Voci sempre più insistenti parlano di un serio interessamento di Facebook alla startup israeliana Waze, che ha creato e gestisce l’omonima applicazione di navigazione “crowd sourced”. Il prezzo che la compagnia di Mark Zuckerberg sarebbe disposta a sborsare è pari a quella che Facebook già versò per accaparrarsi Instagram: 1 miliardo di dollari. Ma ci sono dei ma, visto che Waze non ha alcuna intenzione di spostarsi da Israele e non è da escludere che Apple possa mettere il proprio zampino nelle trattative.
Waze è un riuscito esperimento che mescola le caratteristiche di un’applicazione di navigazione satellitare e l’interattività tipica dei social network. Le mappe dell’app sono interattive e costantemente aggiornate da utenti che segnalano problemi alla circolazione, incidenti, lavori in corso e tutto ciò che può influire sul traffico.
E’ comprensibile che Facebook possa interessarsi a questa storia di successo così affine, almeno sul piano concettuale, alla natura dell’interazione dei suoi utenti.
Secondo il quotidiano israeliano Calcalist, le trattative sarebbero ad uno stadio già abbastanza avanzato, con tanto di firme già apposte ad alcuni accordi preliminari.
Per Zuckerberg e soci, nonostante la promessa di una cifra esorbitante, non è ancora fatta: il CEO di Waze Noam Bardin e il Presidente del CdA Uri Levine sono seriamente intenzionati a mantenere la base operativa di Waze in Israele, mentre Facebook avrebbe intenzione di integrare know-how e operazioni nelle sue strutture statunitensi.
Il ruolo di Apple in questa storia è quello di secondo miglior offerente: a gennaio la compagnia di Cupertino aveva provato ad esplorare la possibilità di un’acquisizione da 500 milioni di dollari, forse anche nell’ottica di integrare il servizio (che su iOS ha sviluppato il proprio successo) nelle sue Mappe ancor oggi in evoluzione.
I dettagli scarseggiano, ma è bene ricordare che in Israele Apple ha già aperto un proprio centro di ricerca all’inizio del 2012 e che alla fine del 2011 l’azienda di Cupertino acquisì Anobit, una compagnia specializzata nella realizzazione delle memorie flash, per una cifra compresa fra i 400 e i 500 milioni di dollari. Fattori secondari che tuttavia potrebbero offrire un vantaggio a Cook e soci se davvero la priorità di Waze fosse quella di rimanere a casa, senza spostare le operazioni da Israele.
A favore di Facebook c’è però l’enorme cifra offerta, che fa supporre che alla fine, appianate le questioni geografiche, potrebbe essere il social network in blu ad avere la meglio.
Non resta che attendere gli sviluppi del caso: ne sapremo sicuramente di più nel corso delle prossime settimane.
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