Ebook, editoria digitale e DRM, il papocchio italiano

Alla Fiera del Libro di Francoforte Telecom ha presentato in pompa magna il Biblet store, nuova libreria digitale nata dalla collaborazione fra il più grande editore italiano, Mondadori. La direzione intrapresa è quella della protezione dei libri digitali con il formato DRM di Adobe, scelta che rende di fatto incompatibili gli attuali 1200 titoli di Bibletstore con due device che rispondono ai nomi di Kindle e iPad. Telecom ha pronto un suo reader compatibile marchiato TIM e prodotto dalla Sagem che dovrebbe arrivare entro novembre, nonché un secondo reader a colori marchiato Olivetti che si pensa possa arrivare sugli scaffali entro Natale.

La partnership fra Mondadori e Telecom taglia completamente fuori l’iBookstore, che nessun editore nel nostro paese sembra voler minimamente prendere in considerazione, ed anche un’altra iniziativa (ben poco encomiabile) come eDigita. Ma se Apple non fa sapere nulla e non sembra essere troppo interessata a queste piccole novità di provincia (tanto l’iPad si vende tranquillamente per le mille altre cose che sa fare), i responsabili di edigita non sono stati troppo contenti di scoprire che Mondadori li ha sorpassati senza nemmeno mettere la freccia bruciando tutti sul tempo grazie alla collaborazione con l’incumbent del settore italiano delle Telecomunicazioni.

Ma baruffe editoriali a parte, quello a cui ci troviamo di fronte è la vittoria a man bassa del pensiero unico del DRM. L’evoluzione del mercato musicale digitale non ha insegnato praticamente nulla a questi signori che decidono, senza un minimo di basi e applicando schemi vetusti e polverosi, il futuro del mercato editoriale digitale. Non che potessimo sperare altrimenti, del resto non è che su iBookstore i DRM non ci siano e quello sia il regno felice della compatibilità multi-device, anzi. Servivano del resto a convincere gli editori americani ad accettare anche quel canale di distribuzione, che tuttavia non è esclusivo.

DRM a scapito dunque della compatibilità con un dispositivo come l’iPad, che va via come il pane in mezzo mondo e che secondo tanti servirà pure a ben poco, ma è oggettivamente già ubiquo.

L’aspetto più buffo di tutta questa faccenda, però, non è tanto la scelta di ricorrere ai DRM di Adobe per proteggere le opere letterarie, quanto l’incapacità di capire che quella protezione che impedirà un’ottimale diffusione degli ebook in Italia è totalmente inutile e può essere superata senza che serva alcuna scienza infusa nel campo dell’informatica. Adesso c’è da chiedersi solo quanto tempo servirà perché quei 1200 libri arrivino su migliaia di iPad a dorso di mulo, molto più rapidamente dell’applicazione di lettura dedicata che Telecom ha promesso arriverà anche su iPad con una tempistica non molto chiara (pare che preferiranno approdare prima su Android).

In poche parole: il sistema che è stato scelto e che impedisce la compatibilità degli ebook di Bibletstore con Kindle e iPad, la proverbiale zappa sui piedi, non sarà neppure minimamente in grado di fare il suo dovere. E non si tratta di una proiezione di desiderio, ma di un fatto già avvenuto, come dimostra la foto postata ad esempio da Max “iRev” Uggeri (e ripubblicata da Matteo Scurati su FriendFeed) a mezz’ora dall’acquisto di un libro di Camilleri sullo Store di Bol.it (sempre proprietà Mondadori), già sprotetto e perfettamente a proprio agio su iBooks.

E non se la passano meglio gli editori dei grandi giornali, che si sono a loro volta affidati ad Adobe per la protezione della versione iPad delle proprie edizioni digitali. Basta un programmino chiamato iPhone Explorer e un po’ di smanettamento su alcuni file .plist per bypassare i controlli e avviare il download delle copie digitali di alcuni importanti giornali anche senza aver sottoscritto alcun abbonamento.

Il gruppo di Dark Apples ne ha parlato con il Post (ma al proprio interno il gruppo era in fermento già da tempo e le discussioni sulle potenzialità di questa scoperta sono state accese). La decisione finale, sicuramente la migliore, è stata quella di avvertire i diretti interessati per metterli a conoscenza delle falle senza pubblicare alcuna applicazione che avrebbe potuto sfruttare questa specie di traforo, un buco che Adobe avrebbe già chiuso con una nuova edizione del Digital Content Viewer diffusa ieri agli editori.

9 commenti su “Ebook, editoria digitale e DRM, il papocchio italiano”

  1. non vedo tutto sto dramma. Basta che poi facciano una app per ipad. Anche kindle, barnenobles e zinio non passano da ibookstore e hanno il loro reader.

    per il DRM o no, c’e’ un altro tipo di protezione molto piu’ significativa in italia difficile da craccare… ma aveve mai visto uno scaricone di mp3 e film del mulo leggersi un libro?

    Rispondi
  2. Oramai siamo al ridicolo. Non solo tagliano di fatto i dispositivi più venduti in circolazione (quanti saranno i polli che acquisteranno il fantomatico lettore Telecom?), ma bloccano pure i libri con DRM, come se servisse a qualcosa. Come al solito, chi vuole scaricare non avrà difficoltà alcuna a trovare i libri su torrent, mulo e compagnia, libri liberi da vincoli e leggibili su ogni dispositivo, mentre chi acquista legalmente si ritrova con un prodotto limitato. Come si dice dalle mie parti, cornuto & mazziato.

    Rispondi
  3. La cosa buffa è che basta una veloce ricerca sul p2p e web in generale per rendersi conto che la stragrande maggioranza dei libri italiani sono già in circolazione senza protezione. Addirittura molti già in epub, nel caso non lo sono si usa Calibre che è proprio facile-facile. Mi chiedo chi si metterà a comprare una cosa più limitata della controparte gratis!
    Ovviamente gli editori si lamenteranno che le vendite digitali sono basse e quindi potrebbero anche chiudere baracca e burattini nonostante il mercato c’è perché i lettori in Italia ci sono, i libri si scaricano illegalmente e quindi una parte sicuramente accetterà di pagare per una maggior qualità (e non maggiori limiti).

    Rispondi
  4. Scusate, ma qual’è il problema sul NON voler usare iBookstore, che si MANGIA il 30% dei profitti degli editori per il solo privilegio di essere hostato da Apple?

    Tanto vale (e così sicuramente faranno) che i vari editori facciano quello che è successo con Zinio, app per iPad che gestisce separatamente i pagamenti e riconosce ai publisher TUTTA la revenue (cosa a mio parere sacrosanta).

    Così faranno edigita e gli altri consorzi in circolazione. Non entro nel commento relativo al DRM, leggermente fazioso (anche perchè si riescono a craccare pure i meccanismi DRM sottostanti le app iphone e ipad, quindi dov’è il punto di sottolineare la fallacità dello strumento adobe)?

    Rispondi

Lascia un commento