Lo scorso 5 novembre Apple pubblicò un documento dettagliato con le informazioni relative alle richieste di informazioni sugli utenti spiccate dai tribunali di tutto il mondo.
Giusto qualche giorno fa, durante un’intervista alla ABC per i 30 anni del Macintosh, Tim Cook aveva reiterato l’impegno dell’azienda a garantire la massima trasparenza possibile ai propri utenti sulle questioni relative alla privacy e alla concessione di dati e informazioni riservate alle autorità governative.
Oggi, a riconferma, arriva un nuovo documento che aggiorna il precedente report in cui Apple fa il punto le richieste ricevute da NSA e altre autorità statunitensi.
“Le informazioni fornite di seguito” si legge nel documento, “sostituiscono i dati relativi agli Stati Uniti del Rapporto sulle richieste di informazioni governative che Apple ha pubblicato il 5 novembre scorso”.
Colpisce, rispetto al documento precedente, la presenza di una voce in più, ovvero National Security Orders. A quanto è dato capire, un nuovo regolamento prevede la possibilità di indicare le richieste relative alla National Security separatamente rispetto a quelle “standard” dei tribunali (che riguardano crimini di minor entità) in gruppi di 250. Vuol dire che nel periodo analizzato, in sostanza, Apple ha ricevuto un numero di ordini di sicurezza nazionale compreso fra 1 e 249 (altrimenti il dato non sarebbe stato riportato).
Nel precedente documento Apple aveva inserito un Warrant Canary, un “canarino da miniera” legale.
Già a novembre scrivevamo:
Nell’ultimo paragrafo si legge infatti che l’azienda non ha mai ricevuto alcuna richiesta in ottemperanza alla temuta sezione 215 e che intende contestare formalmente un simile ordine qualora dovesse arrivare.
Se in un futuro aggiornamento del documento Apple dovesse mancare di questo passaggio, sapremo che nel frattempo una simile richiesta è arrivata, silenziosa e segreta come il monossido di carbonio rivelato dalla rapida morte del povero canarino.
Di fatto, in questo aggiornamento al documento di novembre non si fa alcun riferimento alla sezione 215, non per tradire l’eventuale richiesta pervenuta, ma solo perché quello delle score ore è un aggiornamento specifico sui dati statunitensi.