uei si occupa di assemblaggio finale di componentistica elettronica e annovera la Huawei fra i propri principali clienti. La catena “Studio A” è poco più di un divertissement per la compagnia di T.C. Gou: influisce per meno dell’1% sul fatturato dell’azienda.
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... sembra il sogno di marchionne e di silvietto, apri e chiudi fabbriche dove ti fa comodo, gli operai se vogliono ti seguono altrimenti si arrangiano, stai a vedere che berlusconi è diventato comunista come i cinesi!!
robbi dice:
NO! IL BERLUSCA E' TUTTE E DUE COMUNISTA-FASCISTA!