Christian Owens e il suo primo milione di dollari

Il giovane Christian Owens, da poco milionario

Christian Owens è un nuovo fenomeno mediatico che sta facendo parecchio parlare di sé sul web: il motivo? Molto semplice, ha 16 anni ed ha un conto in banca di un milione di dollari. Il teenager inglese che vive a Corby nel Northamptonshire non è il fortunato ereditario di parenti milionari, ma è semplicemente un piccolo genio del web marketing.

Ecco la sua storia. All’età di 7 anni Christian Owens ha avuto in regalo il suo primo computer. Tre anni dopo ha ricevuto un Mac ed ha iniziato a studiare web design. Nel 2008, appena quattordicenne, ha avviato la sua prima azienda ispirandosi (per sua stessa ammissione) al CEO di Apple Steve Jobs.

Tramite il sito web Mac Bundle Box, che probabilmente molti di voi conosceranno, ha iniziato a vendere pacchetti software per Mac OS X del valore di 400 dollari ad un prezzo scontato (circa un decimo del loro valore effettivo). Nei primi due anni di attività la sua idea ha reso decisamente bene: Mac Bundle Box, infatti ha fruttato al giovane imprenditore ben 700.000 sterline (circa un milione di dollari).

A 15 anni, nel 2009, fonda Branchr, una società di pubblicità pay-per-click che fornisce mensilmente oltre 300 milioni di “annunci contestuali, comportamentali, personalizzati e su base geografica” in 17.500 siti diversi, applicazioni iPhone e Android. E’ questa attività che segna una seconda svolta nella giovane carriera imprenditoriale di Christian. Nel primo anno di attività Branchr ha già raccolto 800.000 dollari.

L’obiettivo del baby-entrepreneur? Arrivare a 100 milioni di sterline nel corso dei prossimi dieci anni.

Ed io che alla sua età avevo appena smesso di giocare con le figurine.

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22 commenti su “Christian Owens e il suo primo milione di dollari”

  1. uhm io mi chiedo come abbia fatto a fondare società .. e tutto il resto… dite che è a nome dei genitori??…. voglio dire… tra i 14 e i 16 anni.. non hai tutti questi “poteri”. bhu forse mi sbaglio io :S

    ad ogni modo complimenti… ci sapessi fare pure io sarebbe bello :)

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  2. non so di sicuro non proviene da una famiglia povera dato che già a sette anni aveva un pc tutto suo e a nove un mac, e non so di sicuro ha fiuto per gli affari ma non mi quadra qualcosa va beh comunque complimenti a questo che ha la mia età xD magari avere un’amico milionario

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  3. Ma come ha fatto a poter rivendere quei prodotti a un prezzo così basso?

    Non serve solo l’idea ma anche la possibilità di farlo..

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  4. Maledizione, ho 15 anni e mi sento bloccato, è brutto dover intestare tutto ai genitori…
    In usa/uk i ragazzi hanno molta più libertà di fare!!

    :(

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  5. nel sito Branchr dove si sostiene che lo abbia fondato lui riporta come indirizzo di riferimento
    “340 S Lemon Ave #7141, Los Angeles, CA 91789”
    ma non era inglese?? ora vorreste farmi credere che a 16 anni si è trasferito a los angeles e gestisce un’azienda da solo stile richie rich nel film? magari ha anche un mcdonald dentro casa…
    non esistono aziende intestate a minorenni! riflettiamo un attimo signori, altrimenti chiunque vorrebbe evadere le tasse intesterebbe la società a un neonato di 2 settimane nato in inghilterra in modo che non sia imbutabile in tribunale…… secondo me centrano molto i genitori e di sicuro non è una famiglia povera…..

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  6. @  Marco:
    in realtà puoi farlo benissimo anche in Italia, esistono modelli societari che ti permettono di fare quello che vuoi… diciamo che la parte più difficile resta avere le idee giuste. cmq se tutto quello che dicono del ragazzo è vero, beh, complimenti

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  7. Pingback: Christian Owens e il suo primo milione di dollari | ItaliaON
  8. si ma il fatto che i parenti non siano milionari nn significa che sono poveri eh e poi se lo sapete come fa a vendere i programmi ad un decimo del prezzo originale cosa fa li ruba ??

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  9. Si infatti… i pacchetti software da rivendere a prezzo basso dove li trova? A questo punto che centra il sito che utilizza per rivenderli, tanto vale che usasse ebay…
    Ok con la seconda società, quella di advertisement già è diverso, ma quando ha fondato la prima, una base molto consistente doveva già averla… cavolo è come se io rubassi i suoi cinema display 30″ e poi gli rivendo su ebay a 300 euro tutti e due, subito dopo faccio un articolo: incredibile; a 17 anni è guadagna 300 euro in due minuti vendendo prodotti a 1/3 del loro prezzo su ebay… grazie, dove sarebbe la bravura da economista?…

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  10. Quali sarebbero questi fantomatici modelli societari?
    In Italia nessun tipo di società può essere intestata ad un minore, sennò come dicevano soprai sai quanti la userebbero per non essere perseguibili ne penalmente e per evadere le tasse… Figuriamoci se a un minore fosse concesso di aprire una partita iva…

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  11. Scherzi a parte, l’avrebbe potuta intestare ai genitori e ai 16 anni compiuti (se ha la cittadinanza americana è maggiorenne là) con una sorta di rogito l’avrebbe fatta passare a suo nome.

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  12. @ abvt: rispondo a tutti quelli che si sono posti la stessa domanda.
    Il giovane Christian ha stretto personalmente accordi con gli sviluppatori per ottenere licenze particolari dei software, in modo tale che gli consentissero di ri-venderle a basso costo. Il “trucco” sta principalmente nel fatto che tali licenze hanno una durata limitata nel tempo.

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  13. @Antonino Cartisano Comunque sia andata, senza una buona dose di conoscenze o un buon fondo monetario non va da nessuna parte…

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  14. Dalle mie parti si dice “e stata una bellissima favola,ma e mancato lo stregone”…..!!!!
    Non so se avete capito!!!

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  15. Da commerciante consumato dal fisco italiano posso dire …

    Negli USA magari esiste un libero mercato e una cosa cosi’ puo’ esistere. Io esendo stato suo genitore avrei intestato a lui l’azienda risparmiando non pochi soldini…
    Ma in Italia avete la minima idea di cosa vuol dire aprire un attività ???
    Ci vogliono un casino di soldi solo per chiedere le licenze poi c’è IRAP , INPS ,IVA, Corsi Anticendio, Corsi Pronto socorso, Corso 626, Ispettorato del Lavoro, Agenzia delle Entrate, Nas, Controlli sanitari, affitto locali, oneri per il commercialista ecc.. (potrei continuare per ore)

    Praticamente se ne vanno solo di spese morte (non produttive ) il 60 % del ricavo …
    Mettivi sopra l’investimento e il rischio di impresa …. roba da INFARTO !!!

    Quindi non mi venite a dire che ragazzini di 15 anni in Italia fondano imprese con ricavi supoeriori al milione di euro ….
    Ha dimenticavo nel caso non ditelo all’agenzia delle Entrate mi sa che il ragazzo non E’ NEGLI STUDI DI SETTORE …..

    Hai HAi

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  16. In Italia non esiste nessun fantomatico modello societario (nè società di persone, nè di capitali) che attribuirebbe il potere di creare una società ad un minorenne, perchè per poter agire bisogna avere la capacità di intendere e di volere, cosa che si acquisisce, per la legge italiana, a 18 anni. Ci sono alcuni casi particolari, dove si parla di minore emancipato quando questi a 17 anni si trova, per casi previsti dalla legge a dover agire per suo conto e questo lo decide il giudice tutelare stabilendo con sentenza che il minorenne in questione può agire. Per cui un minorenne può essere titolare di una società solo se gli deriva da un lascito ereditario o una donazione, NON LA PUO’ CREARE, perchè la legge non lo consente. Tuttavia se diviene titolare di una società il tribunale oltre a fargli acquisire la capacità di agire in via anticipata gli affianca un tutore il quale è responsabile del minore, anche se in caso di fallimento chi fallisce è il minore, ma non il tutore…..

    La domanda che vi pongo ora è questa se la società del ragazzino fallisse chi è imputabile il ragazzino o i suoi genitori? e se i programmi del ragazzino fossero dannosi per i computer di chi li usa chi risponderebbe dei danni lui o i suoi genitori?

    La normativa americana, inglese o in generale estera non la conosco, ma credo che comunque ci siano tutele in primis per i minori e poi per gli utenti, altrimenti chiunque per scaricarsi da responsabilità intesterebbe FANTOMATICHE SOCIETA’ a minori NON IMPUTABILI.

    A mio avviso non mi fisserei troppo su questo articolo perchè troppe cose non vengono dette, troppe cose non vengono chiarite come ad esempio dove è stato registrato il contratto di società ( in Italia c’è il registro delle imprese), ma qui ? è una società estera ? dove ha la sede? Credo che la notizia non sia che un ragazzino possa creare una società, ma che una buona idea possa cambiare il modo di vedere le cose e a volte le soluzioni più semplici sono quelle più geniali.

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